Mettere nero su bianco la “testimonianza” di un ministro – nello specifico il titolare dell’Economia Roberto Gualtieri – è decisamente inusuale in una nota post Consiglio d’amministrazione. Ma è proprio il riferimento al ministro, alias al governo, alias a chi tiene lo scettro del Golden Power, che svela le carte della situazione in atto e soprattutto di quella a venire in casa Tim.
Il Consiglio di amministrazione odierno della società guidata da Luigi Gubitosi si chiude con l’ennesimo, ma questa volta determinante, esame del dossier Open Fiber – il progetto di integrazione della rete in fibra con quello della società che fa capo a Enel e Cassa Depositi e Prestiti – e di un altro dossier nuovo di zecca ma strettamente collegato al primo: quello che in calce alla copertina porta il nome Kkr.
Il fondo americano ha presentato “un’offerta vincolante per affiancare in esclusiva Tim nello sviluppo della rete in fibra”, si legge nella nota emessa dalla telco a conclusione del Cda. Nessun dettaglio sull’offerta, ma le indiscrezioni dei giorni scorsi, convergono in direzione di un’acquisizione di una quota non di maggioranza ma comunque importante – sarebbe intorno al 40% – della rete secondaria di Tim (la rete in rame). Tim puntualizza però nella nota che si tratta di un’operazione legata allo sviluppo della fibra e che si interseca dunque inevitabilmente con il dossier Open Fiber.
Va da sé però che un’eventuale decisione a favore della discesa nella proprietà della rete da parte del fondo americano, ossia ad un’azienda extra-Ue, impone l’inevitabile via libera da parte del governo, che sulle infrastrutture strategiche, come quelle di Tlc, ha l’ultima parola in causa. Fatto salvo, naturalmente, il disco verde dell’Antitrust che come ha ricordato ieri il presidente di Open Fiber Franco Bassanini – nel caso di una newco con la fiber company di Enel e Cdp (quest’ultima peraltro azionista anche di Tim) – è l’unica autorità titolata a verificare eventuali distorsioni della concorrenza in presenza di operazioni di integrazione o concentrazione.
Il ministro dell’Economia Gualtieri si è espresso più che a favore di un’unica rete a banda ultralarga per il Paese – e per la prima volta da quando siede a via Venti Settembre. E lo ha fatto evidentemente non a caso proprio alla vigilia dell’odierno cda di Tim. Luigi Gubitosi sta spingendo fortemente in direzione dell’integrazione con Open Fiber – è risaputo – e dunque non è solo un atto di cortesia il riferimento al ministro nella nota post Consiglio.
“Il Consiglio di Amministrazione di Tim, riunitosi oggi sotto la presidenza di Salvatore Rossi, è stato aggiornato sul progetto finalizzato a valutare possibili forme di integrazione delle reti in fibra ottica di Tim e Open Fiber, un progetto apprezzato e sostenuto dalle istituzioni nazionali come testimoniato dalla importante affermazione resa ieri dal Ministro dell’ Economia Roberto Gualtieri, dal momento che consentirebbe di accelerare lo sviluppo della rete in fibra e chiudere di conseguenza il digital divide che ancora si registra in numerose aree del Paese, evitando duplicazioni di investimenti già di per sé molto onerosi”, si legge nella nota post-cda.
Il “dialogo” azienda-governo è dunque più che aperto e, anzi, sembrerebbe profilarsi uno scenario di accelerazione in direzione della rete unica. L’offerta di Kkr potrebbe andare a chiudere il cerchio. E la nota di Tim rende noto che “il Cda ha preso atto che l’Amministratore Delegato provvederà ad informare, in coerenza con la normativa sul Golden Power, gli organi istituzionali sullo sviluppo delle interlocuzioni con i diversi attori coinvolti e a proseguire nel contempo i contatti necessari a tal fine”. Questo il resoconto della giornata. Il dado non è ancora tratto, ma la situazione potrebbe riservare presto novità in merito.