L'OPERAZIONE

Tim, la mossa di Labriola: il manager compra 1 milione di azioni

Al prezzo unitario di 0,2084 euro per un controvalore di 208mila euro. Il titolo nella prima parte della giornata aveva subito forti oscillazioni al ribasso

Pubblicato il 22 Ago 2022

Paulo Vitale©All Rights reserved

L’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola ha acquistato sul mercato un pacchetto di un milione di azioni della telco a un prezzo unitario di 0,2084 euro, per un controvalore complessivo di 208.400 euro. Lo comunica Borsa Italiana. L’acquisto delle azioni avviene in una giornata turbolenta per l’azienda: il titolo in mattinata lasciava su strada quasi il 4% per poi riassestarsi a una perdita più contenuta.

Cosa c’è dietro l’acquisto di azioni

L’operazione da parte di Labriola rappresenta senza dubbio un segnale positivo: il manager con il piano industriale 2022-2024 intende imprimere una svolta dopo anni di conti al ribasso che hanno comportato anche una revisione dei conti 2021.  L’azienda punta a “mantenere le promesse fatte agli investitori istituzionali e ai piccoli azionisti che non vogliamo deludere”, ha scritto Labriola nei giorni scorsi in un post su Linkedin. Sul fronte debito si punta a “dare esecuzione al piano di discontinuità” anche per “accelerare lo sviluppo dell’azienda”. Infine, bisognerà “gestire il contesto in un periodo di alta inflazione, di elevata instabilità economica e di incertezza”. Il manager ha inoltre evidenziato che “la transizione digitale non si ferma, il settore delle telecomunicazioni sta ridisegnando il proprio modello di business e Tim è attore protagonista di questa evoluzione. Per questo andremo avanti per la nostra strada con determinazione, insieme”.

Il nuovo piano per la rete unica

Nei giorni scorsi la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, data per favorita dai sondaggi in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, ha detto a chiare lettere che Tim deve tornare sotto il controllo statale. Esternazione che fa il paio con le indiscrezioni circolate in merito all’ipotesi di un Opa sull’azienda da parte di Cassa depositi e prestiti per acquisirne la maggioranza e poi procedere all’integrazione con gli asset di Open Fiber. Un’ipotesi che piace ai sindacati da mesi sulle barricate per contrastare l’ipotesi di scorporo della rete.

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