IL DOSSIER RETE

Tim, sindacati insoddisfatti su Servco. Su vendita Sparkle trattativa con il Mef

Resta alta l’attenzione di Slc, Fistel e Uilcom sul fronte occupazione a seguito dell’incontro con i ministri Urso e Calderone. Sul tavolo del cda della telco l’offerta del ministero dell’Economia per rilevare il 100% della cable company. Tim punterebbe a mantenere una quota di minoranza e a un miglioramento della proposta. Secondo gli analisti il valore si attesta a 850 milioni

Pubblicato il 06 Feb 2024

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Tim verso l’apertura di un negoziato sul Mef per la vendita di Sparkle mentre i sindacati lanciano l’allarme occupazione, soprattutto per quel che riguarda Servco.

La cessione di Sparkle

Su Sparkle, oggi, il cda di Tim dovrebbe decidere  di avviare un negoziato per ottenere un’offerta migliore, rispetto ai 750 milioni proposti dal Mef comprensivi di earnout, valutazione simile a quella offerta da Kkr e già respinta dal board. Il Consiglio dovrebbe quindi dare mandato a Labriola per negoziare un’offerta migliorativa e valutare la possibilità per la telco di mantenere una quota di minoranza nell’asset. Secondo gli analisti il valore si attesta a 850 milioni.

I consiglieri faranno il punto anche su tutti i dossier aperti, sul business in vista della chiusura del bilancio e sulla governance per la quale Spencer Stewart sta lavorando con il presidente Salvatore Rossi alla formazione di una lista di candidati per il rinnovo del cda.

La cessione di Sparkle completa il piano di riassetto che prevede la creazione di una società della rete e la sua cessione a Kkr. Il Mef parteciperà di entrambe le società, ma in Netco acquisirà una quota di minoranza, il 20%, mentre di Sparkle avrà il controllo di maggioranza. L’offerta (la seconda) presentata dal Mef aveva una validità di due settimane, ma Tim chiederà di trattare.

L’incontro con i sindacati

Intanto il governo ha aperto un tavolo  con i sindacati e, dopo il primo incontro, i ministri del Lavoro e delle Imprese, Calderone e Urso, hanno annunciato “la volontà di proseguire con il confronto in un’ottica di sistema a favore di un comparto strategico per il Paese come quello delle telecomunicazioni – spiega una nota – I ministeri convocheranno, dunque, nei prossimi giorni i rappresentanti sindacali per proseguire il percorso di concertazione”.

Ma i sindacati lanciano l’allarme occupazione soprattutto per quel che riguarda Servco. Slc, Fistel e Uilcom, hanno infatti avuto garanzie sulla salvaguardia dei livelli occupazionali della NetCo (circa 20mila lavoratori) per i prossimi cinque anni. Ma resta il problema dei 18mila dipendenti di ServCo.

“Il governo ha dato disponibilità a trattare più nel merito i problemi del settore delle tlc mentre su Tim, sulla sostenibilità del progetto, non hanno dato una risposta chiara, in particolare sul futuro di Servco su cui abbiamo concentrato le osservazioni di sostenibilità – puntualizza il segretario generale della Uilcom, Salvo Ugliarolo – Tra l’altro l’ammortizzatore sociale di Tim scade a fine mese e quindi il tema è importante ai fini occupazionali: su questa partita il governo ha dato disponibilità nei prossimi venti giorni a riconvocarci e provare a entrare più nel merito della situazione. Oggi abbiamo espresso tutte le nostre preoccupazioni su quella che secondo noi è un’assenza di visione”.

La Uilcom resta comunque critica, sottolinea Uglarolo, “rispetto a un progetto che non dà certezza sul piano industriale e sui livelli occupazionali”.

