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Tim: Vivendi e Cdp in “trattativa” per la nomina dei vertici. Asse Labriola-Sarmi?

Il direttore generale, che sta già lavorando al nuovo piano industriale, caldeggiato dall’azionista francese. L’individuazione del Presidente dovrebbe spettare a Cassa depositi e prestiti ed è sull’attuale presidente di Fibercop nonché di Asstel che sono puntati i riflettori. Possibile un cda ad hoc prima di quello convocato a fine mese per l’esame preliminare del bilancio

Pubblicato il 04 Gen 2022

tim

Inizio anno all’insegna della stretta sui vertici per Tim. La nomina più importante è quella dell’amministratore delegato ma in ballo c’è anche la presidenza. Salvatore Rossi potrebbe essere sostituito e stando alle prime indiscrezioni la scelta potrebbe cadere sull’attuale presidente di Fibercop nonché di Asstel Massimo Sarmi.

Ma nulla è scontato e la partita si gioca principalmente su due tavoli, quello di Vivendi – primo azionista con il 23,9% – e quello di Cassa depositi e prestiti con una quota vicina al 10%. Sarà Pietro Labriola ad assumere la guida dell’azienda? I botteghini lo danno per favorito, considerato che è stata Vivendi a caldeggiarne la nomina a direttore generale e che il manager – attuale ceo di Tim Brasil – sta già lavorando al nuovo piano industriale – insieme con Mediobanca e Vitale & Co – la cui presentazione è stata rinviata ai primi di marzo. Ma anche sulla nomina dell’Ad bisognerà sciogliere le riserve. È con Cdp che i francesi dovranno trovare la quadra: stando a quanto si apprende le “trattative” sono in corso e i nomi dovranno essere condivisi da entrambe le parti in causa. E sulla nomina dell’Ad pende anche la rosa di nomi che sarà presentata da Spencer Stuart a cui è stato affidato il processo di ricerca di candidati alternativi a Labriola.

Cda straordinario sulle nomine

Stando a quanto si apprende la questione nomine potrebbe essere oggetto di un cda straordinario da convocare al massimo per metà mese, ossia prima di quello fissato al 26 gennaio che ha all’ordine del giorno l’esame preliminare del bilancio. Sciogliere il nodo nomine diventa inoltre dirimente considerato il nuovo piano industriale dell’azienda. Da nominare, a catena, anche le prime linee a seguito dell’uscita di scena di numerosi manager della squadra dell’ex Ad Luigi Gubitosi.

Il dossier Kkr

Il tema delle nomine fa inevitabilmente il paio con il dossier Kkr: Goldman Sachs e LionTree i due advisor in campo selezionati dal comitato presieduto da Salvatore Rossi e Paola Sapienza. Da parte sua Kkr ha deciso di affidarsi a Citigroup, Jp Morgan e Morgan Stanley. E si lavora anche un piano “alternativo” nell’eventualità che la manifestazione di interesse presentata dal fondo americano si concretizzi in un’Opa e che lo stesso fondo presenti un’offerta al rialzo rispetto ai 50 centesimi per azione considerati non idonei – in particolare dai francesi di Vivendi ma non solo – a chiudere la partita per un eventuale passaggio di quote. Tutti i tasselli del puzzle dovranno quindi combaciare. E il tempo stringe.

L’incontro Tim-sindacati

Si è tenuto oggi l’incontro fra il Presidente di Tim Salvatore Rossi, e le Segreterie Generali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil – all’incontro hanno partecipato anche il nuovo Direttore Generale Pietro Labriola, Giovanna Bellezza e Claudio Sforza. “Al Presidente è stato ribadito come, in questa delicatissima fase, sia importante preservare l’unicità aziendale e di far sì che si arrivi in tempi celeri a delle chiare attribuzioni di responsabilità in azienda, a partire dalla nomina di un Amministratore Delegato. Occorre garantire che le scelte che si possono compiere in queste settimane non finiscano per avere ripercussioni future sul perimetro aziendale diretto ed anche, cosa non trascurabile, sul complesso mondo degli appalti che ruota intorno a Tim e che occupa svariate migliaia di persone”, fanno sapere Slc Cgil, Fistel Cisl in una nota.

Il presidente Rossi, stando a quanto riferiscono i sindacati, avrebbe evidenziato come le relazioni industriali siano state in questi ultimi anni un punto qualificante della vita dell’azienda e contineranno ad esserlo a prescindere dagli sviluppi della vicenda Kkr. E il direttore generale Labriola “ha rinnovato l’impegno al massimo confronto con le parti sociali per quelli che saranno gli impegni futuri e le differenti opzioni che si potranno prospettare – riferiscono i sindacati -. Labriola ha evidenziato come il mantenimento dei livelli occupazionali e la sostenibilità complessiva del piano saranno due elementi portanti delle prossime mosse aziendali”.

Nelle prossime settimane  i sindacati “continueranno nella massima unitarietà a mettere in campo tutte le ini-ziative che riterranno indispensabili a tutela di un patrimonio del Paese e per rivedere il modello di sviluppo di un settore strategico quale quello delle Tlc”.

In un’altra nota Uilcom ribadisice la propria linea: “Così come abbiamo sempre detto da oltre un decennio, non siamo mai stati favorevoli a “spezzatini” o scorpori di qualsiasi genere; lo abbiamo non da ultimo manifestato al Governo nell’incontro di dicembre alla presenza dei ministri Giorgetti e Colao ai quali abbiamo richiesto, prima di Natale, un nuovo incontro per aggiornare la discussione sul tema Rete Unica e Tim. Siamo da sempre sostenitori di un progetto che vede il perimetro del Gruppo invariato e sensibilmente contrari ad operazioni di smantellamento che non farebbero altro che mettere a rischio la tenuta occupazionale di buona parte dell’attuale personale, circa 42.000 lavoratrici e lavoratori occupati nel Gruppo ed altrettanti nell’indotto: oltre 84.000 famiglie”. Il sindacato sostiene inoltre che “sia arrivato il tempo di mettere fine allo “sperpero” di risorse, occorre lavorare per integrare e realizzare la “Rete Unica” rendendo Tim, azienda protagonista principale di questa dinamica fornendo al Paese una connessione all’altezza delle esigenze reali. Non da ultimo, abbiamo chiesto la massima attenzione sul mondo degli appalti, del mondo Caring e di Rete a cominciare dalle diverse realtà che rientrano nella filiera delle Tlc”.

Un nuovo incontro con fra i vertici di Tim e i sindacati è stato fissato per il 12 gennaio.

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