LA RETE NAZIONALE

Tim-Open Fiber, chi si prenderà le aree nere?

Se dovesse andare in porto l’offerta Cdp-Macquaire e a catena il progetto di integrazione degli asset delle due telco bisognerà “scorporare” le infrastrutture in sovrapposizione nelle città pena il mancato via libera all’operazione da parte dell’Antitrust Ue. In ballo circa 2 milioni di linee. I sindacati in allarme: chiesto incontro urgente con Meloni

Pubblicato il 08 Mar 2023

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Evitare la scure dell’Antitrust Ue: è questo il nodo numero due, dopo quello economico, nell’ambito dell’offerta di Cdp-Macquaire su Netco. Se i francesi di Vivendi accetteranno i 18 miliardi messi sul piatto (l’offerta di Kkr ancora sul tavolo si aggira attorno ai 20 miliardi ma a condizioni diversi in termini di cash e clausole occupazionali) bisognerà passare alla fase due, quella che nell’ambito del progetto di rete nazionale – perché è in questa direzione che si va a parare – alias dell’integrazione degli asset di rete Tim-Open Fiber, deve evitare la bocciatura del piano da parte di Bruxelles.

In ballo 2 milioni di linee fisse nelle aree nere

La questione riguarda in particolare il business delle due telco nelle aree nere, in particolare le città o comunque quelle ad alta redditività dove ci sono già sovrapposizioni e dove può aprirsi il delicato capitolo della concorrenza di mercato. Per evitare che l’Europa vada a indagare sulla questione di un “nuovo monopolio” bisognerà scorporare – e quindi vendere – porzioni di rete. E secondo fonti stampa ci sarebbero in ballo circa 2 milioni di linee fisse. La questione è nota da tempo ma se il piano Cdp-Macquarie dovesse concretizzarsi bisognerà passare dal dire al fare. Chi si prenderà le aree nere in questione? Ci potrebbero essere una serie di telco interessate, a partire da Fastweb ma anche operatori più locali che mirano all’espansione nazionale. E la partita interesserebbe anche una serie di fondi a partire da F2i.

Il 10 marzo il Comitato nomine, poi il dossier sul tavolo del Cda

Il comitato parte correlate di Tim si riunisce venerdì 10 marzo per valutare l’offerta di Cdp e Macquaire. Il comitato è chiamato ad avviare le dovute procedure – Cdp è azionista di Tim con una quota alla soglia del 10% nonché di Open Fiber al 60%. Sarà poi il Cda convocato per il 15 marzo (che era già in programma) a esaminare l’offerta, a meno che non venga fissata una nuova data. Sul piatto resta ancora l’offerta non vincolante di Kkr la cui deadline è il 24 marzo anche se Tim nei giorni scorsi ha già fatto sapere che non è abbastanza soddisfacente, ma il fondo potrebbe aggiustare il tiro anche in vista della scadenza dell’offerta (sempre non vincolante) di Cdp e Macquarie fissata al 31 marzo.

I sindacati chiedono incontro urgente con Meloni

In allarme i sindacati e la Uilcom chiede un incontro urgente al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “L’Italia ha bisogno di una rete che sia funzionale alle aspettative di un Paese come il nostro ma, allo stesso tempo, pensiamo che così come accaduto in tutte le altre nazioni europee si possano trovare soluzioni migliori per garantire gli investimenti, senza svendere ricorrendo a “fondi speculativi” che certamente non hanno come primo obiettivo quello della salvaguardia dei livelli occupazionali”, si legge in una nota in cui il sindacato esprime forti preoccupazioni su come “si sta gestendo il “dossier sulla Rete”, anche alla luce delle offerte arrivate per acquisire la Netco da parte di fondi Internazionali”.

“Siamo davanti a offerte da parte di fndi stranieri che sono pronti a investire pur di prendere un asset importante come quello dell’infrastruttura di Tim ed una partecipazione in Sparkle. Tutto ciò con la complicità di Cassa Depositi Prestiti che, utilizzando le risorse dei risparmiatori, si affida al Fondo Macquarie per spezzare l’ex monopolista e condannare pesantemente il destino di migliaia di lavoratori a una grossa incertezza sul loro futuro occupazionale. Abbiamo rappresentato la nostra contrarietà ad operazioni di “spezzatino”, ribadendo a più riprese l’invito al governo a valutare altre opzioni”.

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