Tim ha ceduto la quota residua detenuta in Inwit. Il gruppo ha trovato un accordo con Impulse I (consorzio guidato da Ardian) e Daphne 3 per la cessione del 10% che faceva capo alla telco nel capitale sociale della holding Daphne 3, che a sua volta detiene il 29,9% del capitale sociale di Infrastrutture Wireless Italiane.
I termini dell’operazione
L’accordo, si legge in una nota, si basa su una valutazione delle azioni Inwit pari a 10,43 euro e comporta per Tim un incasso, aggiuntivo rispetto alla guidance 2024, di circa 250 milioni di euro, tenendo conto dell’indebitamento netto esistente a livello di Daphne 3. I termini e le condizioni sono in linea con la prassi delle operazioni di M&A analoghe, compresi alcuni presidi applicabili tra la firma dell’accordo e il closing.
La chiusura dell’operazione è soggetta a determinate condizioni e si prevede che avvenga nel quarto trimestre del 2024.
Intermonte conferma una view neutrale sul titolo
“Con questa operazione Tim esce completamente dall’investimento in Inwit pur restando un anchor tenant chiave vincolato da contratto Msa di durata 8+8 anni, a fronte di un corrispettivo annuo di oltre 400 milioni di euro a carico di Tim”, commenta Intermonte, secondo cui “il riassetto di Dapne3, ora interamente controllata da Ardian, non comporta obblighi di Opa sul resto del capitale di Inwit (Dapne3/Ardian resterà sotto la soglia d’Opa del 30%) né vediamo possibili accelerazioni nel breve termine per un’operazione di delisting promossa da Ardian e/o da Vantage Towers (33% di Inwit), almeno finché non sarà chiuso l’accordo per la fusione Vodafone Italia/Fastweb. L’assenza di catalyst nel breve e le incertezze legate al riassetto del mercato italiano in fase di consolidamento”, chiosa la nota della banca d’investimenti, “ci inducono a confermare la view neutrale sul titolo”.
La reazione dei sindacati
Sindcati in allerta. “Auspichiamo che tutte queste movimentazioni che continuano a ruotare diano una vera prospettiva di rilancio anche per i lavoratori – dice a CorCom il segretario generale della Uilcom Salvo Ugliarolo – Un bel segnale sarebbe il superamento degli ammortizzatori sociali che ormai da troppo tempo sono presenti in questo gruppo”.