Ufficialmente è stata l’occasione delle presentazioni fra i vertici di Tim, il presidente Fulvio Conti e l’Ad Amos Genish e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Così fanno sapere fonti della Presidenza del Consiglio. Ma c’è da scommettere che l’incontro, a Palazzo Chigi, sia andato oltre il cerimoniale.
I “dossier” Tim aperti sono parecchi. E almeno un paio coinvolgono direttamente o indirettamente l’esecutivo. L’ultimo in ordine temporale riguarda la vendita di Sparkle sulla quale però è già stato posto il veto del ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio. Poi ci sono lo scorporo della rete e il destino incrociato con Open Fiber. E da non sottovalutare nemmeno lo scontro sulla governance che si è inasprito nei giorni scorsi e vede uno contro l’altro i francesi di Vivendi e gli americani di Elliott. E considerato che fra gli azionisti di Tim c’è anche Cassa Depositi e Prestiti l’interessamento del governo alle vicende dell’azienda diventa più che strategico. Insomma il premier Conte qualche “curiosità” l’avrà pure avuta trovandosi di fronte i vertici.
La visita è caduta inoltre in concomitanza con il respingimento da parte del Consiglio di Stato del ricorso di Tim sulla gara Consip aggiudicata a Tiscali, Bt Italia, Vodafone Italia Fastweb, Wind Tre e Vodafone-Bt Italia per la fornitura di servizi di telefonia fissa e connettività alle pubbliche amministrazioni. Nella sentenza il Consiglio di Stato condanna Tim alla refusione delle spese di lite, che liquida in 5.000, oltre accessori, a favore di ciascuna delle parti. Nelle motivazioni si legge tra le altre cose che “l’appello non è fondato e merita di essere respinto”, “le doglianze, come articolate, non persuadono”.