LA STRATEGIA

Tim, il nuovo piano a febbraio. Labriola: “Valuteremo ritorno al dividendo”



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All’indomani della presentazione dei conti l’Ad annuncia i prossimi step: la telco interessata a partnership con gli energy service provider, prevista entro marzo la prima operazione. Il dossier Sparkle procede secondo i piani, l’offerta vincolante attesa entro il 30 novembre. E sulla questione della restituzione di un miliardo di euro per il canone del 1998 si va verso la richiesta dell’esecuzione del pagamento

Pubblicato il 14 nov 2024

Federica Meta

Giornalista



Pietro Labriola 2

Il nuovo piano Tim a febbraio. L’annuncio arriva dal ceo, Pietro Labriola, nel corso della conference call sui conti dei primi nove mesi 2024. “Con la presentazione del piano 2025 – 2027” prevista per febbraio “dopo il primo anno della nuova Tim, avremo molto più spazio per dare dettagli circa il ritorno alla possibile remunerazione dei soci”, ha spiegato.

“Il debito netto si sta riducendo come previsto, nel quarto trimestre prevediamo che la tendenza accelererà come ogni anno, quindi la riduzione diventerà più sostanziale – ha precisato Labriola.

“È evidente – ha sottolineato – il continuo miglioramento del nostro asset brasiliano. Vale anche la pena ricordare che anche l’Ebitda domestico sta crescendo più velocemente dei ricavi, quindi abbiamo una buona leva operativa grazie alla crescita dei ricavi e allo stretto controllo dei costi”.

Il 2024 anno chiave per la crescita futura

Secondo quanto evidenziato dal manager, il 2024 è da considerarsi “anno chiave per porre le basi per la crescita futura”.

“A seguito dell’avvenuta cessione di Netco, la nuova Tim è operativa; abbiamo registrato una forte performance nei nove mesi e confermiamo la guidance per l’intero anno; abbiamo una maggiore flessibilità finanziaria e prevediamo di incassare 250 milioni dalla cessione della quota Inwit a fine novembre”. Alla luce di questo contesto, “vediamo margini di ulteriore miglioramento da confermare a fine anno con l’aggiornamento del piano”.

Riflettori sugli eneregy provider

Rispondendo alla domanda sulla possibilità di avviare collaborazione con gli energy provider, Labriola ha risposto: “Sì, siamo interessati, a fine marzo faremo qualcosa di questo genere. Quello che conta è che noi stiamo facendo il gioco del bundling con altri servizi già da vari anni”.

L’intervento del manager si è concentrato anche sul dossier Sparkle.
Sulla cessione della società dei cavi sottomarini “tutto sta andando avanti, stiamo discutendo secondo i piani”, ha assicurato Labriola.

Il nodo del canone da 1 miliardo

Infine, per quanto riguarda la restituzione da parte del Governo del canone concessorio canone da 1 miliardo, il numero uno di Tim ha fatto che “chiederemo l’esecuzione del pagamento”. “In questo periodo nulla impedisce la discussione su una transazione tra le parti”, ha aggiunto.

Il Governo ha di recente fatto ricorso alla Corte di Cassazione contro la sentenza della Corte di Appello sulla restituzione a Tim del canone concessorio da 500 milioni piu’ interessi del 1998. Il canone era stato preteso dallo Stato 25 anni fa ed era di poco superiore a 500 milioni di euro. Dopo un lungo iter giudiziario si è arrivati lo scorso aprile alla sentenza della Corte d’Appello che ha dato ragione al gruppo di tlc. Gli originari 500 milioni, calcolati gli interessi, valgono oggi oltre un miliardo.

Nel corso della call il general counsel di Tim, Agostino Nuzzolo, ha aggiunto che “si aspetta la decisione della Cassazione tra la fine del 2025 e il primo trimestre del 2026. Probabilmente il governo chiederà una sospensiva” della richiesta di esecuzione di pagamento. “Noi ci opporremo”, ha concluso.

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