IL DOSSIER NETCO

Tim, l’ultimo appello al cda: “È tempo di decisioni e responsabilità”

Da Cnq a NoiD, da Asati a Federmanager: mobilitazione comune affinché si arrivi a una quadra finale. Domani verdetto o nuova proroga?

Pubblicato il 04 Nov 2023

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Da Cnq, l’Associazione dei quadri e delle alte professionalità del gruppo Tim, a NoiD che rappresenta la voce femminile dell’azienda, passando per Asati, l’associazione dei piccoli azionisti Tim a Federmanager, l’associazione dei manager italiani. È ampio il campo di chi chiede una decisione definitiva sul dossier Netco affinché si possa garantire un futuro sostenibile all’azienda e si possa accelerare sul progetto di una rete a governance italiana.

Verdetto o proroga?

Domani, domenica 5 novembre, il cda è chiamato al verdetto sull’offerta vincolante di Kkr – sul tavolo anche l’offerta non vincolante per Sparkle e la proposta del fondo Merlyn che invece vorrebbe sparigliare le carte riportando tutto alla casella di inizio. Ma fonti di Palazzo Chigi hanno già fatto sapere che “qualsiasi altra iniziativa (a Kkr-Mef, ndr) è estranea alle intenzioni del Governo.

Proposta peraltro che non convince neanche gli analisti: “Oltre a non avere il supporto del governo e a mancare totalmente di elementi concreti che diano qualche garanzia sulla fattibilità della proposta, il piano solleva a nostro avviso forti perplessità anche sulla sostenibilità finanziaria in quanto ai valori di mercato di oggi, la cessione di Tim Brasil non migliora il leverage del gruppo”, è il parere di Equita secondo cui “la cessione di Tim Brasil avrebbe quindi un impatto finanziario positivo solo se condotta con un premio molto elevato rispetto ai valori di mercato correnti, come ribadito in passato anche dalla società. Inoltre la cessione di ConsumerCo difficilmente può avvenire a valori interessanti prima di aver completato il turnaround”.

Resta sul tavolo la “questione” Vivendi: il primo azionista di Tim (che non ha consiglieri in cda) non considererebbe congrua l’offerta di Kkr ma d’altro canto non si capisce dove voglia andare a parare e quale sarebbe il piano B.

Cnq: “Sprecare altro tempo sarebbe gravissimo”

“Non servono scontri e confitti che non fanno altro che danneggiare la società e frenare il suo sviluppo. Bisogna essere uniti e lo diciamo da azionisti oltre che come rappresentanti dei quadri e delle alte professionalità del Gruppo”, è l’appello di dice Mauro Martinez, presidente di Cnq. “Dobbiamo traguardare insieme gli obiettivi che ci siamo dati, perché non siamo mai stati così vicini a risolvere il problema di un debito caricato su questa azienda da scalate dei cosiddetti ‘capitani coraggiosi’ e certo non generato dalle operazioni del management che dopo anni finalmente sta portando l’azienda vicino all’obiettivo della sua riduzione. Questo è il momento giusto e sprecarlo sarebbe gravissimo”.

NoiD: “Se non si approva il piano conseguenze su occupazione e sviluppo”

Si aggiunge all’appello NoiD, l’associazione delle donne del Gruppo Tim: “Il piano è stato approvato nel 2022 da tutto il Consiglio, dentro c’era anche Vivendi. Non è il piano di Labriola e non deve essere considerato un fatto personale perché è il frutto delle analisi di gran parte del management di Tim che conosce bene il mercato delle Tlc e sa ciò che è realizzabile e ciò che non lo è”, sottolinea la presidente Cristina Carollo. “Considerato che tutti gli elementi sono sul tavolo e che sono stati condivisi man mano che sono stati arricchiti di dettagli, ora è tempo di decidere, evitando di far accadere quello che avviene tipicamente in Italia, ossia che le decisioni devono essere prese dai giudici. Ci aspettiamo che tutti i decisori, consiglieri ed eventualmente gli azionisti si assumano la responsabilità delle loro azioni pensando alle conseguenze che hanno sul titolo, sull’occupazione, sui piani di sviluppo di Tim”.

Asati: “Operazione fondamentale, decisione ora”

“Asati invita l’azienda e in particolare il Consiglio di amministrazione di Tim a concentrarsi sull’importante offerta allo studio – affinché venga esaminata con la massima attenzione – considerato che si tratta di un’operazione di fondamentale importanza per il futuro dell’azienda, del settore e del Paese. Esortiamo il Consiglio a prendere rapidamente una decisione chiara su questo tema che ormai si trascina da oltre un decennio, tenendo a mente che l’operazione non riguarda soltanto i grandi azionisti, ma anche e soprattutto tutti i dipendenti di questa azienda e i piccoli azionisti che Asati rappresenta. Che si prenda una decisione ora”, esorta il presidente Franco Lombardi.

Federmanager: “L’offerta di Kkr unica prospettiva per il futuro del settore Tlc”

“La via da seguire per il futuro delle telecomunicazioni nel nostro paese ormai è stata tracciata ed ora non si può tornare indietro né perdere altro tempo”: queste le considerazioni del direttore generale di Federmanager, Mario Cardoni. “L’offerta vincolante sulla NetCo lanciata dal fondo Kkr nell’operazione che conduce alla gestione separata dell’infrastruttura di rete, e che prevede la partecipazione diretta del Tesoro, costituisce oggi l’unica prospettiva perseguibile per il futuro non solo di Tim ma dell’intero settore delle Telco. Considerata l’esposizione debitoria accumulata dal Gruppo Tim, il piano industriale varato ormai quasi due anni fa ci sembra l’unico che possa consentire di ripartire da un assetto societario fondato su basi finanziarie più sostenibili nel lungo periodo e di affrontare i delicati temi della salvaguardia dell’occupazione e della sicurezza delle infrastrutture strategiche”.  E ancora: “In questo momento dobbiamo preoccuparci di rafforzare il valore di un asset strategico nazionale, evitando di esporre l’azienda a manovre speculative che potrebbero danneggiare la società e gli azionisti» sostiene Federmanager, esprimendo un forte auspicio affinché finalmente si affermi una strategia chiara per il futuro di un settore di business dove la competizione ormai è insostenibile”.

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