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Tim prende tempo su FiberCop: il 31 agosto il verdetto finale

Il cda ha preso atto “con favore” dei contenuti dell’offerta di Kkr, pari a 1,8 miliardi di euro, per l’acquisto del 37,5% delle quote. A Fastweb il 4,5% del capitale a fronte del conferimento del 20% detenuto in Flash Fiber

Pubblicato il 04 Ago 2020

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Tim emetterà il verdetto sull’offerta di Kkr il 31 agosto. Lo ha deciso il cda di Tim che ha preso atto “con favore dei contenuti del progetto di separazione della rete secondaria (incluso l’80% detenuta da Tim in Flash Fiber) e della partnership con Kkr Infrastructure e Fastweb (FiberCop) contenuti “nell’offerta vincolante ricevuta da Kkr Infrastructure”, si legge nella nota diffusa dalla compagnia.

L’offerta è pari a 1,8 miliardi di euro per l’acquisto da parte di Kkr Infrastructure del 37,5% di FiberCop sulla base di un enterprise value di circa 7,7 miliardi di euro (equity value 4,7 miliardi di euro), mentre Fastweb avrebbe il 4,5% del capitale di FiberCop a fronte del conferimento del 20% attualmente detenuto in Flash Fiber.

Sul fronte rete unica – l’operatore vede con favore l’accelerazione del progetto di Rete Unica – e ha dato mandato all’Ad, Luigi Gubitosi, di interloquire con il Governo.

“Il Consiglio di Amministrazione si è riconvocato il 31 agosto per deliberare in modo conclusivo sul Progetto FiberCop, eventualmente aggiornato alla luce dell’esito delle iniziative di cui sopra”, spiega la nota.

Per quanto riguarda la valorizzazione delle torri mobili, è stato finalizzato l’accordo con Ardian Infrastructure per l’acquisizione di una quota di minoranza nella holding che detiene la partecipazione di Tim in Inwit e che rimarrà sotto il pieno controllo di Tim.

L’operazione si basa su una valorizzazione dell’azione Inwit pari a 9,47 euro (ex dividend), e prevede un incasso per Tim di circa 1,6 miliardi di euro.

Con Google Cloud sono stati acquisiti importanti clienti per l’offerta di servizi congiunti alle imprese italiane. Tim e Google Cloud hanno inoltre lanciato, in partnership con Banca Intesa Sanpaolo, una suite di servizi per offrire soluzioni tecnologiche avanzate per agevolare l’operatività delle piccole e medie imprese nel periodo di lockdown.

Focus sul Brasile, dove Tim SA, insieme a Vivo e Claro, ha presentato un’offerta vincolante di 16,5 miliardi di reais (2,7 miliardi di euro) per le attività mobili del Gruppo Oi. L’offerta, se accettata, darà al consorzio la qualifica di “stalking horse” nel processo di cessione che proseguirà nel corso dell’anno.

La semestrale

Nel secondo trimestre 2020 i ricavi da servizi di Gruppo sono stati pari a 3,6 miliardi di euro (-8,2% anno su anno), mentre i ricavi totali si sono attestati a 3,8 miliardi di euro (-10,1%), impattati dalla riduzione dell’affluenza nei negozi durante il lockdown e dai minori flussi turistici da e verso l’Italia, che hanno determinato minori volumi di traffico roaming.

In Italia, migliorano le performance del mobile con una crescita delle linee “calling Human” (attive nell’ultimo mese) rispetto al trimestre precedente (+87mila). Questo principalmente ascrivibile alla prosecuzione del trend di recupero di razionalità del mercato osservato nei trimestri precedenti e a una maggiore intensità di azioni di retention e loyalty verso i clienti mobili e convergenti, oltre ad un rallentamento delle operazioni commerciali nel periodo di lockdown.

Il numero complessivo delle linee mobili di Tim si è attestato a 30,5 milioni a fine giugno, in linea con il trimestre precedente grazie anche ad un tasso di disconnessione in miglioramento (churn 4,0%,  -1,3 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2020).

Nel fisso il lockdown ha avuto un effetto di accelerazione della migrazione della base clienti verso la banda ultralarga, favorito anche dalla maggiore disponibilità di linee nelle aree bianche, nelle quali Tim ha aperto 7 mila cabinet allargando l’accesso alla fibra in modalità FTTx a 1,2 milioni di nuove unità immobiliari, occupate da famiglie e imprese. Nel complesso sono state attivate 532 mila nuove linee Ubb, di cui 219 mila retail, quasi il doppio del primo trimestre (+84%). Il numero complessivo di linee ultrabroadband, Retail e Wholesale, è pertanto salito a 7,9 milioni di unità con una crescita del 24% e del 7% rispetto al trimestre precedente.

Nel segmento Business prosegue la crescita dei ricavi Ict, anche grazie al contributo positivo della partnership con Google Cloud e al buon esito di importanti trattative con grandi clienti.

Nel Wholesale Domestico i ricavi da servizi sono aumentati dell’1,3%, beneficiando dell’acquisizione di nuovi clienti (saldo netto positivo di 80mila linee) oltre che della continua migrazione dei clienti verso l’ultrabroadband (313 mila acquisizioni nette rispetto a 240 mila nel primo trimestre).

In Brasile gli effetti del lockdown hanno comportato una flessione del 3,4% sui ricavi da servizi. Le efficienze realizzate hanno completamente assorbito la flessione, consentendo una crescita dell’Ebitda organico dell’1,0%.

L’Ebitda organico di Gruppo è stato di 1,8 miliardi di euro (margine al 46,1%, +1,8). La flessione (-6,4%) si è ridotta rispetto al calo del 7,5% nel primo trimestre 2020 grazie ad un forte contenimento dei costi sia in Italia (-13%) sia in Brasile, che ha in parte compensato la riduzione dei ricavi a livello domestico e più che compensato in Brasile.

L’Ebitda organico della Business Unit Domestic è stato pari a 1,4 miliardi di euro, -7,8% YoY rispetto ad un calo dell’11,1% nel primo trimestre, anche grazie alla forte spinta nell’adozione dei servizi digitali.

A livello di Gruppo gli investimenti del secondo trimestre si sono attestati a 655 milioni di euro, in riduzione del 18,8% grazie alle efficienze ottenute che si sono aggiunte ad un temporaneo rallentamento dovuto al lockdown.

Il risultato netto reported attribuibile ai soci della controllante si è attestato a 118 milioni di euro nel trimestre e 678 milioni di euro nel semestre (+23%).

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