L'INTERVENTO

Tim-Vivendi, Calenda: “Serve legge anti-scorrerie, governo a lavoro”

Il ministro per lo Sviluppo economico: “Chi supera il 5 o il 10% di una società quotata deve avere l’obbligo di chiarire le proprie intenzioni”. Sul golden power: “Nulla da spiegare ai francesi, la norma è mutuata dal loro ordinamento”

Pubblicato il 11 Ago 2017

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L’eventualità di esercitare il Golden power nel caso Tim-Vivendi non è una ritorsione nei confronti dei francesi dopo che il governo transalpino ha stoppato l’acquisizione di Stx France a opera di Fincantieri. Lo ribadisce in un’intervista a Repubblica Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, facendo il punto sulle norme che regolano le scalate in Italia: “In passato abbiamo esitato a reagire quando le regole sono state distorte o stravolte, altro esempio è quello della scalata di Vivendi in Mediaset – spiega – Credo che se un’azienda italiana avesse aggredito un’impresa francese senza dichiarare le proprie intenzioni, con il risultato di determinare la paralisi della sua attività, sarebbe scoppiato l’inferno. Per questo ho proposto di introdurre nel nostro ordinamento una norma antiscorrerie. Ovviamente non retroattiva”.

Norma sulla quale Calenda ha intenzione di “tornare alla carica” a settembre: “Sto individuando il veicolo più adatto per riproporre una regola per imporre a chi supera il 5 o il 10% di una società quotata l’obbligo di dichiarare le proprie intenzioni – sottolinea – Non è un problema di difesa dell’italianità, ma di respingere modalità d’azione opache che paralizzano le aziende”.

Quanto al Golden power, secondo il ministro non c’è “niente da spiegare ai francesi”: “La norma è mutuata dal loro ordinamento – conclude il ministro – D’altra parte proprio con i francesi e i tedeschi abbiamo sollecitato alla Commissione europea un regolamento che consenta di ampliare il Golden power europeo per difendere le imprese continentali dalle mire di chi vuole spogliarle di tecnologie e know-how”.

Sul fronte Telecom, intanto, oggi si registra la “discesa in campo” dei fondi: i cinque membri di minoranza del consiglio d’amministrazione, secondo quanto risulta al Sole24ore, hanno chiesto un’integrazione dell’ordine del giorno della prossima seduta del board, prevista a novembre in occasione dei conti trimestrali. Anche se una riunione potrebbe essere convocata a settembre per fare il punto sugli assetti del vertice della società, che è in attesa della nomina del nuovo amministratore delegato. Non è ancora chiaro, in ogni caso, se quella dei consiglieri di minoranza riguardi in particolare il tema del controllo di Vivendi su Telecom o più in generale la governance dell’azienda, vertendo su elementi più tecnici.

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