Free to run, alias liberi di correre: questo il “claim” scelto da Tim per il nuovo piano industriale 2024-2026 presentato dall’Ad Pietro Labriola – che il cda ha approvato all’unanimità candidando il manager alla rinconferma nel ruolo di ceo in vista della scadenza del board, affiancato da Alberta Figari nel ruolo di presidente. Il cda ha inoltre approvato il bilancio consolidato del Gruppo Tim, il progetto di bilancio separato Tim spa e il bilancio di sostenibilità al 31 dicembre 2023.
La vendita della rete fissa permetterà a Tim di muoversi sul mercato con minori vincoli finanziari e regolatori e con un focus maggiore sulle componenti industriali- spiega Tim in una nota -. Il nuovo Piano, che segue il percorso di trasformazione avviato nel precedente biennio, individua le linee di sviluppo per Tim nel 2024-2026: nonostante un contesto macroeconomico fortemente incerto, si prevede un significativo miglioramento di tutte le metriche economico finanziarie, mantenendo una solida struttura di capitale.
“Dal punto di vista finanziario avremo una struttura più sostenibile e flessibile” ha detto il ceo Labriola al Tim Capital Market Day 2024 nel presentare il piano al mercato e alla comunità finanziaria. “Il problema di questo gruppo era il debito da 20 miliardi, che coinvolgeva non solo l’aspetto finanziario ma anche le opportunità industriali. Siamo a metà di un percorso iniziato due anni fa quando, nel marzo del 2022, abbiamo iniziato a parlare del futuro di Tim e della possibilità di cambiare il mondo in cui operiamo”. Dopo la vendita della Rete “Tim sarà un gruppo libero di operare liberamente sul mercato. Sapremo mantenere le promesse. Siamo il maggior player infrastrutturale in Italia”.
Riguardo a Sparke Labriola conferma l’interesse sull’azienda: “Interlocuzioni procedono”.
Doccia fredda però sul titolo: chiusura a -23,8%. A tal proposito Labriola evidenzia che “non tutti comprendono le nostre strategie e non ci sono le giuste reazioni del mercato”. Ma soprattutto: “Volumi anomali, faremo indagini”.
QUI LE SLIDE DEL PIANO FREE TO RUN
I target finanziari del Piano
Nell’arco del biennio si stimano ricavi di Gruppo – Sparkle inclusa – in crescita del 3% con un +2% per Tim Domestic. E per il 2024 la stima è di una crescita compresa fra il 3 e il 4% e del 2-3% per Tim Domestico. Per l’Ebitda organico After Lease di Gruppo è atteso un balzo dell’8% medio annuo e del 9-10% per il Domestic, target che la telco punta a mettere a segno già quest’anno.
L’Ebitda organico After Lease–Capex di Gruppo è stimato in aumento da 1,3 miliardi di euro pro-forma nel 2023 a circa 2,2 miliardi nel 2026; per Tim Domestic in crescita a circa 1,1 miliardi di euro da 600 milioni pro-forma nel 2023. Per il 2024 prevista una crescita del 15-17% a livello di Gruppo e dell’11-12% per Tim Domestic.
Riguardo all’indebitamento è previsto un rapporto debito/Ebitda After Lease in calo a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,8 volte dei pro-forma al 2023.
Per Tim Brasil è prevista un’ulteriore crescita dei ricavi e dell’Ebitda, con una generazione di cassa in crescita in doppia cifra in orizzonte di piano.
Il taglio costi
Al via una seconda fase del progetto di trasformazione dei costi, con target incrementali per 400 milioni al 2026. “Sarà posta una particolare attenzione all’efficienza nel settore Consumer e all’internalizzazione di risorse e competenze nell’area Enterprise”, sottolinea l’azienda.
Consumer e Emterprise: gli obiettivi del biennio
Per il consumer via al modello Customer Platform, focus sulla sulla crescita dei ricavi oltre la connettività e per l’enterprise forte spinta al cloud. Riflettori sulle partnership anche con player mondiali.
