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Tim riacquista titoli obbligazionari per 600 milioni. Open Fiber verso il nuovo piano industriale

L’operazione fa seguito alla chiusura dell’emissione senior non garantita a tasso fisso da 750 milioni. Si riunisce il board di OF: stando a indiscrezioni di stampa si punta a un rifinanziamento di oltre 7 miliardi con un pool di 32 banche per sostenere ulteriori investimenti per 10 miliardi

Pubblicato il 19 Lug 2023

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Tim riacquisterà per cassa una porzione di due emissioni obbligazionarie con scadenza in gennaio e nell’aprile del 2024 per un importo nominale complessivo previsto di 600 milioni di euro. Lo annuncia la telco in una nota e l’operazione fa seguito alla chiusura dell’emissione senior non garantita a tasso fisso da 750 milioni di euro offerto agli investitori istituzionali lo scorso 12 luglio.

I titoli oggetto del riacquisto appartengono all’emissione da 750 milioni di euro al 3,625% fisso con scadenza il 19 gennaio 2024 e a quella da 1,25 miliardi al 4% fisso con scadenza l’11 aprile 2024. Una volta riacquistati, i titoli saranno cancellati, mentre rimarranno in circolazione rispettivamente titoli per 450 e 949,98 milioni di euro.

PrestitoAmmontare accettato per l’acquisto da parte di TIMPrezzo di acquisto dei PrestitiImporto complessivo in linea capitale dei Prestiti in circolazione dopo la Settlement Date
EUR 750,000,000 3.625 per cent Fixed Rate Notes due 19 January 2024EUR 300.000.00099,75 per centoEUR 450.000.000
EUR 1,250,000,000 4.000 per cent Fixed Rate Notes due 11 April 2024EUR 300.014.00099,50 per centoEUR 949.986.000

Il dossier Netco

Stando a indiscrezioni Cdp, che detiene il 60% di OF, starebbe puntando a partecipare all’offerta vincolante di Kkr per la rete Tim (attesa entro il 30 settembre), mentre non ci sarebbero progressi sul possibile break up di Open Fiber (zone nere a Macquarie, zone grigie e bianche a Cdp) proposto da Macquarie.

Osserviamo che un eventuale scorporo di Open Fiber potrebbe facilitare il futuro coinvolgimento di Cdp nel dossier NetCo senza limitazioni antitrust e, in particolare, consentirebbe a Cdp di limitare l’impegno finanziario per l’acquisizione di una partecipazione qualificata nella NetCo insieme a Kkr/F2i, trasferendo i restanti asset di Open Fiber – commentano gli analisti di Intermonte -. Ciò che resta da vedere dal punto di vista normativo è la legittimità di porre l’intera gestione del piano “Italia a 1 Giga” (zone grigie) in capo a un’unica società quando le regioni italiane sono state appositamente suddivise tra diversi operatori che si sono poi aggiudicati le gare (Open Fiber e Tim). Continuiamo a pensare che un’offerta congiunta di Kkr e Cdp, eventualmente con il supporto del governo, sia lo scenario ideale per Tim, perché eliminerebbe il rischio di veti reciproci tra Cdp (esercizio del Golden Power da parte del governo) e Tim.

Si riunisce il board di Open Fiber: focus sul piano industriale

Nuova riunione del board di Open Fiber per discutere del nuovo piano industriale. Il piano, che dovrebbe essere pronto entro la fine dell’estate, prevede stando a indiscrezioni di stampa un rifinanziamento di oltre 7 miliardi di euro (project financing) con un pool di 32 banche per sostenere ulteriori investimenti per 10 miliardi oltre ai 6,2 miliardi già investiti entro la fine del 2022.

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