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Tlc, Breton rassicura gli operatori: “Dagli Ott contributo equo per le reti”

Ai ceo riuniti a Bruxelles il commissario Ue al Mercato interno ha illustrato le direttrici della politica di settore: 5G, metaverso, cybersicurezza e partecipazione delle big tech agli investimenti. “Serve un modello di business sostenibile”

Pubblicato il 11 Ott 2022

Breton Fairshare
Reti pronte per il futuro e “equo contributo” delle big tech agli investimenti delle telco: Thierry Breton, commissario europeo al Mercato interno, ha rassicurato i ceo delle aziende Tlc riuniti a Bruxelles in merito alla visione politica dell’esecutivo europeo per il settore delle telecomunicazioni.
5G, IoT, metaverso, sicurezza informatica. Solo un’infrastruttura europea resiliente, basata su modelli di business sostenibili, può portare tutti gli europei nel decennio digitale”, ha affermato Breton nel corso della tavola rotonda, coordinata da Gsma, cui hanno preso parte anche l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, e gli altri ceo europei Timotheus Hoettges di Deutsche Telekom, Josè Maria Alvarez-Pallete di Telefonica, Christel Heydemann di Orange e Nick Read di Vodafone.

Contributo degli Ott alle reti telecom

Uno “scambio di vedute produttivo”, ha evidenziato Breton, che in un tweet dall’hashtag #FairShare ha segnalato anche la presenza sul tavolo della richiesta dei ceo di fare pagare alle aziende over the top “un contributo equo” per i costi delle infrastrutture di rete.
Nell’agosto scorso alcuni rappresentanti dei governi di Italia, Francia e Spagna hanno inviato un documento alla Commissione europea chiedendo una legislazione che assicuri che le big tech, come Google, Meta e Netflix, dividano i costi della banda larga con le telco – ovvero diano il loro contributo a finanziare gli ingenti investimenti di rete necessari a sostenere il boom del traffico Internet, generato soprattutto dai video e dai social media.

Breton e il “FairShare”

A settembre Breton ha anche annunciato una consultazione pubblica, che la Commissione europea intende lanciare l’anno prossimo, che aiuterà l’esecutivo Ue a decidere se i giganti del web dovranno essere effettivamente “tassati” per partecipare ai costi delle reti di telecomunicazione. Breton ha assicurato che “Tutti gli utilizzatori delle reti dovranno contribuire”, ancora una volta un riferimento al “fair share”, ovvero la possibilità che i giganti Usa facciano la loro parte nel finanziamento dell’infrastruttura europea per la banda larga.
La consultazione spazierà attraverso numerose altre tematiche di attualità per le Tlc e il mondo Internet, incluso il metaverso e darà forma a un aggiornamento delle regole comunitarie.

Le richieste delle telco

Stando a uno studio pubblicato a maggio dall’associazione europea delle telco (Etno), negli ultimi dieci anni gli operatori hanno investito oltre 500 miliardi di euro negli ultimi dieci anni nello sviluppo delle loro reti fisse e mobili in Europa, ma il contributo economico di Meta, Google, Apple, Amazon, Microsoft, Netflix, che su quelle stesse reti generano oltre il 55% del traffico totale, è “poco o nullo”, pur generando il 55% del totale del traffico dati.
Nello specifico, l’attività delle big tech costa a oggi fino a 36-40 miliardi di euro all’anno agli operatori europei. I costi incrementali generati direttamente dal traffico delle big tech sulle reti tlc sono di almeno 15 miliardi l’annoE, mentre la capitalizzazione delle 8 top telco ammonta a 240 miliardi, mentre quella delle 6 top tech è di 7,11 trilioni.
Di qui la proposta di un intervento regolatorio che affronti la questione dei costi generati dalle big tech. Un intervento che, stando alle stime messe nero su bianco nel report, potrebbe aumentare il Pil fino a 72 miliardi e spingere l’incremento di posti di lavoro, fino a 840mila nel 2025 nonché aiutare la riduzione delle CO2 emessa dal settore del 94%.

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