Gli operatori di Tlc dovranno accelerare nella sfida sostenibilità. Il che significa investire in reti di comunicazione ad altissima velocità che rispettino l’ambiente. Ad oggi, sebbene molte aziende del settore siano impegnate ad elaborare e mettere in pratica strategie “carbon free”, la realtà è che alcuni target di sostenibilità restano irraggiungibili senza cambiamenti radicali.
Gsma e Abi Research hanno studiato le iniziative che gli operatori di telecomunicazioni stanno adottando per affrontare le questioni legate al clima e gli elementi che possono ostacolano i progressi.
La sostenibilità nelle telecomunicazioni: i dati
Secondo i numeri della Gsma, nel 2022 sono 50 gli operatori che in tutto il mondo si sono impegnati a ridurre la loro impronta di carbonio, in rialzo rispetto ai 19 censiti nel 2021. Inoltre, gli operatori che cubano il 44% del fatturato globale delle Tlc si sono impegnati a raggiungere i target “zero emissioni” entro il 2050.
Un impegno non da poco se si considera – rileva ancora la Gsma – che una connessione mobile rilascia ogni anno circa 59 kg di anidride carbonica a fronte, ad esempio, dei 600 kg rilasciati da un volo aereo Londra-Berlino.
Gli operatori di telefonia mobile sono responsabili di circa 490 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente all’anno – è la metrica che misura le emissioni di vari gas serra – pari a circa l’1% delle emissioni totali di carbonio nel 2021.
I consumi delle reti Ran
Entrando nel dettaglio delle reti, quella di accesso radio (Ran) consuma il 73% dell’energia mentre il core, i centri dati e le operations utilizzano rispettivamente il 13%, il 9% e il 5%, sempre secondo i dati della Gsma.
Una componente importante nella riduzione dell’impronta di carbonio è l’ottimizzazione del consumo energetico, un obiettivo apparentemente in contrasto con le esigenze degli operatori che devono garantire infrastrutture in grado di far viaggiare i dati ad alta velocità. Tuttavia, mentre il traffico di dati è aumentato del 31% nel 2021, l’elettricità e le emissioni di carbonio associate sono aumentate rispettivamente solo del 5% e del 2%. Il che indica che gli operatori stanno facendo piccoli progressi con le loro iniziative di sostenibilità.
La sostenibilità nelle Tlc
Gli operatori puntano ai target di sostenibilità utilizzando diverse strategie con l’obiettivo principale che è sempre quello di ridurre le emissioni di carbonio e il consumo di energia.
Secondo Abi Research, gli operatori calcolano l’efficienza energetica utilizzando le seguenti metriche:
- energia utilizzata per bit di dati
- energia utilizzata per una base station o un sito di celle
- energia necessaria per una connessione
- energia per produrre un’unità di fatturato.
Ecco come principali azioni con cui le telco possono raggiungere i target di sostenibilità
Riduzione delle emissioni di carbonio
Secondo il rapporto di Abi Research “A Telco Sustainability Reality Check”, oltre il 90% dell’impronta di carbonio prodotta dagli operatori è causata dall’elettricità utilizzata per alimentare le reti. In questo quadro le aziende possono misurare le proprie emissioni di carbonio valutando le emissioni dirette, quelle indirette e quella non associate a loro direttamente ma di cui sono indirettamente responsabile, come ad esempio quelle prodotte dai servizi dell’operatore una volta che i clienti utilizzano un servizio. Queste ultime, anche se difficili da calcolare, rappresentano la percentuale maggiore di emissioni. Gli operatori possono scegliere di rendere nota la propria impronta di carbonio al Carbon Disclosure Project per garantire trasparenza e responsabilità. Nel 2021, 60 operatori di telefonia mobile lo hanno fatto: sono state così divulgate informazioni sull’impatto climatico prodotto da 2,7 miliardi-
Utilizzare energia rinnovabile e reti green
Gli operatori possono ridurre le emissioni di carbonio e ottimizzare l’uso dell’energia implementando le energie rinnovabili per alimentare le loro reti. Invece di utilizzare generatori diesel, ad esempio, potrebbero prendere in considerazione di ricorrere all’energia solare, all’eolica, alle batterie agli ioni di litio. Inoltre, potrebbero investire in tecnologie e apparecchiature wireless che consumano meno energia. Secondo Gsma, però, sono ancora molti gli ostacoli da superare per virare verso l’uso di energie pulite. “L’uso delle energie rinnovabili dipende da fattori che spesso sfuggono al controllo degli operatori, come il clima locale, il contesto normativo a livello nazionale, la disponibilità della rete e il prezzo dell’energia rinnovabile”, spiega l’associazione.
