L’ipotesi di un’Opa di Cdp su Tim è da rivedere, almeno nella configurazione di una proprietà al 51% che implicherebbe de facto l’accollo totalitario del debito. Gli stakeholder lavorano al dossier ma secondo quanto risulta a CorCom si starebbe profilando una nuova configurazione con un ruolo forte dei fondi infrastrutturali a partire da Kkr (in campo ci sarebbero anche Cvc e altre realtà) per “diluire” il fardello e attribuire quote a ciascuno in misura tale da non comportare un azionista di maggioranza ma più azionisti, Vivendi inclusa. Il tutto però affidando alla Cassa il ruolo di “governatore” attraverso un patto parasociale che attribuirebbe specifici diritti di governance.
Il titolo Tim e le speculazioni sull’agenda Butti
Sul dossier, dunque, non si è ancora trovata la quadra e le indiscrezioni di stampa riguardo a presunti incontri in settimana andati a monte fra il neo eletto Sottosegretario Alessio Butti e i vertici di Cdp e Vivendi, hanno inevitabilmente impattato sul titolo Tim che dopo il rialzo dei giorni scorsi segna il passo tornando a scendere. Ma secondo quanto risulta a CorCom nessun incontro era stato fissato: il Sottosegretario Alessio Butti attende l’attribuzione formale delle deleghe all’Innovazione e alle Tlc e dunque gli incontri saranno fissati in agenda solo a seguire. Ma si è intanto già espresso sul dossier rete unica: “Il progetto è prioritario”, ha detto nei giorni scorsi anche tenendo conto dell'”importanza della banda ultralarga per il Paese”.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgietti in conferenza stampa a margine del Consiglio dei ministri ha inoltre evidenziato che sul progetto Tim-Cdp “ci sono tanti ministri coinvolti, dobbiamo discuterne”.
La questione “tempo” però non è secondaria in particolare riguardo all’integrazione degli asset fra Tim e Open Fiber: come evidenziato dall’Ad di Tim Pietro Labriola “c’è il rischio di perdere sinergie a causa della sovrapposizione di più reti a partire dal 2025-2026. Cerchiamo di sgombrare il campo da equivoci sul rischio che sia troppo tardi per procedere”.
La Tim modello Stet: quotazione di Netco ed Enterprise
Fra le ipotesi sul piatto la creazione di una holding sul modello della vecchia Stet con in pancia una serie di società da valorizzare a partire dalla newco delle reti con Open Fiber e dalla società Enterprise sulla quale – come annunciato dall’Ad Pietro Labriola- è partita la ricerca di uno o più partner. L’ipotesi potrebbe essere quella di quotare le due realtà per abbattere il debito. Destino diverso per ServCo, la società dei servizi.