L'OPERAZIONE

Tim-Vodafone: disco verde Ue alla newco delle torri

La Commissione dà il via libera al progetto di acquisizione del controllo congiunto di Inwit da parte delle due compagnie. La commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager: “Beneficio per imprese e consumatori”

Pubblicato il 06 Mar 2020

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Via libera della Ue alla newco delle torri di Tim e Vodafone. La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento Ue sulle concentrazioni, il progetto di acquisizione del controllo congiunto di Inwit da parte delle due compagnie. “La rapida diffusione della tecnologia 5G in Italia andrà a beneficio dei consumatori e delle imprese italiane – evidenzia la commissaria alla Concorrenza,  Margrethe Vestager Oggi approviamo la creazione di una joint venture tra due operatori di telefonia mobile che intendono mettere in comune le loro torri di trasmissione per raggiungere insieme questo obiettivo senza compromettere la concorrenza sul mercato al dettaglio e all’ingrosso”. L’approvazione è subordinata al pieno rispetto di un pacchetto di impegni offerto da Tim e Vodafone.

Le misure correttive proposte da Tim e Vodafone

Inwit metterà a disposizione, a condizioni ragionevoli e non discriminatorie e secondo un calendario specifico, spazio libero su 4mila torri in comuni italiani con più di 35mila abitanti, dove i concorrenti terzi potranno installare, gestire, mantenere e utilizzare le loro attrezzature per la fornitura di servizi di telecomunicazione wireless fissi e mobili, esistenti e futuri. Inoltre Inwit pubblicizzerà adeguatamente le torri messe a disposizione e adotterà una procedura per rispondere tempestivamente alle richieste di accesso alle torri presentate da terzi e potrà rifiutare di fornire spazio unicamente per motivi tecnici, indicando per iscritto le ragioni del rifiuto. Sarà inoltre istituito un meccanismo rapido di risoluzione delle controversie in cui un esperto indipendente si pronuncerà in caso di controversia riguardante l’accesso alle torri. Sia Inwit sia Tim e Vodafone non eserciteranno diritti di recesso anticipato per nessun contratto di hosting esistente e accordo quadro in vigore e offriranno la possibilità di prorogare questi contratti e accordi. Secondo la Ue l’operazione proposta, così come è stata modificata dagli impegni, “non desta preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza”.

Condivisione delle reti

La creazione della joint venture fa parte di una serie di accordi di cooperazione tra Tim e Vodafone per accelerare sullo sviluppo del 5G in Italia. Le telco intendono estendere l’accordo esistente per condividere le componenti “passive” (piloni, torri) delle loro reti in tutta Italia e le componenti “attive” (l’apparecchiatura per l’elaborazione del segnale) delle reti 2G, 4G e 5G al di fuori di tutti i comuni con più 100mila abitanti e della maggior parte delle loro periferie densamente popolate. Saranno mantenute separate manterranno separate, invece, le rispettive assegnazioni dello spettro e le reti centrali e continueranno ad essere commercialmente indipendenti nel settore della telefonia mobile.

“La rapida ed efficiente diffusione delle reti 5G, che garantisce la competitività dell’industria europea in una società sempre più digitalizzata, è una priorità fondamentale della Commissione – si legge nella nota Ue – La condivisione  delle reti è una pratica diffusa che può facilitare lo sviluppo delle reti di comunicazione elettronica riducendo i costi. Può essere un mezzo per una diffusione più rapida e meno costosa delle infrastrutture mobili e la Commissione sostiene in generale simili forme di cooperazione”. Al contempo comporta anche un coordinamento e uno scambio di informazioni capillare tra concorrenti, che in determinate circostanze può avere un impatto negativo sulla concorrenza. “Affinché i clienti traggano vantaggi reali da questo aumento dell’efficienza – spiega la Commissione – bisogna trovare un giusto equilibrio tra cooperazione e concorrenza nel rispetto delle norme antitrust dell’Ue. Dove si situi questo punto di equilibrio deve essere valutato caso per caso e dipende da diversi fattori interconnessi, tra cui la portata della condivisione, il contenuto degli accordi contrattuali e le specifiche circostanze del mercato”.

Tim e Vodafone hanno deciso di ridurre la condivisione della componente attiva, escludendo le città più densamente e altamente popolate e i centri di importanza economica che corrispondono a oltre il 30% della popolazione italiana e a oltre il 33 % del traffico dati. Si tratta di un impegno accolto con favore dalla Commissione dato che aumenta le aree (e la percentuale della popolazione italiana) in cui le die telco continueranno a essere in concorrenza per quanto riguarda la qualità della rete, mantenendo al contempo i vantaggi legati alla condivisione della rete in altri centri urbani e nelle aree rurali.

“Considerando che, con cinque operatori di rete mobile, i mercati delle telecomunicazioni in Italia sono meno concentrati di quelli di altri Stati membri e che le riserve riguardanti lo sviluppo della rete delle imprese entrate nel mercato di recente sono state risolte con la decisione di concentrazione odierna – conclude la Commissione – le modifiche proposte appaiono a prima vista adeguate per ridurre le possibili preoccupazioni derivanti dagli accordi di condivisione della rete in Italia tra Telecom Italia e Vodafone”. La Commissione Ue continuerà a monitorare gli sviluppi in questa area.

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