È stata una partenza, come si dice, “col botto”. Tim apre in Borsa a 0,43 centesimi, pari al +27% e guadagna il 30% in giornata. E non poteva essere altrimenti a seguito dell’Opa annunciata dal fondo americano Kkr che ha offerto 0,505 per azione per la maggioranza (il 51%) della telco pari a un premio del 46% rispetto al valore delle azioni dello scorso venerdì e che in soldoni si traduce in una valutazione pari a 11 miliardi, una valorizzazione di oltre il 60%. In spolvero anche il titolo Vivendi che in apertura di contrattazione è scattato del 12,1%. Effetto Tim anche su Inwit (+4,2%) che, secondo gli analisti, potrebbe avere appeal speculativo se fosse accettata l’offerta d’acquisto non vincolante di Kkr.
A fine mattinata le azioni del gruppo italiano hanno segnato un rialzo del 28% a 0,44 euro con quasi 1 miliardo di pezzi passati di mano pari al 6,5% del capitale ordinario. Le azioni di risparmio, per le quali Kkr ha offerto lo stesso prezzo di 0,505 euro, si muovono in linea con le ordinarie ,segnando un rialzo del 27,6% a 0,44 euro.
Il mercato dunque premia. E buona parte degli analisti giudica positivamente l’operazione, con Hsbc che consiglia il “buy” rivendendo al rialzo la propria posizione. Ed Equita intravede nelle mosse di Kkr la chiave per la riapertura del dossier rete unica. Certo, prima di cantare vittoria bisognerà sciogliere una serie di nodi. Ubs ha rilasciato un’analisi in cui elenca i potenziali ostacoli, pur riconoscendo le “solide basi” dell’offerta del fondo americano.
Primo: l’offerta sarà accettata? Se è vero che “il premio è al di sopra della maggior parte dei recenti delisting registrati nel settore delle telecomunicazioni dell’Ue” e sebbene la valutazione possa sembrare “poco impegnativa” c’è da fare i conti con le prospettive dell’azienda e quindi l’accettazione dell’offerta dovrà tenerne conto. Secondo: l’approvazione da parte del Governo, ossia l’eventuale esercizio del Golden Power. “Non escludiamo che alcuni partiti politici possano opporsi all’operazione, tuttavia notiamo che il governo Draghi ha una forte cultura di mercato e vediamo spazio per un’intesa fra il governo e Kkr con l’obiettivo di trovare un terreno comune sulla rete di accesso fissa”. Terzo: un potenziale contro-rilancio da parte di Vivendi, che potrebbe non consentire al fondo di salire al 51%. Ma, evidenziano gli analisti di Ubs, Kkr può sfruttare le sue “credenziali forti” nonché la partecipazione del 37,5% in FiberCop. “Kkr potrebbe avere la flessibilità di ridefinire il contratto TI-FiberCop mentre quest’ultimo sarebbe vincolante per qualsiasi altro potenziale offerente”.
Secondo Jefferies “lo status quo potrebbe non essere più politicamente accettabile. C’è uno scenario credibile, in a nostro avviso, secondo cui Tim potrebbe non essere in grado di mantenere i suoi attuali piani di investimento Fttp nel medio termine. Le indicazioni sono a 3,5x a fine 2021 (incluse le passività di leasing) e l’attività domestica è in declino. Un ritorno guidato alla crescita nel 2022 è contingente. La guidance è stata abbassata dopo il 2° trimestre e dopo il 3° trimestre. Il governo ha detto che valuterà la proposta di Kkr e che l’interesse degli investitori stranieri è un buon segno”. Come anticipato da CorCom si potrebbe prospettare un “modello Terna” con scorporo della rete fissa e una governance simile a quella che caratterizza la rete elettrica in cui Cdp detiene una quota del 30% a salvaguardia della trasparenza. “Un problema da risolvere sarebbe la presenza di Cdp in entrambe le società di rete ossia Tim e Open Fiber: ed è qui che si intravede la riapertura del dossier rete unica per evitare che la Cassa sia concorrente di sé stessa.
Per Equita è improbabile che Vivendi accetti l’offerta al prezzo proposto: “Vivendi detiene oggi un potere di veto di fatto sulle operazioni straordinarie. Pensiamo che possa essere tentata di accettare l’offerta negoziando la migliore uscita possibile. Tuttavia finora ha commentato che è improbabile che sostenga l’offerta”. Riguardo a Cdp se accettasse l’offerta di Kkr, “eliminerebbe l’impasse strategica di avere una posizione sia in Tim che in Open Fiber, rimanendo esposta solo a Open Fiber e mantenendo l’opportunità di rilanciare il progetto rete unica, soprattutto se Kkr fosse a favore di una scissione della rete o fosse costretto a cedere il controllo della rete per il Golden Power”. Equita si dice scettica sulla possibilità di intervento da parte di altri fondi: “Pensiamo che offerte competitive siano improbabili data la complessità della situazione, anche se altri fondi stanno valutando il dossier secondo Bloomberg (Cvc, Advent) e quindi non sono da escludere, anche alla luce della posizione di apertura del governo”.
Intermonte considera l’offerta di Kkr preliminare percheé potrebbe anche aumentare sia per catturare ulteriori fattori potenziali di upside (dalla valorizzazione della rete e di Noovle all’M&A in Brasile) sia per contrastrare eventuali contro offerte. Intermonte, prima della manifestazione di interesse arrivata al cda, aveva già un target di 50 centesimi (praticamente lo stesso prezzo proposto dal fondo) e ora alzato a 55 centesimi.
“Fino ad oggi tendevamo a credere che una offerta estera su Tim non avrebbe potuto superare le condizioni della Golden Power visto l’insieme di asset strategici coinvolti – commentano gli analisti della banca d’investimento Akros -. Probabile che il coinvolgimento di un istituto di finanza pubblica come Cdp aiuterebbe a indirizzare la questione della proprietà della rete con un potenziale carve-out completo”. Su Vivendi, Akros sottolinea che se, alla luce delle condizioni dell’offerta di Kkr la posizione dei francesi “non è essenziale perché l’operazione vada in porto” tuttavia “una posizione contraria dei francesi alimenterebbe la speculazione su possibili controofferte. Akros ha un target price di 51 centesimi per azione a fronte di una media di target price dei broker (pre-offerta kkr) di 44 centesimi”.
Mediobanca Securities suggerisce di puntare sulle azioni di risparmio piuttosto che sulle quelle ordinarie. Nel report scritto da Fabio Pavan, il consiglio è di “maneggiare con cura”, in tal senso la via più sicura è puntare sulle risparmio considerando che il rendimento del dividendo “offre una buona protezione”. Mediobanca Securities ha una raccomandazione “neutral” su Telecom Italia con target a 0,44 euro. Per l’analista non vanno trascurate le possibili ricadute su due partecipate Tim Brasil e Inwit.