LA RIORGANIZZAZIONE

Tim, spunta un piano da 2mila uscite volontarie

Si aggiungono a quelle già previste e i lavoratori coinvolti lascerebbero l’azienda entro il 30 novembre. Accordo con i sindacati: ecco i dettagli

Pubblicato il 21 Mar 2023

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Tim ha intenzione di tagliare ancora i dipendenti, puntando fino a duemila uscite nell’arco del 2023. L’obiettivo è di utilizzare comunque le uscite volontarie e non ricorrere ad atti unilaterali. Le duemila uscite sono la messa a terra del piano presentato durante l’ultimo Capital Market day.

Il piano di Tim

Al centro del piano lo strumento di esodo introdotto dall’art. 4 della legge 92/2012 -cosiddetta legge Fornero-, l’isopensione che consente al lavoratore di andare in pensione fino a 7 anni in anticipo, strumento che sarà possibile utilizzare fino al 30 novembre 2026 per una durata massima di 7 anni, con onere a totale carico dell’azienda esodante. Durante l’isopensione il lavoratore percepisce un assegno sostitutivo della pensione nonché della relativa contribuzione correlata fino alla maturazione dei requisiti minimi e anagrafici per il diritto alla prestazione pensionistica più prossima (di vecchiaia o anticipata). La legge di conversione del decreto Milleproroghe consentirà di utilizzare l’Isopensione Fornero fino al 30 novembre 2026 con una durata massima di 7 anni.

L’accordo con i sindacati

Dopo oltre 15 ore di serrato confronto Tim e i sindacati hanno sottoscritto l’accordo che prevede la possibilità, per un numero massimo di 2.000 lavoratori, di uscire anticipatamente e volontariamente dall’azienda in “Isopensione”, utilizzando questo strumento fino all’occorrenza massima di 6 anni per gli uomini e 7 anni per le donne.

Uscite Ex art. 4, commi 1, 7ter della Legge n. 92/201

Rispetto al primo punto all’ordine del giorno, approfittando della proroga fino a Novembre 2026 della possibilità di Isopensione fino a 7 anni, azienda ha inizialmente proposto un nuovo accordo con differenziazioni specifiche:
Numero Aliquote: 2000. Data cessazione ultima: entro 30 Novembre 2023

Esclusioni:
Tof e Coordinatori (Technician Coordinator)
Progettisti rete e Coordinatori (Technician Designer)

Pensione vecchiaia
72 mesi per gli uomini, con maturazione entro 30 Novembre 2029
84 mesi per le donne, con maturazione entro 30 Novembre 2030

Pensione anticipata
Tra 58 e 72 mesi uomini dalla maturazione requisiti minimi, a condizione che tale maturazione avvenga tra il 01 Dicembre 2028 ed il 30 Novembre 2029

Tra 58 e 81 mesi donne dalla maturazione requisiti minimi, a condizione che tale maturazione avvenga tra il 01 Dicembre 2028 ed il 31 Agosto 2030

L’accordo finale (57 vori favorevoli ed 1 contrario), frutto di un lungo confronto ha invece portato ai seguenti avanzamenti rispetto alle limitazioni di cui sopra, dettagliati nello specifico come segue:
– Superata esclusione dei Tof e relativi coordinatori, come anche dei Progettisti di rete e relativi coordinatori, di poter accedere all’isopensione con le finestre di giugno e novembre 2023, a condizione che maturino i requisiti minimi, entro il 30 giugno 2028 per la pensione di vecchiaia, ed entro il 30 giugno 2028 ma con decorrenza successiva al 01 Dicembre 2027, in caso di pensione anticipata;
– Previsti job posting di gruppo oltre che una puntuale Job rotation;
– Previste assunzioni mirate in ambito on field e progettisti di rete, nel rispetto delle numeriche sottoscritte con accordo Cde dell’agosto 2022;
– Prevista la compensazione delle uscite in isopensione a 7 anni delle donne, attraverso l’assunzione in pari numero di altrettante donne.

Evoluzione Figure Vendite in ambito Sales Consumer, Small & Medium
L’argomento verrà trattato e discusso territorialmente con i rispettivi riferimenti aziendali/sindacali.

Focus sulle donne

Nell’ambito dell’accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali, Tim ha fissato come obiettivo anche quello di valorizzare maggiormente il contributo delle donne all’interno della Società. Il Gruppo, nel bilanciamento fra uscite volontarie e nuovi ingressi, punta a migliorare il mix di genere all’interno dell’azienda, con un impegno a programmare un numero di assunzioni di nuove dipendenti tale da incrementare la percentuale di popolazione femminile, privilegiando in particolare i profili Stem.La scelta, in linea con le iniziative di empowerment femminile già avviate da Tim, conferma l’intenzione di garantire in concreto l’uguaglianza delle donne in termini di pari opportunità e di crescita professionale in azienda.   Per accelerare questo obiettivo, Tim ha come obiettivo anche quello di inserire un maggior numero di donne in posizioni manageriali.

