IL DOSSIER

Tim, riparte il gioco dell’Opa: Kkr torna sulla due diligence e non scopre le carte

Nessuna comunicazione ufficiale alla scadenza della deadline data al fondo americano per chiarire la propria posizione in merito alla manifestazione di interesse. La “condizione” per procedere resta la stessa di settimane fa

Pubblicato il 05 Apr 2022

scacchi

Un passo avanti e uno indietro. Kkr ha dato la sua disponibilità a procedere con l’Opa al 100% su Tim ma solo a patto che sia effettuata la due diligence preliminare: questa la non notizia trapelata a seguito della scadenza della deadline per il fondo americano fissata a ieri, 4 aprile, dalla telco guidata da Pietro Labriola.

Nessuna comunicazione ufficiale è stata data finora, ma il fondo americano ha inviato ieri sera una lettera in cui ha chiesto di poter effettuare la due diligence per effetto di “mutate condizioni di mercato”. “Al momento non siamo in grado di riconfermare la nostra proposta. Rimaniamo a vostra disposizione per completare la due diligence o esplorare qualsiasi altra operazione nell’interesse della società, dei suoi azionisti e del Paese”: queste le poche righe trapelate.

Non è chiaro a quali condizioni di mercato si riferisca nello specifico Kkr: se alla revisione dei conti effettuata dal top management sul bilancio 2021 – che ha provocato un netto riaggiustamento al ribasso – o al progetto parallelo che Tim sta portando avanti con Open Fiber per procedere con l’integrazione degli asset di cui è stata data notizia ufficiale nei giorni scorsi.

Di fatto non è cambiato quasi niente dalla manifestazione di interesse del 2021: già allora Kkr aveva fatto richiesta di due diligence. Il fondo dunque non ha fatto che ribadire i propri “desiderata” in un gioco di rimpalli. Dopo la creazione, a fine 2021, del comitato all’interno di Tim per l’esame del dossier – comitato presieduto da Salvatore Rossi – è stato dato mandato allo stesso Rossi e all’Ad Labriola di andare avanti sul “dossier” Kkr avviando l’iter formale per passare da una manifestazione di interesse ad un’offerta vera e propria. Tradotto, l’azienda vuole capire cosa ci sia oltre la manifestazione di interesse ossia in cosa si concretizzi il piano degli americani inclusa la questione del debito. Ma Kkr ha risposto ieri sulla necessità di due diligence. Lo stallo non poteva che avere effetti negativi sul titolo di Tim che continua a perdere colpi: in apertura di contrattazioni ceduto il 3,1% a 0,309 euro per poi risalire nella tarda mattinata e guadagnare lo 0,6% a 0,318 euro. Il valore del titolo, da settimane attorno ai 30 centesimi è una variabile non da poco: Kkr nella manifestazione di interesse aveva proposto 50 centesimi per azione: offerta ancora valida alla luce dell’oscillazione al ribasso?

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