Le leve strategiche di Tim: 5G, competenze e sostenibilità
Quanto alle competenze interne, “continuano ad evolvere in azienda sui temi della digitalizzazione, dal cloud agli analytics all’Ai, le tecnologie base del futuro su cui si costruiscono l’efficienza dei processi e i nuovi servizi”.
Altra leva evidenziata da Ongaro è il presidio di mercato: “Siamo un operatore territoriale e distribuito, serviamo sia le imprese che la PA con servizi end-to-end”.
E poi c’è anche il focus sulla sostenibilità, dettato non solo dal fatto che le telecomunicazioni sono uno dei settori più energivori, ma anche dalla consapevolezza che “la transizione digitale e green è una grande opportunità per ripensare i processi rendendoli nativamente più produttivi, efficienti e sostenibili”.
Delayering, nuovo modello di innovazione per le telco
Il settore delle Tlc è, notoriamente, in crisi e il modello di innovazione deve cambiare. La trasformazione di Tim potrebbe rappresentare una nuova via, ha affermato Ongaro. L’industria delle telco è impegnata a fare investimenti infrastrutturali (in particolare nell’Ftth e nel 5G) ormai insostenibili, a tassi di circa il 25% dei ricavi totali. D’altra parte il traffico dati cresce a doppia cifra da anni ma non porta ricavi incrementali, sia per la guerra sui prezzi, sia per il mancato consolidamento che non permette le economie di scala, sia per il set di regole che non è più adeguato alle condizioni di mercato, inclusa la presenza degli Over the top.
In questo scenario, “si è creato un collo di bottiglia e non ci sono più risorse da mettere nell’innovazione”, ha detto Ongaro. “Le telco sono di fronte a un percorso obbligato: infrastrutture e consolidamento. Il delayering che sta facendo Tim è proprio questo: individuare i modelli di business della filiera e specializzarsi sulle singole componenti per recuperare risorse da investire in innovazione e sviluppo. Ogni azienda è diversa, ma è una possibile via da seguire”.