LA SENTENZA

Tim, il tribunale di Milano: “Inammissibile il ricorso di Vivendi sulla cessione della rete”



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I giudici hanno riscontrato un doppio “difetto”, di interesse e di legittimazione ad agire, sulla richiesta dell’azionista della telco di annullare la delibera sulla vendita di Netco a Kkr. I francesi pronti all’appello

Pubblicato il 14 gen 2025



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Il Tribunale di Milano ha dichiarato inammissibile il ricorso di Vivendi contro la delibera del 5 novembre 2023 con la quale il cda di Tim ha approvato la vendita della rete fissa a Kkr. Per i giudici esiste un “difetto di interesse ad agire e difetto di legittimazione ad agire”.

Vivendi, primo socio del gruppo delle tlc italiano con il 23,75% del capitale, aveva chiesto, in sostanza, al Tribunale di Milano di annullare la delibera del cda con cui era stata venduta la rete fissa Netco al fondo statunitense Kkr perché l’operazione si era svolta senza passare per l’assemblea straordinaria.

Per Tim la scelta di vendere la rete fissa era stata un atto di gestione che non prevedeva modifiche all’oggetto sociale, né un voto dell’assemblea straordinaria.

Vivendi ha fatto sapere che presenterà appello contro la sentenza del Tribunale di Milano.

Vivendi, respinto il ricorso sulla vendita della rete Tim

La media company francese ha contestato la modalità di approvazione dell’operazione, che ha riguardato il solo consiglio di amministrazione senza passare da una assemblea degli azionisti, e la mancata attivazione della procedura prevista per le operazioni con parti correlate.

La causa in questione è la numero 44320/2024, promossa da Vivendi nei confronti di Tim, che aveva “ad oggetto la declaratoria di invalidità della delibera del Cda” di Tim del 5 novembre del 2023 riguardante l’ “approvazione dell’offerta per la cessione della rete fissa presentata da Kkr”. Secondo la sentenza depositata dalla Sezione civile specializzata in materia di impresa del Tribunale di Milano, presieduta da Angelo Mambriani, il gruppo francese “aveva dedotto, quali vizi di tale delibera, il contrasto con l’oggetto sociale, la violazione della competenza degli amministratori, l’omessa convocazione di assemblea straordinaria, il conflitto di interessi”.

I giudici, però, nella sentenza hanno dichiarato inammissibili le domande di Vivendi “per difetto di interesse ad agire” e “difetto di legittimazione ad agire”, come si legge nel comunicato del presidente del Tribunale Fabio Roia.

Nel procedimento Tim è stata assistita dagli avvocati Francesco Gatti, Carlo Pavesi e Andrea Zoppini.

“Vivendi prende atto della decisione del tribunale di Milano di respingere la causa contro la decisione del consiglio di amministrazione di Tim in merito alla vendita della sua rete fissa”, ha commentato il gruppo francese. “Nonostante il rigetto della sua richiesta per motivi puramente formali da parte del tribunale di Milano, Vivendi continua a credere che la vendita della rete di Tim avrebbe dovuto essere oggetto di un voto in un’assemblea degli azionisti in quanto è una risorsa essenziale della società che cambierebbe la finalità aziendale di Tim. Per questo motivo, Vivendi intende appellarsi a questa decisione”.

Il contenzioso non è chiuso: Vivendi farà appello

Tim ha perfezionato la vendita della rete fissa Netco, poi confluita in Fibercop, a un consorzio guidato dal fondo statunitense Kkr a luglio del 2023. Al consorzio partecipano anche il Mef con una quota del 16% e F2i con l’11,2%.

A dicembre del 2023 Vivendi ha presentato un ricorso nel merito al Tribunale di Milano contro la vendita della rete infrastrutturale decisa dal cda di Tim. Il gruppo dei media ha chiesto l’inapplicabilità dell’accordo di transazione stipulato il 6 novembre 2023 senza però esigere una sospensiva.

“Le attività previste dagli accordi con Kkr finalizzate al closing dell’operazione proseguiranno, pertanto, secondo quanto previsto, senza ritardi o interruzioni – aveva fatto sapere in quell’occasione Tim. – Quanto al contenuto dell’iniziativa di Vivendi (preannunciata da mesi al mercato con effetti sull’andamento dei corsi di Borsa), si fa presente che essa si fonda su argomenti che la Società ha già analizzato in dettaglio al momento dell’approvazione dell’operazione e che un confronto prodromico, pure più volte ricercato dalla Società, avrebbe forse aiutato in una migliore comprensione della vicenda e della sua legittimità ed evitato di prolungare nel tempo un clima di incertezza ed instabilità a danno degli azionisti e degli altri stakeholders di Tim”.

L’ultima udienza della causa civile a Milano si era tenuta il 14 novembre scorso e ora, dopo 60 giorni, i giudici hanno depositato il verdetto. Ma la disputa non è chiusa, visto che Vivendi farà appello.

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