“Il Governo finge di non capire che qualsiasi opzione di scorporo, fossero i servizi o la rete, non sarebbe una operazione indolore per gli attuali perimetri occupazionali. Si sta profilando, ben lieti di essere smentiti, una soluzione che ci troverebbe assolutamente contrari, ovvero qualcosa che assomiglia allo smembramento di Tim per come l’abbiamo conosciuta sino ad oggi. Una soluzione folle, in totale controtendenza con quanto avvenuto in Europa”. Toni durissimi da parte dei sindacati sulle anticipazioni di stampa riguardo al futuro di Tim e gli ordini di servizio aziendali “che non lasciano presagire nulla di positivo”.
“Ciò che davvero indigna più di ogni altra cosa, è che tutto questo sta avvenendo “dietro le quinte”, con un generale trincerarsi dietro al rispetto del mercato che assomiglia troppo ad un atteggiamento pilatesco”, si legge nella nota congiunta a firma delle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. “Le proposte di Vivendi evidenziate dalla stampa in queste ore riportano le lancette della storia indietro di qualche anno ed, allo stato attuale, sembrano sotterrare definitivamente qualsiasi ipotesi di rilancio industriale del Gruppo Tim”. Secondo i sindacati la fotografia che ne esce “ci riporta purtroppo all’era dell’ex AD Genish, con un DG/AD in volo tra il Brasile e l’Italia. E non ci rassicura che la continuità aziendale sia affidata nelle mani del “deputy” che nella recente gestione ha fallito gli obiettivi di piano. Stanno evidentemente arrivando al pettine i nodi che denunciamo da anni. Si sta per compiere un vero e proprio “scempio industriale” senza aver la benché minima idea di cosa si voglia costruire. Si continua a parlare di un’ipotetica società a controllo pubblico della rete ed intanto “governativamente” si procede con i bandi parziali con i quali si regalano soldi ed infrastrutture ai privati senza aver neanche la garanzia di raggiungere gli obiettivi tecnologici e di coesione sociale ed economica del Paese”.
I sindacati auspicano un cambio di passo: “Siamo ancora in tempo per fermare tutto ciò e aprire un “vero” confronto in sede aziendale e presso le Istituzioni sul riassetto di un importante Gruppo industriale, azienda strategico e vitale per il settore delle Tlc e dell’Italia. In caso contrario diventerà inevitabile procedere, alla ripresa di gennaio, con la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Interviene sulla vicenda anche il leader della Lega Matteo Salvini: “Condividiamo le preoccupazioni espresse dai rappresentanti dei lavoratori Tim, ribadiamo il no della Lega a ogni ipotesi di smembramento, spezzatino o svendita e auspichiamo quanto prima incontri tra le parti per un piano industriale di rilancio. Lo Stato non puo’ rinunciare al proprio ruolo su un tema delicato come quello delle reti e delle telecomunicazioni”.