Se le persone usano gli over the top per telefonare, messaggiare e videochiamare, perché le regole sul servizio di telecomunicazione sono solo per le telco? La disparità di trattamento sul mercato e di condizioni competitive tra l’industria delle tlc e i colossi del digitale è stata nuovamente portata alla luce da Pietro Labriola, ceo di Tim, intervenuto a “5&Co.”, conferenza internazionale promossa e organizzata dal Cnit (Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni).
“Tutta la normativa nasce per regolare soggetti che fornivano un servizio basilare, le telefonate. Trasliamoci al 2024, la maggior parte effettua telefonate via Wapp, Messenger, Telegram. Perché le normative e gli obblighi sono solo per le telco?”, ha affermato Labriola. “Il servizio erogato è lo stesso, siamo al paradosso”. Il mercato “non ha più confini, le differenze tra servizi It hyperscaler e tlc sono sempre minori, ma le normative riguardano solo gli operatori di tlc. Perché un servizio di connettività satellitare è fornito senza dare call center 24 ore su 24 gratuito? Che differenza c’è tra Ftth e il servizio di connettività satellitare?“, ha aggiunto Labriola.
Labriola: “Regole uguali” per tutti, oggi “chi investe sono le telco”
“Non voglio fare battaglie di retroguardia”, tipo “regoliamo tutto”, ha proseguito Labriola. “Faccio una provocazione, non regoliamo nulla”, ma servono “regole uguali” per tutti e “non possiamo aspettare due anni”. Anche perché “chi investe sono le telco e io non riesco ad andare dagli azionisti e a dire di investire se non riesco a generare cassa”.
Labriola è intervenuto anche sull’annosa questione del consolidamento nelle tlc: nel settore, in Italia e in Europa, “si fa sentire con sempre maggior forza l’urgenza di un consolidamento necessario a superare una frammentazione che frena gli ingenti investimenti necessari”. Con il superamento del modello verticalmente integrato e la strategia del piano triennale “saremo in grado di avere la flessibilità strategica e finanziaria necessaria per cogliere eventuali occasioni in un mercato che sta affrontando una fase di grandi cambiamenti e di consolidamento”, ha aggiunto il numero uno di Tim.
Tim-Starlink: un modello tecnico per analizzare le interferenze
Intanto entra nel vivo il confronto tra Tim e Starlink con il tavolo annunciato nei giorni scorsi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: si è tenuto, infatti, presso il Mimit il primo incontro tra le due parti, durante il quale il ministero ha illustrato un modello tecnico per l’analisi elaborato dalla Fondazione Ugo Bordoni, in house del Ministero, e ha chiesto alle due aziende di ricevere i dati tecnici necessari per lo studio delle frequenze entro il 24 aprile.
Successivamente verrà eseguita una simulazione al fine di stimare eventuali interferenze. L’esito dell’analisi verrà fornito alle società entro i successivi 20 giorni, così da indicare una soluzione volta al coordinamento tra le parti.
L’operatore controllato da SpaceX aveva chiesto nei giorni scorsi al Mimit un tavolo di mediazione per verificare le condizioni di coesistenza tra il servizio che intendono mettere in campo e quello già esistente di Tim e il Mimit era intervenuto come parte attiva.
“Il ministero si fa subito partecipe di un tavolo di confronto e di coordinamento tra Tim e Starlink per trovare una soluzione che possa consentire la convivenza al meglio delle due tecnologie, come prescrive peraltro la legge”, ha indicato la scorsa settimana Urso. “Come ministero, dobbiamo garantire le parti e quindi Tim, i dati e le informazioni che possiede, e nel contempo consentire ad attori come Starlink e altri di utilizzare questa nuova tecnologia a beneficio di tutti. Sarà il ministero parte protagonista nella mediazione e nel confronto tra gli attori e nell’individuazione di una soluzione migliore che e possa garantire l’interesse nazionale”.
Levi: “Catasto elettromagnetico e semplificazione del permitting mobile”
Un tavolo di confronto pubblico-privato sulle norme per i campi elettromagnetici e le autorizzazioni agli operatori mobile è anche quello che chiede Iliad: l’azienda “auspica un modello di collaborazione pubblico-privato per affrontare le criticità del settore e costruire un futuro digitale migliore per l’Italia. Iliad si fa promotrice di un dialogo aperto e costruttivo tra tutti gli attori della filiera tlc: operatori, enti locali, Arpa“, ha affermato il ceo di Iliad, Benedetto Levi, durante il 5G&co. “La nostra idea è di lavorare tutti insieme per realizzare quanto prima un catasto elettromagnetico nazionale interattivo, basato su una piattaforma Gis, che consenta di utilizzare al meglio le nuove regole, con un risparmio di tempo e di costi gestionali enorme, tanto per gli operatori quanto per la Pa, e con una conseguente accelerazione del deployment delle nuove reti, sfruttando al meglio lo spazio assegnato a ciascuno di noi. L’ordinamento italiano prevede già la realizzazione di un catasto elettromagnetico nazionale, ad oggi mai completamente implementato, uno strumento che riteniamo possa fornire una base solida per garantire a noi operatori una migliore pianificazione delle risorse e una maggiore efficienza nell’implementazione delle reti”.
