Il rating di Tim rimane invariato a “Ba1”, ma l’outlook scende da “stabile” a “negativo”. Questa la decisione dell’agenzia di rating Moody’s, secondo cui l’operatore “continuerà a operare in un contesto molto competitivo e a lungo con una leva finanziaria alta, malgrado la forte determinazione del management a ridurre il debito”.
Scorrendo l’analisi dell’agenzia statunitense emerge che il rapporto tra debito netto ‘rettificato’ ed ebitda rimarrà vicino alle 4 volte nel 2019 e sopra le 3,5 volte nel 2020, “al sopra dei livelli di tolleranza” della categoria di rating assegnata all’operatore. A mitigare l’alto livello di leva, secondo l’analisi di Moody’s, è “parzialmente mitigato” dall’impegno dell’Ad Luigi Gubitosi “a dare priorità alla riduzione del debito” oltre che dalla possibilità che si assista “a un graduale miglioramento della performance operativa” grazie a una ripresa dei ricavi dal 2020.
“In particolare – spiega Moody’s – le attuali discussioni per una potenziale fusione della rete fissa di Tim con Open Fiber, l’annunciato accordo di condivisione del network con Vodafone e altre possibili misure per migliorare la forza del merito di credito di Tim sono certamente positive e riflettono la determinazione del management e la capacità di esecuzione”.