Meno regole, più investimenti per accelerare i processi di innovazione. L’Ad di Tim, Pietro Labriola, a margine del dell’evento “La Ripartenza, liberi di pensare’” a Milano, ha delineato la strategia per una crescita sostenuta e sostenibile, evidenziando le interconnessioni tra mercati sempre più globalizzati e la necessità di alleggerire il quadro regolatorio.
“I modelli di innovazione oggi cominciano a essere sempre più complessi da prevedere – ha sottolineato Labriola – Ci troviamo in un contesto nel quale, rispetto al passato, il mercato è un mercato globale. Il punto cardine è se lavori su un mercato globale non puoi avere delle regole per differenti continenti, perché questo non permette una corretta comparazione e quindi rischi di avere degli arbitraggi nei modelli di innovazione: io vado a rinnovare dove ho meno regole”.
L’esempio di Trump
E le mosse di Trump lo dimostrano. “Oggi – ha osservato il manager- l’esempio di Trump ha tolto tutti i vincoli allo sviluppo dell’intelligenza artificiale; è giusto o sbagliato da un punto di vista etico? Non voglio entrare nel merito, ma se voi foste un’azienda e doveste investire i vostri capitali per l’innovazione, dove lo fareste? Questo è il punto di attenzione principale”.
“Dopo essere stato nominato, Trump in una settimana ha fatto 70 norme e ha cambiato tutto quanto; noi abbiamo nominato Ursula von der Leyen – ha detto – Io non voglio essere presuntuoso, ma ritengo che di telecomunicazione ne capisco. Ho incontrato due commissari Ue e ho detto loro: ‘Abbiamo questi problemi’. Bene, la risposta è stata: “Per gennaio del 2026 avremo qualche idea”. Il problema è che io a gennaio del 2026 non ci sto, sono morto”.
Questo per dire che, spiega Labriola, “quando oggi parliamo di innovazione, per quanto sia brutto dirlo, le regole fanno la differenza: fintanto che tu ti occupi di un settore specifico che non è soggetto a tante regole, è corretto che se uno ha un’idea più brillante rispetto a te, vince. Ma se ti trovi, come noi, in un’azienda che ha quasi cento anni, con oggi 17.000 dipendenti e una quantità di regole e vincoli nel poter fare le cose, regole che vengono imposte in Europa e in Italia e devo competere con dei soggetti che magari sono negli Stati Uniti e che non sono soggetti alle stesse regole, il punto è abbastanza chiaro”.
I modelli di sviluppo e di welfare
Focus anche sui modelli di sviluppo e sul welfare. Secondo il manager “oggi Paesi come l’Italia, la Francia, la Spagna e la Germania, che hanno una profonda cultura del Welfare e della tutela del posto di lavoro, non riescono a competere con Paesi come Gran Bretagna e Stati Uniti, nel quale il liberismo e la distruzione creatrice si gioca anche sulla base di regole di massima flessibilità. In Gran Bretagna, ad esempio, British telecom aveva dei problemi di conto economico; l’anno scorso ha messo fuori 40.000 persone. Non c’è stata una pagina di giornale, né un’interrogazione parlamentare perché deve competere con determinati soggetti che competono con altri tipologie di leve e non è stato fatto un problema”.
E allora, conclude, “se io voglio competere con Elon Musk, probabilmente non ho bisogno di 17.000 persone. Vuoi abbracciare il liberismo? Tutti contro tutti, come mi hanno insegnato all’università, però tutti quanti devono avere le stesse regole”.
Su Tim “fiducia” nel raggiungimento del target
L’evento è stato anche l’occasione per fare il punto su Tim. Labriola si è detto fiducioso su target. “Al terzo quarter avevamo detto che eravamo fiduciosi di quello che stavamo facendo, e lo ripeto: siamo fiduciosi sul raggiungimento dei target”, ha chiarito
Il dossier Sparkle
Fiducia anche sul dossier Sparkle. A chi gli domandava un commento sulla nuova proroga della cessione, l’Ad di Tim è stato netto: “Su queste cose non scherziamo. Siamo un’azienda quotata in borsa, stiamo discutendo con il governo, quindi cerchiamo di stare su quelle che sono le dinamiche di business reali, non inseguiamo cose che non esistono”.
Il 23 gennaio è stata rinviata ancora la deadline per la decisione finale sull’offerta da 700 milioni presentata dal Ministero dell’Economia e da Retelit attraverso il fondo Asterion. In prima battuta fissata al 30 novembre la deadline è slittata già diverse volte ed è ora st gennaata ricalendarizzata al 15 marzo.