Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da Tim in merito alla maxi-multa da 116 milioni inflitta dall’Antitrust per abuso di posizione dominante nella fibra. Secondo i giudici amministrativi non esistono i presupposti per una deroga, fatta salva quella automatica legata alle misure Covid-19 che hanno già fatto a slittare a ottobre i termini di pagamento. E secondo quanto si apprende fino ad aprile 2021 saranno dovuti solo gli interessi legali e dunque c’è ancora tempo per un eventuale colpo di scena contrordine relativamente alla decisione nel merito.
La richiesta di Tim è stata respinta perché secondo il Tar non esistono i presupposti di “estrema gravità e urgenza” per l’adozione delle misure cautelari richieste, considerato che “il pregiudizio dedotto da parte ricorrente non si palesa consistente, visto il rapporto tra l’entità della sanzione e il fatturato riconducibile all’impresa, ferma restando la possibilità di chiedere la rateizzazione dell’importo”, e “non si rinviene anche il presupposto per concedere il rilascio di una garanzia o di una cauzione in sostituzione del pagamento della sanzione”. Bocciata anche “la richiamata necessità di destinare le somme di cui alla sanzione allo sviluppo della rete”: secondo il Tar “non è corroborata da elementi oggettivi che inducano a rilevare l’assenza di risorse economiche liquide e alternative per tale destinazione”.