“La nostra disponibilità a collaborare con Open Fiber resta forte e invariata“. Lo ha detto Luigi Gubitosi, Ad di Tim, all’evento “Tim Asati Day”. Gubitosi ha sottolineato che dall’operazione con Open Fiber “avremmo indubbi vantaggi” e cooperando con Of “diventa più facile chiudere il digital divide”.
Di recente, ricorda Gubitosi, Tim ha pubblicato un bando per coinvestire nella rete in fibra ad altissima velocità in 39 città e la proposta “resta aperta a tutti gli operatori”, e “peccato che da un operatore (Open Fiber, ndr) è arrivato un secco no”.
Open Fiber infatti non ha accolto la proposta di Tim di coinvestire nella rete in fibra in 39 città collocate nelle aree nere, cioè nelle aree dove c’è mercato. La ragione del rifiuto dell’offerta, pubblicata sul sito di Tim, è da rinvenire nell’ampia sovrapposizione delle città dove investire individuate da Tim con quelle dove Open Fiber ha già avviato i lavori: 31 su 39.
In altri sei centri Open Fiber non ha pianificato di investire, e dunque la possibilità di un accordo si restringerebbe a sole due città. Tuttavia, come riporta Radiocor, Open Fiber ritiene benvenute in genere le proposte di coinvestimento e di accordi commerciali provenienti dalla concorrente Tim. La proposta di Tim, che prevede investimenti nel periodo 2020-23 da 465 milioni in totale, è rivolta a tutti gli operatori interessati, sia quelli verticalmente integrati, sia quelli wholesale only come Open Fiber, ed è al momento anche allo studio dell’Agcom.
Gubitosi ha poi evidenziato come Nonostante le difficoltà del settore il 2019 sia stato stato “un anno soddisfacente”. Si tratta di risultati ottenuti “in un contesto molto complicato con un competitor (Iliad, ndr) che per sua ammissione fa prezzi molto bassi, danneggia non solo se’ stesso ma tutto l’ecosistema”. Gubitosi ha aggiunto che “stiamo facendo grandi investimenti e continueremo a farli nell’anno”. Per quanto riguarda il tema debito, sarà risolto entro il 2021. “Quest’anno ci sarà forte riduzione”, ha puntualizzato.
Riguardo al dossier della rete, l’Ad di Tim ha tenuto a chiarire che “non c’è un problema economico. C’è infatti – ha detto – molto interesse da parte dei fondi di private equity”.
Il manager ha infine annunciato che, in quanto piccolo azionista, ricomprerà le azioni di Rim “dopo l’uscita dei risultati ovviamente”.
“Facendo bene il nostro lavoro avremo delle soddisfazioni, come l’anno scorso, anche quest’anno – ha concluso l’Ad – Nel 2019 siamo stati il miglior titolo”.
Proprio sul ruolo dei piccoli azionisti è focalizzato il Tim Asati Day, in occasione del quale l’associazione “esorta i top manager e gli azionisti di riferimento ad essere uniti, a difendere i valori di Tim e si augura che un rappresentante dei piccoli azionisti possa entrare nel cda, per completare il processo di realizzazione di una Public company”.