IL MODELLO DI CALCOLO

Tim, la rete unica vale fra i 23 e i 26 miliardi

È quanto emerge dalle simulazioni effettuate dell’esperto di economia delle Tlc Maurizio Matteo Dècina. La forchetta più bassa nel caso di un multiplo medio di mercato pari a 8 e una percentuale di risparmi attribuibili pari al 50%. Per l’acquirente guadagno di 3 miliardi

Pubblicato il 17 Apr 2023

banda larga, fibra, internet1

Nel caso di un multiplo medio di mercato pari a 8 e una percentuale di risparmi attribuibili alla rete Tim pari al 50% (la restante parte sarebbe attribuibile all’acquirente), il valore dell’asset è pari a 23 miliardi di euro. In questo caso l’acquirente guadagnerebbe 3 miliardi. Mentre nel caso si attribuissero tutte le sinergie alla rete Tim (inclusa Open Fiber) il valore è pari a 26 miliardi. Questa la stima messa nero su bianco dall’economista esperto di Tlc Maurizio Matteo Dècina, attraverso un modello di simulazione (SCARICA QUI IL MODELLO).

L’impatto sul Pil

Secondo il modello di valutazione le offerte finora pervenute per la rete Tim non tengono conto né degli ingenti risparmi, né della crescita macroeconomica (nel caso di offerta pubblica) – spiega Dècina a CorCom -. Oltre alle sinergie della rete unica, l’impatto sul Pil è un altro parametro fondamentale che andrebbe attentamente preso in considerazione. Basti pensare che le attivazioni nelle zone bianche dopo 6 anni sono pari a 122.317, circa l’1,5% rispetto alle unità Immobiliari coperte dai bandi del 2017. I maggiori studi convergono sul fatto che per ogni 10% addizionale di linee attive il Pil possa avere una interessante crescita anche in termine di punti percentuali come stima la Banca Mondiale. Il Pil cresce infatti in funzione delle linee attive e non del numero di buche stradali. Con una architettura di rete ottimizzata e direttamente orientata ad un modello Ftth completo, le attivazioni sarebbero di gran lunga superiori a quelle sperimentate finora nelle zone bianche, con conseguente crescita macroeconomica proprio in quelle zone che più necessitano di connettività”.

Come funziona il modello di calcolo

Il modello è aperto a qualsiasi simulazione e punta a calcolare l’entità dei risparmi degli investimenti della rete unica e la crescita del Pil per effetto di una accelerazione delle attivazioni.

Benché il calcolo degli impatti sul Pil non abbia alcun effetto sulla valutazione della rete Tim, il calcolo dei risparmi ha invece un diretto impatto sulla valutazione della rete Tim – spiega l’economista – poiché consentirebbe agli investitori di risparmiare tali risorse nel cablaggio delle restanti unità immobiliari.

Il risparmio degli investimenti è caratterizzato da due fattori: “Il primo riguarda l’ottimizzazione delle operazioni di cablaggio nazionale derivante dal riutilizzo della rete esistente cui va aggiunta la tratta finale in fibra per arrivare ad una rete completa in Ftth a costi minori; il secondo riguarda l’implementazione di un piano unico senza duplicazione di infrastrutture”, spiega Dècina evidenziando che “i due fattori sommati costituiscono il risparmio degli investimenti generato da un progetto di rete unica”.  L’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti e l’unicità del piano di cablaggio favoriscono inoltre una maggiore velocità di attivazione, parametro fondamentale per misurare gli impatti sul Pil, puntualizza l’esperto.

Nel modello di simulazione sono stati evidenziati in rosso i parametri chiave. È possibile simulare vari scenari con i relativi risultati. Nella parte finale del modello è illustrata una tabella sinottica con tutti i possibili valori della rete Tim in funzione di due parametri: il multiplo Ebitda e la percentuale di risparmi di un progetto di rete unica attribuibili alla rete Tim.

I dati elaborati dagli algoritmi

Per la misurazione degli impatti sul Pil sono stati presi in considerazione gli algoritmi dei maggiori studi che relazionano la percentuale di attivazioni di linee in larga banda con la percentuale di crescita del Pil: “In questo modello di calcolo, per ragioni conservative, è stata considerata solamente la metà dell’impatto medio indicato dagli algoritmi”, puntualizza Dècina. “L’accelerazione delle attivazioni è data da un migliore e più veloce processo di cablaggio dove l’architettura di rete arriva direttamente all’unità immobiliare. Benché il calcolo degli impatti sul Pil non abbia alcun effetto sulla valutazione della rete Tim in una logica di investimenti privati, il calcolo dei risparmi ha invece un diretto impatto sulla valutazione della rete Tim poiché consentirebbe agli investitori di risparmiare tali risorse nel cablaggio delle restanti unità immobiliari”

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