Tim Consumer
“Proseguirà la stabilizzazione del core business, con un progressivo aumento dell’Arpu fisso e mobile, migliorando al tempo stesso la convergenza dei clienti fra i due settori. In parallelo sarà sviluppato il modello di ‘Customer Platform’ – annuncia l’azienda – con un focus sulla crescita dei ricavi ‘beyond connectivity’ attraverso nuove partnership e opportunità nel settore delle famiglie e delle piccole e medie imprese”.
Tim Enterprise
“Facendo leva sul proprio posizionamento e su vantaggi competitivi unici, continuerà l’accelerazione dei ricavi da servizi guidata da un’ulteriore espansione nel mercato Ict, amplificata da un posizionamento sui settori chiave per la crescita (cloud, IoT, cybersecurity). Particolare focus sarà dedicato al settore del cloud grazie a partnership con i principali operatori mondiali e al pieno avvio operativo del Polo Strategico Nazionale di cui Tim è principale socio e abilitatore tecnologico”.
5G e data center
“Tim rimarrà l’operatore di Tlc più infrastrutturato in Italia e continuerà a investire sulla propria rete mobile, accelerando lo sviluppo del 5G, contando sul più ampio spettro di frequenze e sulla più vasta rete di trasporto dati del Paese, e sullo sviluppo del proprio ecosistema tecnologico, composto fra l’altro da un’infrastruttura di 16 Data Center dislocati su tutto il territorio nazionale”, si legge ancora nella nota.
La sfida green: obiettivo net zero al 2040
I target ambientali delineano una strategia di riduzione delle emissioni nel tempo, confermando come primo step il 100% di approvvigionamento energetico da rinnovabili entro il 2025 e l’obiettivo finale del Net zero al 2040. Il piano punta, inoltre, alla crescita dei servizi e prodotti Esg driven come le soluzioni per le PA e le smart city, a vantaggio dei cittadini, le soluzioni per la digitalizzazione del patrimonio museale e archeologico, le nuove cabine telefoniche smart o i prodotti marchiati Tim con impronta di carbonio.
Diversity & inclusion
Sul gender gap il Gruppo si dà l’obiettivo di raggiungere almeno il 33% di donne manager in posizioni di responsabilità. Il cda ha deliberato all’unanimità di proporre la nomina, con mandato triennale (fino all’assemblea chiamata all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026), di un board composto da nove membri, tenuto conto del perimento di business che risulterà dall’esecuzione del Piano di Delayering.
La lista del cda: Labriola ceo, Figari presidente
Il Cda ha deliberato all’unanimità di proporre la nomina, con mandato triennale (fino all’assemblea chiamata all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026), di un board composto da nove membri, tenuto conto del perimento di business che risulterà dall’esecuzione del Piano di Delayering. Ma non potendo escludere decisioni diverse da parte dei soci circa la composizione quantitativa del board, il Consiglio ha deliberato – con l’astensione di tre consiglieri – di presentare una lista di 15 candidati (numero corrispondente all’attuale dimensione dell’organo) composta, nell’ordine, da:
- Alberta Figari, nuova candidata, indicata come Presidente*
- Pietro Labriola, indicato come Amministratore Delegato, carica che ricopre dal 21 gennaio 2022
- Giovanni Gorno Tempini, Consigliere dal 31 marzo 2021
- Paola Camagni, Consigliere dal 31 marzo 2021*
- Federico Ferro Luzzi, Consigliere dal 31 marzo 2021*
- Domitilla Benigni, nuova candidata*
- Jeffrey Hedberg, nuovo candidato*
- Paola Tagliavini, nuova candidata*
- Maurizio Carli, Consigliere dal 31 marzo 2021*
- Romina Guglielmetti, nuova candidata*
- Leone Pattofatto, nuovo candidato*
- Antonella Lillo, nuova candidata*
- Andrea Mascetti, nuovo candidato*
- Enrico Pazzali, nuovo candidato*
- Luca Rossi, nuovo candidato*
* Indipendente