L’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola continua ad acquistare azioni della telco: dopo gli 1,5 milioni di pezzi comprati nelle scorse settimane oggi se ne aggiungono ulteriori 270mila per un controvalore di 48.789 euro (le azioni sono state acquistate al prezzo di di 0,1807 euro).
Il venerdì nero
Il manager dunque rilancia nonostante il titolo sia in sofferenza: venerdì 16 settembre la giornata più nera con un tonfo superiore all’8% dovuto al downgrade di Barclays che ha tagliato il prezzo obiettivo del 21%. La settimana si apre però all’insegna del rialzo: in Borsa il titolo Tim a nel primo pomeriggio guadagna oltre il 2% per poi chiudere a +2,62%.
La squadra dei manager fa quadrato
Nei giorni scorsi a sostegno di Labriola si è schierata NoiD Telecom, l’associazione di donne delle aziende del gruppo Tim, “NoiD Telecom è a fianco dell’Ad Pietro Labriola nella realizzazione del Piano per garantire generazione di valore e innovazione di tecnologia e processi”, scrive l’Associazione sul suo profilo LinkedIn.
Labriola da parte sua ha inviato i manager dell’azienda a non farsi condizionare dall’andamento a Piazza Affari – “il titolo è sottovalutato” – ma a concentrarsi sui risultati. “Con la semestrale abbiamo dato un grande segnale al mercato rivedendo al rialzo la guidance, frutto dell’ottimo lavoro fatto a livello domestico: andiamo avanti in questa direzione – sottolineava l’Ad – Del resto il trend positivo è proseguito anche nei mesi di luglio e agosto, dobbiamo quindi accelerare il passo, siamo una grande azienda”.
In Brasile si riapre il dossier Oi
Tim Brasil, Telefonica Brasil e Claro hanno chiesto di abbassare di 3,2 miliardi di reais (605,05 milioni di dollari) il prezzo dell’accordo per l’acquisto delle attività di telefonia mobile della rivale Oi in Brasile, come risulta da documenti depositati lunedì. Le tre aziende avevano concordato di acquisire le attività di telefonia mobile di Oi in un’asta alla fine del 2020 con un’offerta congiunta di circa 16 miliardi di reais.
Tuttavia, l’analisi successiva all’operazione ha evidenziato la necessità di un prezzo di chiusura rettificato, ha dichiarato Tim in un deposito titoli, citando le divergenze nei dati relativi al capitale circolante, alle spese in conto capitale e ai ricavi netti che sono state riscontrate nei documenti disponibili solo dopo la chiusura.
In un documento separato, Oi ha dichiarato di essere fortemente in disaccordo con la richiesta di ridurre il prezzo di circa un quinto, che ha definito basata su errori tecnici e procedurali, e che adotterà misure per contestarla.