Goldman Sachs e LionTree sono gli advisor finanziari selezionati dal comitato istituito da Tim per l’esame del dossier Kkr al fine di consentire al cda di “valutare compiutamente la portata, il contenuto, le condizioni e le conseguenze della manifestazione indicativa non vincolante, nonché maturare e assumere, in maniera adeguatamente informata, le determinazioni in relazione alla stessa per quanto di propria competenza”. In qualità di advisor legale è stato scelto lo Studio Gatti, Pavesi, Bianchi e Ludovici.
Gli advisor supporteranno il cda di Tim a valutare in particolare la sostenibilità finanziaria del progetto, il razionale industriale e eventuali incertezze o rischi attuativi nonché gli impatti sugli assetti proprietari, occupazionali, manageriali e di governance delle operazioni, tenuto conto della natura dell’attività del Gruppo e dei suoi asset e di ogni altro profilo anche di pubblico interesse, puntualizza Tim in una nota.
E gli advisor supporteranno il cda di Tim anche nell’analizzare “possibili alternative strategiche per la miglior valorizzazione e/o sviluppo del gruppo e dei suoi asset nell’interesse della società, dei suoi azionisti e stakeholder”.
A proposito di operazioni alternative secondo quanto riferisce Il Sole 24Ore l’azionista di maggioranza Vivendi punterebbe a uno sdoppiamento di Tim in due società, una di servizi di cui i francesi avrebbero la maggioranza e una delle reti a maggioranza statale ma in concessione a Tim. Un’operazione non lontana da quella che avrebbe in mente il fondo americano Kkr che però punterebbe a una successiva quotazione della newco delle reti, alle stregua del modello Terna.
Intanto è in calendario il prossimo 17 dicembre il consiglio di amministrazione di Tim. L’appuntamento potrebbe rappresentare l’occasione per fare il punto sulle prime valutazioni degli advisor Goldman Sachs e Lion Tree sulla manifestazione d’interesse di Kkr. Sul tavolo, inoltre la cooptazione del direttore generale Pietro Labriola per la carica di amministratore delegato, ma sarà necessario che uno degli attuali membri del Consiglio liberi la poltrona.