Il governo stringe sugli incontri con le telco. Come anticipato pubblicamente lo scorso novembre, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha fissato nelle giornate di mercoledì 18 e 25 gennaio un primo ciclo di incontri con gli operatori delle telecomunicazioni.
“Le riunioni, nell’ambito delle deleghe attribuite al sottosegretario, avvieranno – si spiega in una nota – un iniziale confronto con i rispettivi rappresentanti al fine di approfondire le esigenze e le problematiche del settore, nonchè definire le possibili linee di intervento e semplificazione, anche in relazione all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza per i progetti di competenza del Dipartimento per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio”.
Uno sconto Iva per le telco
Ieri in audizione alla Camera, anche il ministro delle Imprese Adolfo Urso si è soffermato sull’importanza di avviare incontri di collaborazione per “disegnare insieme la rotta di un settore, quello delle tlc, tanto dinamico quanto indispensabile per la crescita anche nella fase di transazione digitale che stiamo vivendo. Un settore che – ha continuato – quando feci il mio primo ingresso in questa Commissione era un orgoglio del Sistema italiano nel mondo”.
Presentando il contesto di riferimento che vede i ricavi del mercato europeo delle tlc in flessione da diversi anni, Urso ha mostrato come questi, in Italia, siano scesi del 33% mentre il traffico sia mobile (+117%) che fisso (+75%) sia cresciuto a ritmo sostenuto.
Tra i temi affrontati, quello sulla rete unica dove il Ministro ha confermato l’intenzione del Governo di realizzare una rete delle tlc a copertura nazionale che consenta al Paese di raggiungere gli obiettivi che si è prefisso in un sistema ad alta competitività internazionale, salvaguardando i livelli occupazionali.
Urso ha inoltre comunicato l’avvio di un tavolo di confronto continuativo con le parti sociali e gli enti locali per l’intero settore delle tlc per inizio febbraio.
“Stiamo valutando con il Mef – ha dichiarato il Ministro – la riduzione dell’Iva dal 22 al 10% che costerebbe, secondo le stime del ministero, circa 553 milioni di euro che arriverebbero a 784 milioni se dovesse scendere al 5%”.
“Nel quadro delle azioni volte al supporto e all’allargamento della fruibilità delle infrastrutture di rete a banda larga – ha commentato Urso rispondendo alle domande nel corso della audizione – il Mimit sostiene una importante azione sul versante della domanda, in particolare attraverso l’erogazione dei voucher per la connettività. È attualmente in corso – ha continuato – una misura denominata Voucher imprese avviata a marzo 2022 con un totale di risorse pari 608 milioni di euro. Con tale misura è possibile supportare un numero compreso tra 850mila e un milione e 400 imprese di dimensioni piccola, micro e media e professionisti”.
Infine, il ministro sempre parlando della banda larga, ha evidenziato come la copertura della fibra in tutte le aree del Paese viaggia ancora ad una velocità troppo bassa e che sul piano aree bianche è stato ereditato un grave ritardo nell’attuazione del progetto da parte del concessionario Open fiber. “Il ritardo ci preoccupa, – ha commentato Urso – Ministero e Governo sono coinvolti poiché stavolta non si può fallire. Grazie alle azioni di stimolo in atto si ritiene realistica a giugno 2023 la fine dei lavori per i comuni cofinanziati con fondi Fesr, progressivamente, tra dicembre 2023 e settembre 2024, per i comuni finanziati con altri fondi”, ha concluso il ministro Urso.
Il commento degli analisti
Secondo gli analisti di Banca Akros, se la proposta di Urso sarà approvata, “ci aspettiamo un impatto su Tim e sull’intero settore. La riduzione dell’Iva potenzialmente può generare margini Ebitda più elevati”. Anche per Intesa Sanpaolo un possibile intervento a favore del settore tlc potrebbe dare sostegno all’intero settore e contribuire “a trovare una soluzione per la lunga saga di Tim”.