Il commento dei sindacati

“Come Uilcom abbiamo ben compreso le premesse fatte nella mattinata da parte del responsabile Hr e, dopo un confronto protrattosi fino a tarda sera, abbiamo responsabilmente sottoscritto un accordo, assieme alle altre Organizzazioni Sindacali Confederali, che prova a dare maggiore sostenibilità all’azienda, riducendo ancora una volta in maniera volontaria il numero degli occupati in un contesto particolarmente complicato – dice una nota Uilcom – Per Uilcom Uil è un accordo che, in un contesto complicatissimo per il gruppo Tim e per l’intero settore delle Telecomunicazioni, realizza una tenuta sugli attuali livelli occupazionali gestendo degli esuberi in maniera non traumatica.  Tutto questo alla vigilia di una probabile mobilitazione dell’intero settore delle Tlc, visto che le Istituzioni ed il Governo, al di là di molteplici dichiarazioni, non hanno ancora aperto un confronto con le parti sociali per individuare dei percorsi che consentano di superare una crisi sempre più acuta e strutturale del settore Tlc, comparto strategico e centrale per il Paese”.

Anche la segreteria nazionale della Fistel Cisl esprime soddisfazione per l’accordo. “La situazione di Tim è molto preoccupante per la crisi del settore delle tlc e per l’indifferenza che il governo manifesta nei confronti di tutti i lavoratori del settore – dichiara Alessandro Faraoni, segretario generale della Fistel Cisl – In questa logica l’accordo assume un grande valore sociale perché in attesa delle scelte sul destino di Tim, se prevale la logica dello spezzatino, avremmo migliaia di esuberi – si legge in una nota – Alleggerire gli organici quindi, con accordi non traumatici accompagnando i lavoratori e le lavoratrici alla pensione con 6 e 7 anni di anticipo è un risultato straordinario e una valorizzazione delle RI”.

“La scelta di anticipare la pensione alle donne sette anni prima è un fatto storico – prosegue – si tutelano le donne che hanno avuto carriere lavorative discontinue, astensioni per maternità e che possono meglio occuparsi della vita familiare”.

“Abbiamo espresso insoddisfazione perché Tim non ha accettato la possibilità di estendere il beneficio dei sette anni di pensione anticipata agli invalidi e ai lavoratori fragili – prosegue – Inoltre la Fistel Cisl ritiene che ulteriori accordi sul perimetro occupazionale di Tim possono essere valutati esclusivamente a fronte di un piano industriale certo che valorizzi l’azienda e le professionalità interne”. 

WindTre e lo spin off della rete

Anche in Vodafone e WindTre sono previsti piani di riassetto.

WindTre si appresta a scorporare la rete. La prossima settimana, il 29 marzo, è atteso un incontro tra sindacati e la compagnia sul tema della separazione rete e servizi. WindTre starebbe infatti proseguendo sulla strategia di delayering e a questo scopo,  sarebbe in trattative avanzate per cedere parte dell’asset di rete, attraverso un piano di societarizzazione, su cui c’è l’interesse del fondo svedese di private equity Eqt che non è escluso rilevi la maggioranza della newco. In questa nuova società dovrebbero passare 2mila dei 6500 dipendenti della compagnia.

La riorganizzazione in Vodafone

Nelle scorse settimane Vodafone ha incontrato in sindacati per annunciare un piano di tagli da mille unità: la metà dei licenziamenti avverrà nel customer care. Nei prossimi giorni il secondo incontro con le parti sociali.

L’azienda ha fatto sapere di voler gestire le eccedenze in continuità con il recente passato utilizzando gli strumenti individuati attraverso la contrattazione di anticipo, “con l’obiettivo di trovare soluzioni sostenibili per le persone e l’azienda”, spiega una nota. Dal piano della compagnia emerge “che la strutturale trasformazione del mercato e il drastico calo dei prezzi causato dalla straordinaria pressione competitiva, hanno portato a una forte contrazione di fatturato e margini del settore delle telecomunicazioni, su cui grava anche il peso della crisi energetica”.

Anche per Vodafone l’effetto combinato di questi fattori ha comportato una sensibile riduzione di ricavi e marginalità negli ultimi anni, e questo mette a rischio i piani di sviluppo necessari alla sostenibilità aziendale e del business. Ma anche in questo scenario rimarca la compagnia è stata “mantenuta costante la propria strategia di differenziazione in Italia per continuare a modernizzare la rete, migliorare l’esperienza digitale dei clienti e per accelerare la digitalizzazione delle impres

Tlc, i numeri della crisi

Al tavolo con i sindacati Vodafone ha rappresentato l’andamento del mercato delle Telco negli ultimi dieci anni in Italia indicando la perdita secca di ricavi dal 2012 ad oggi. Un settore che 10 anni fa contava 42 miliardi di ricavi, nel 2021 ha chiuso con 28 miliardi, con un decremento di 14 miliardi. Gli indicatori non ancora definitivi del 2022 mostrano chiaramente che non vi è stata una inversione di tendenza, anzi la riduzione che si prospetta potrebbe essere ancor maggiore. Nell’ultimo triennio la domanda di connettività, sia sul fisso che sul mobile, è cresciuta notevolmente con le tariffe sempre più basse per un eccesso di competitività nel settore nel paese, dovuta alla presenza di un numero di operatori spropositato al contesto globale.

Nel 2022 la situazione è drammaticamente peggiorata, gli effetti della guerra in Ucraina, la crisi energetica ed il rispettivo aumento dei costi delle materie prime, l’inflazione galoppante hanno avuto un considerevole impatto sull’andamento aziendale. I costi dell’energia sono aumentati mediamente del 100%, e sono aumentati contestualmente anche i costi relativi all’accesso, all’utilizzo delle torri del 10%, i prezzi della co-locazione aumentata del 30%.

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