Le notizie sono ancora molto nebulose. Ma a quanto pare in casa Tim ci sarebbe un piano B sulla rete. A riferirlo è l’agenzia Bloomberg che identifica in Kkr il soggetto disposto a entrare in campo in un’ipotetica newco. Il fondo di private equity americano dovrebbe affiancare Tim nell’acquisto di Open Fiber riferisce Bloomberg. L’operazione riguarderebbe la cosiddetta rete secondaria di Tim, di fatto quella in rame (la porzione che va dal cabinet all’utente finale) che il fondo internazionale avrebbe valutato fra i 7 ed i 7,5 miliardi di euro e di cui sarebbe disposto a rilevare il 48%. Ma secondo quanto riferisce Il Sole24Ore la partita sarebbe alternativa o parallela a quella che coinvolgerebbe Open Fiber, le cui trattative – attualmente in stallo – riguardano solo ed esclusivamente la fibra, con l’ipotetica messa a fattor comune delle risorse in una newco frutto della “convergenza” fra le due aziende. Comunque stiano le cose la notizia della discesa in campo di Kkr ha fatto balzare il titolo Tim del 3,65% a 0,525 euro.
Il dossier Tim-Open Fiber al momento è “congelato”: secondo quanto risulta a CorCom le trattative fra le due aziende, già andate per le lunghe, sono inevitabilmente legate al rinnovo dei vertici di Enel, la società che detiene il 50% di Open Fiber (il restante 50% è in campo a Cassa depositi e prestiti). Francesco Starace, per due volte al timone dell’azienda – nominato nel 2014 è stato riconfermato nel 2017 – vedrà scadere il suo mandato il prossimo aprile. Ed è noto che Starace non ha mai visto di buon grado la “liaison” con Tim – al di là di eventuali partnership commerciali – men che meno la vendita della fiber company. Una tesi ribadita nei giorni scorsi in un’intervista al quotidiano tedesco Borsen Zeitung: “Non abbiamo alcuna intenzione di separarci dalla nostra partecipazione in Open Fiber, il cui valore è chiaramente cresciuto”, ha dichiarato Starace annunciando che la società intende investire in fibra anche in altri Paesi, in particolare in Sud America.