Levi ha anche elogiato “l’impegno significativo” del governo “nel promuovere le telecomunicazioni mobili”, aggiungendo che ora “è essenziale ora guardare al futuro a lungo termine, creando un contesto favorevole che permetta a tutti di sfruttare appieno il loro potenziale per lo sviluppo economico e industriale del Paese. Iliad si impegna a trovare soluzioni innovative e di sistema in questa fase di cambiamenti, collaborando con il governo e l’intera filiera per affrontare le sfide di un settore centrale per il nostro Paese”.
In particolare sullo sviluppo del 5G, “l’obiettivo è assicurare una collaborazione sistemica”, ha detto Levi. “Come operatori di telecomunicazioni possiamo sicuramente offrire un contributo aggiuntivo al già enorme impegno nel realizzare, mantenere e aggiornare le reti. Tuttavia, la guida e il coordinamento su questi aspetti cruciali devono essere cercati altrove, coinvolgendo altri soggetti competenti”.
Asstel, riflettori accesi sulle competenze
“È necessario formare una nuova generazione per la quarta rivoluzione industriale attraverso azioni di orientamento strutturali e diffuse nelle scuole e l’inserimento di corsi specifici nelle università“, ha affermato Laura di Raimondo, direttrice generale di Asstel, nel corso dell’evento ‘5G&Co. “La filiera delle telecomunicazioni è sempre più strategica per la competitività e lo sviluppo del Paese, in quanto le imprese del settore sono abilitatrici della trasformazione digitale grazie alla offerta di connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati. In questo scenario è necessario integrare nelle aziende nuove figure professionali capaci di guidare l’innovazione attivando il circolo virtuoso competenze, innovazione, nuovi servizi e generazione del valore”.
In particolare, ha proseguito di Raimondo, “l’avvento dell’Ai impone una concreta accelerazione per dotare le imprese di professionalità aggiornate e innovative: l’intelligenza artificiale è alleato imprescindibile per la filiera delle telecomunicazioni, trovando un vasto range di applicazioni in ambito di progettazione, implementazione, e manutenzione delle reti nonché per potenziare la customer experience dei nuovi servizi digitali. È per questo che la collaborazione tra istituzioni, associazioni di rappresentanza, imprese e mondo accademico è sempre più importante ai fini della formazione di nuove professionalità da inserire nel mercato del lavoro. E in questo senso va anche il Memorandum of understanding recentemente siglato con la Fondazione Restart“.
Enrico Letta presenta il rapporto sul mercato unico
Oggi è stato anche il giorno della conferenza stampa in cui Enrico Letta ha presentato il suo rapporto sul futuro del Mercato unico, anticipato ieri da CorCom, insieme al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
Nel suo intervento MIchel ha evidenziato i punti che l’Europa dovrà affrontare nella prorpia programmazione strategica per il futuro: l’Unione dei mercati dei capitali, gli aiuti di Stato, il ruolo della Banca europea degli investimenti, il dibattito sul debito comune, il finanziamento comune, dove non c’e’ unanimità.
“Il mio mantra è che il mercato unico deve parlare con tutti i cittadini europei – ha detto Letta – Troppe volte viene percepito come un’opportunità per i cittadini che sanno parlare tre lingue o per le imprese, ma le pmi non lo sfruttano perché sono piccole. Questa relazione cerca di proporre un mercato unico che parla a a tutti e spero che questo punto possa essere una parte cruciale del dibattito sulla campagna elettorale”.
“Per quanto riguarda le telecomunicazioni – prosegue Letta – non sto dicendo che dobbiamo diventare come gli Usa. La mia relazione non vuole affermare che gli Stati Uniti sono il modello, che dobbiamo diventare come gli Stati Uniti, dobbiamo essere l’Unione europea. Dobbiamo essere veramente Unione europea, perché oggi non siamo Unione Europea in molti settori importanti in cui ci sono 27 categorie. Il settore europeo delle telecomunicazioni è uno di questi perché abbiamo 27 sistemi. E in realtà, tra 103 operatori europei penso che si possa trovare un buon compromesso con una buona soddisfazione per il consumatore. Negli anni Ottanta e Novanta la rivoluzione tecnologica nelle tlc era sotto leadership europea – conclude – E lo era anche per via della dimensione e dell’innovazione. Oggi siamo in uno scenario in cui siamo indietro e siamo messi ai margini”.