Preoccupazioni condivise anche dalla Slc. “Il problema più serio e più stringente lo abbiamo su Servco, dove non abbiamo strumenti per far uscire prima le persone, né base esosabile a cinque anni per farlo – spiega il segretario generale della Slc, Riccardo Saccone – Quindi la domanda è: come sta in piedi quell’azienda?”, prosegue Saccone, sottolineando che si tratta di “una scelta politica, che noi continuiamo a pensare che non faccia gli interessi infrastrutturali del Paese. Anche se – chiosa poi – prendiamo atto che questo governo, almeno, ha scelto. Molti altri ci sono ‘baloccati’. Ora però noi dobbiamo seguire passo passo i risultati di questa scelta a partire dalla società di servizi. Il conto di scelte sbagliate non lo devono pagare i lavoratori”.

“Noi abbiamo ribadito la necessità di questi incontri per avvicinare in qualche modo le parti sociali e trovare una soluzione- evidenzia invece Alessandro Faraoni, segretario generale Fistel –  Abbiamo espressamente evidenziato la volontà di provvedere a dare garanzie occupazionali e sugli investimenti industriali”.

I ministri Urso e Calderone, “hanno spiegato che la Netco ha la garanzia della golden power, il problema sta soprattutto sul fronte Servco – prosgue il sindacalista – ma qui Calderone ha annunciato che sta ragionando sia sulla solidarietà espansiva sia sul fondo di settore, che è un fondo importante è che deve essere un fondo importante per garantire gli interventi strutturali sulle varie aziende, anche riconoscendo soprattutto quelle aziende che ci mettono maggiormente soldi”.

Le parti si rivedranno a fine mese, nel frattempo ci saranno due tavoli tecnici separati, uno per l’interso settore e uno specifico su Tim.

L’allarme sugli appalti customer

Altra questione si cui i sindacati hanno acceso i rflettori è quella relativa agli appalti di Tim. “Consideriamo irresponsabile il comportamento di Tim sull’intero mondo degli appalti di customer care e richiamano con forza il governo ad una attenta verifica su quanto sta accadendo”,  scrivono in una nota Slc, Fistel e Uilcom spiegando come i volumi di traffico generati dalla clientela Tim così come in tutto il settore, per effetto della digitalizzazione crescente, “sono in lento e inesorabile calo da anni” .

Da qui la problematica degli appalti customer.”Dopo la revoca del contratto commerciale con Abramo CC, che impatta circa 500 lavoratori tra Calabria e Sicilia, arriva in queste ore la notizia di un calo dei volumi anche per Callmat, che rischia di mettere in ginocchio il sito produttivo di Matera che ad oggi conta oltre 500 dipendenti”, prosegue la nota. “La preoccupazione che, le stesse drammatiche prospettive possano estendersi a breve su altre aziende operanti in appalto sulle attività customer di Tim, è sempre più crescente, tenuto conto che anche in Konecta (Comdata) si sta procedendo ad un massivo smaltimento ferie e istituti” prosegue la nota.

Il sindacato confederale ipotizza che ci sia un tentativo di fare risparmi “a danno di migliaia di lavoratori degli appalti, decidendo di non rispondere ai propri clienti, lasciandoli vagare all’interno del sistema del risponditore automatico”. Dunque “forse questo governo dovrebbe pretendere di conoscere dove va a finire parte di questo traffico, a Tim, così come altre aziende anche a controllo pubblico”.

“Il governo non può continuare a voltarsi dall’altra parte, o immaginare di trovare pseudosoluzioni distraendo l’attenzione, scaricando le proprie responsabilità sulla realizzazione di fantasiosi e fumosi protocolli regionali. Le vicende societarie di Tim vedono nel governo un partner molto attivo tra l’acquisizione Sparkle, l’ingresso nell’azionariato Netco ed il finanziamento degli ammortizzatori sociali”, prosegue la nota. “Non è moralmente ed eticamente immaginabile che si possa fare macelleria sociale sull’intero sistema degli appalti di customer care nell’indotto Tim, che ad oggi occupa oltre 7mila lavoratori. Qualora tutte le preoccupazioni crescenti trovino conferma, le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil avvieranno un percorso di mobilitazione con il coinvolgimento di tutti i lavoratori interessati a tutela dell’occupazione e contro un dramma sociale di proporzioni devastanti” conclude la nota.

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