L’intelligenza artificiale per le aziende delle tlc può diventare una fonte di ricavi? Sì, secondo l’ultima analisi di Frontier Economics, purché gli operatori sappiano trasformare le loro strategie e aprirsi alle partnership.
Gran parte del dibattito sull’impatto dell’Ai nelle telecomunicazioni si è concentrata finora su come questa tecnologia può migliorare l’efficienza del settore, ad esempio attraverso l’automazione della rete, la previsione dei guasti e l’uso di chatbot nell’assistenza clienti. Tuttavia, l’Ai può anche creare nuove opportunità di revenue per gli operatori. Alcune telco stanno puntando su questa prospettiva: in Sud Corea, Sk Telecom sta attivamente incorporando l’Ai nelle sue reti e nelle sue operazioni con l’obiettivo di generare circa 14 miliardi di dollari di entrate dall’intelligenza artificiale entro il 2028, come parte della sua strategia per diventare un’azienda globale Ai-driven.
Ai per le Tlc: da fonte di risparmi a generatore di revenue
L’Organismo dei regolatori europei per le comunicazioni elettroniche (Berec) prevede che l’applicazione dell’Ai alle operations delle telco diventerà la norma nei prossimi sei-dieci anni, soprattutto con le nuove reti di ultra-banda larga fisse e mobili (5G).
Ci sono almeno tre modi principali in cui l’Ai può portare a guadagni di efficienza e migliori prestazioni per gli operatori delle telecomunicazioni: ottimizzazione delle prestazioni della rete, perché aiuta a decidere come allocare al meglio le risorse di rete; riduzione dei guasti e delle interruzioni; previsione su dove gli aggiornamenti di rete sono più necessari.
Tutti questi fattori potrebbero alla fine aiutare a ridurre i costi. Il miglioramento delle prestazioni di rete e le funzionalità potenziate possono anche aumentare i ricavi aprendo nuovi casi d’uso e aumentando la soddisfazione del cliente. Ad esempio, l’Ai faciliterà l’uso dello slicing di rete.
Ma l’Ai può fornire agli operatori delle telecomunicazioni anche maggiori opportunità di guadagno. In questo caso non si tratta solo di applicazione dell’intelligenza alle reti, ma di Ai nelle operazioni di marketing e customer care delle telco, nonché di un aumento della domanda dei servizi degli operatori trainata dall’uso massiccio delle applicazioni AI sia a livello consumer che business.
Così l’Ai potrà aumentare le revenue delle telco
Infatti, l’uso delle reti di telecomunicazioni è destinata probabilmente ad aumentare per via delle applicazioni Ai consumer che si diffondono sul mercato di massa.
Inoltre, potrebbe aumentare la domanda di una migliore qualità della rete per specifici casi d’uso aziendale dell’Ai.
Alle aziende delle tlc, l’Ai potrebbe consentire di elaborare offerte più personalizzate per i loro utenti finali, migliorando le loro attività di vendita e marketing. Le telco possono, infatti, utilizzare l’intelligenza artificiale per cercare di prevedere le preferenze dei consumatori (in base ai loro comportamenti e abitudini) e adattare di conseguenza le campagne promozionali e le tattiche di vendita per soddisfare i singoli utenti.
Gli operatori di telecomunicazioni potrebbero anche sviluppare da soli modelli di base e/o applicazioni di intelligenza artificiale generativa. Le telco potrebbero diventare dei fornitori di modelli fondazionali e applicazioni di intelligenza artificiale generativa.
Come tradurre il boom del traffico in redditività
La società di consulenza tecnologica Omdia prevede che entro il 2025 la maggior parte del traffico delle applicazioni di rete coinvolgerà la generazione o l’elaborazione di contenuti Ai. Entro il 2030 quasi due terzi del traffico di rete coinvolgeranno l’intelligenza artificiale, con la rapida crescita di video e immagini.
Ma l’aumento del traffico dati a causa delle applicazioni Ai consumer si tradurrà in maggiori ricavi per gli operatori tlc? L’aumento della domanda non è una novità per le reti di telecomunicazioni: l’avvento degli smartphone e lo sviluppo delle app hanno prodotto un’impennata del traffico mobile, ma questo non si è tradotto in Arpu e profitti più alti per le telco europee.
Gli operatori di telecomunicazioni potrebbero però avere più opportunità in futuro di aumentare i ricavi da specifici casi d’uso aziendale. Lo slicing di rete, ad esempio, consente di offrire agli utenti finali un servizio differenziato. Ciò potrebbe attrarre in particolare le aziende che sarebbero disposte a pagare di più per una qualità di rete superiore per soddisfare le loro esigenze specifiche – ad esempio, casi d’uso dell’Ai che richiedono un’elevata larghezza di banda, bassa latenza, alta affidabilità e/o alta sicurezza.
Queste considerazioni portano anche a chiedersi se non andrebbero rivisti alcuni principi della neutralità della rete per consentire agli operatori di telecomunicazioni di avere maggiori possibilità di monetizzare la capacità di offrire servizi mirati. Secondo la Commissione europea, alcuni grandi fornitori di servizi di accesso a Internet ritengono che “le attuali regole e l’approccio alla neutralità della rete non forniscono sufficiente certezza per consentire loro di lanciare servizi basati sullo slicing della rete o definire servizi specializzati”.
Le telco come fornitori Ai: la battaglia con le big tech
Quanto al ruolo potenziale di fornitori di applicazioni di intelligenza artificiale generativa, le telco non sembrano essere in una posizione particolarmente forte per sviluppare tali servizi (o addirittura i modelli di fondazione) in quanto hanno meno esperienza nell’Ai/machine learning in confronto alle aziende big tech, rispetto alle quali restano indietro anche come fornitori di servizi cloud. Le telco sono probabilmente posizionate molto bene sull’accesso ai dati, ma ciò si può tradurre in vantaggio solo a patto che i dati siano crittografati e si abbiano i diritti legali per utilizzarli.
A conti fatti, gli operatori di telecomunicazioni avrebbero bisogno di un chiaro cambiamento di strategia se intendono cogliere l’opportunità di diventare rilevanti fornitori di modelli fondazionali e/o applicazioni di intelligenza artificiale generativa. Sk Telecom fornirà un buon esempio per stabilire se ciò sia possibile.
Un’opzione sarebbe per gli operatori di telecomunicazioni di entrare in partnership con aziende più specializzate nell’Ai. Lo ha fatto, per esempio, Softbank in Giappone, che entrata in un’alleanza con Perplexity Ai per offrire uno strumento di intelligenza artificiale ai clienti di SoftBank, che fornisce risposte immediate alle domande con fonti e citazioni. Ovviamente, il valore che gli operatori di telecomunicazioni possono trarre da questa offerta di applicazioni di intelligenza artificiale insieme ad altre aziende dipende dal loro potere contrattuale di fronte ai loro partner.