IL DOSSIER NETCO

Tim, partita pubblica da 10 miliardi. Servirà un Dpcm?

Il memorandum non è l’unico step: per la firma da parte del ministero dell’Economia potrebbe essere necessario un decreto e il prossimo Consiglio dei ministri è previsto il 28 agosto. Bocche cucite da parte del primo azionista Vivendi: silenzio-assenso o quiete prima della tempesta?

Pubblicato il 10 Ago 2023

Palazzo_Chigi_-_Roma_(2010)

Agosto di fuoco per il dossier Netco: il memorandum d’intesa a quattro – Ministero economia, Cassa depositi e prestiti, F2i e Kkr – potrebbe essere questione di ore. Ma per ufficializzare la discesa in campo del Mef potrebbe essere necessario un decreto della presidenza del Consiglio e il primo appuntamento utile è quello calendarizzato il 28 agosto, dopo la pausa estiva.

L’advisor del Mef

Le indiscrezioni sul dossier si arricchiscono di dettagli: il ministero avrebbe già individuato l’advisor – circolano i nomi di Ubs e Jefferies – e la data del 28 agosto diventa fondamentale considerando che fa il paio con la deadline di Kkr per chiudere il finanziamento con un pool di banche riguardo all’offerta presentata al cda di Tim e che resta valida fino al 30 settembre.

La minoranza di blocco con il 35%

Da chiarire i pesi dei tre protagonisti italiani e anche il valore economico della partita: il ministero dell’Economia avrà una presenza diretta o attraverso un veicolo? E quale? E ancora: a quanto ammonta la percentuale della presenza “pubblica”? Si parla di una quota del 35%, la cosiddetta “minoranza di blocco”.

Partita pubblica da 10 miliardi

La partita economica si aggirerebbe attorno ai 10 miliardi considerando un enterprise value fra 21 e 23 miliardi stando all’offerta presentata da kkr. In dettaglio per il Ministero dell’Economia l’impegno sarebbe di 9 miliardi e F2i potrebbe rilevare in una quota del 10-15% per un esborso tra 1 e 1,5 miliardi (ma la forchetta delle stime sale in alcuni casi a 3 miliardi). Per Cdp si parla di una quota massima del 3% considerato che la Cassa è azionista di maggioranza di Open Fiber al fianco di Macquarie con il 40%.

Tim avrà una quota in Netco?

Stando alle indiscrezioni che stanno circolando anche Tim potrebbe essere della partita con una quota del 3% in NetCo o comunque non superiore al 10%, che equivarrebbe a rinunciare ad un incasso di 1 miliardo, anche deconsolidando il debito per 11-13 miliardi, lasciando ServiceCo con una leva tra 1.0x e 1.5x. Intanto in Borsa le azioni Tim hanno guadagnato circa l’11% negli ultimi giorni; oggi il rialzo è del 4,5% a 0,2813 euro dopo aver toccato anche un +6% in precedenza.

Bocche cucite da parte di Vivendi

Il primo azionista di Tim, Vivendi si è trincerato nel silenzio assoluto: silenzio-assenso o quiete prima della tempesta? I francesi nei mesi scorsi hanno bloccato qualsiasi tentativo di vendere la rete considerando inadeguate le offerte pervenute al tavolo del cda di Tim.

Il futuro di Open Fiber

Riguardo a Open Fiber l’australiana Macquarie punta allo scorporo delle aree nere lasciando quelle grigie e bianche (oggetto di gare pubbliche) a Cdp. Operazione che consentirebbe alla Cassa di integrarle con gli asset di Netco. Il nuovo piano industriale di Open Fiber è atteso non prima di settembre.

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