“A gennaio convocherò il tavolo sulle tlc perché sono convinto che insieme possiamo riscattare il sistema italiano e farlo il più rapidamente possibile”. È l’annuncio fatto da Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con deleghe all’Innovazione, nel corso dell’evento Telco per l’Italia.
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“Il tavolo con gli operatori – ha spiegato – punta a mettere tutti nella condizione di contribuire e capire le intenzioni del governo su quello che insieme andremo a fare sulle Tlc”.
Settore protagonista di una crisi determinata dalla guerra dei prezzi “che assottiglia i margini delle aziende con effetti negativi sul processo di manutenzione delle reti e, dunque, sulla qualità dei servizi offerti agl utenti finali”.
Ma, secondo Butti, non è solo la questione dei prezzi a zavorrare il settore. Tra i problemi citati dal sottosegretario, il “combinato disposto” della difficoltà a trovare la forza lavoro e il caro energia.
“C’è l’impegno del governo a trovare soluzioni per queste due questioni”, ha detto evidenziando che “non si riesce a far passare il messaggio che quelle del settore sono imprese energivore, cercheremo di lavorarci”.
Il ruolo del Pnrr
Sul fronte banda ultralarga, Butti ha evidenziato i ritardi rispetto ai target previsti per la fine dell’anno. “In questo quadro – ha detto – è necessario dotarsi di strumenti in grado di accelerare. Il ministro, Raffaele Fitto, e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, convocheranno spesso la cabina di regia del Pnrr: vogliamo utilizzare al meglio quelle risorse per la rete a banda ultralarga e il 5G, anche pensando all’esercizio dei poteri sostitutivi”.
Un nuovo mindset per le telco
Ma l’intervento del governo e la chance strategica rappresentata dal Pnrr rischiano di non essere sufficienti ad invertire il trend, se le telco non sono pronte a cambiare mindset e a “guardare il mondo con occhi nuovi”, ha avvertito Butti.
“Serve cambiare il modello di business – ha spiegato – che non può basarsi solo sull’accesso alla rete ma si deve allargare a nuovi orizzonti, guardando al mondo dei nuovi servizi e alle integrazioni con altri settori verticali, da Industria 4.0 all’automotive, passando per la sanità e la smart mobility”.
La questione della rete nazionale delle Tlc
E il futuro delle telco è strettamente legato alla questione della rete unica che, appena ieri in audizione alla Camera, Butti stesso ha preferito chiamare “rete nazionale”.
“Dovremmo decidere su quella che impropriamente era chiamata rete unica. Ieri in un momento di entusiasmo l’ho definita rete nazionale, ha avuto esito positivo sulla stampa, chiamiamola in questo modo”.
“Il governo – ha concluso – vuole una rete a controllo pubblico, wholesale only (ovvero non verticalmente integrata, ndr), come detto da Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, nei suoi discorsi alla Camera e al Senato”. Domani, intanto, ci sarà un incontro a Palazzo Chigi con i rappresentanti degli azionisti di Tim, Vivendi e Cdp.