Utilizzare strumenti di intelligenza artificiale
Grazie all’ intelligenza artificiale e all’apprendimento automatico, gli operatori possono implementare strumenti in grado di fornire informazioni utili sull’utilizzo dell’energia e sulle prestazioni della rete. Ericsson, ad esempio, sostiene un caso d’uso in cui le tecnologie abilitate all’intelligenza artificiale forniscono Kpi sulle prestazioni della Rane sul 5G “degradation”. In un altro caso d’uso, Ericsson utilizza invece l’intelligenza artificiale per l’analisi avanzata delle prestazioni, dei risparmi sui costi e della riduzione delle emissioni di carbonio. Per fare un esempio pratico: in un’area urbana si potrebbero utilizzare l’intelligenza artificiale e gli strumenti di apprendimento automatico per ottimizzare il consumo di energia per i siti di celle 5G nel corso della giornata, regolando i livelli di traffico, più intenso nelle ore diurne per le e più lento nella notte o nei fine settimana.
Tuttavia, anche se l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico possono fornire statistiche utili sull’uso dell’energia e sulle prestazioni della rete, questi dati non hanno importanza se non si agisce di conseguenza. E la carenza di talenti nell’ambito dell’AI tra le organizzazioni potrebbe costituire un ostacolo a cambiamenti attuabili nel prossimo futuro.
“La realtà è che non cambierà nulla solo raccogliendo più informazioni – si legge nel rapporto di Abi Research – Per raggiungere lo zero netto è necessario cambiare i comportamenti”.
Spegnere le reti 2G e 3G
Il settore sta velocemente virando al 5G, che offre bassa latenza, elevata larghezza di banda e maggiore velocità di trasmissione dei dati in tempo reale. Ma queste capacità hanno un rovescio della medaglia: il 5G è considerato una tecnologia ad alta intensità energetica.
Secondo Abi Research, il 5G richiede un numero di stazioni base tre volte superiore per la stessa copertura rispetto all’Lte. L’aumento è dovuto al fatto che il 5G ha una propagazione del segnale più breve a frequenze più elevate e richiede una maggiore densificazione della rete ovvero un numero maggiore di siti di cella per aumentare la capacità.
Nonostante l’elevato consumo di energia, il 5G è comunque più efficiente dal punto di vista energetico rispetto alle reti tradizionali 2G, 3G e 4G. Questa efficienza è dovuta alle modifiche hardware e software, all’ottimizzazione delle funzioni di risparmio energetico e al maggior numero di unità di dati trasmessi per kilowatt di energia, secondo un test Nokia sul consumo energetico della Ran 5G.
Mentre la maggior parte degli operatori ha effettuato lo spegnimento di 2G e 3G, molti stanno ancora utilizzando l’infrastruttura 4G legacy per eseguire il 5G non standalone, almeno fino a quando non avranno completato la costruzione della loro infrastruttura 5G autonoma. Fino ad allora, gli operatori non potranno sfruttare appieno i potenziali vantaggi energetici del 5G.
“Migliorare l’efficienza energetica delle reti e realizzare il potenziale del 5G richiederà lo spegnimento delle reti più vecchie e meno efficienti dal punto di vista energetico”, si legge nel rapporto Gsma.
Garantire maggiore durata dei device
Un altro modo in cui gli operatori di telefonia mobile e i provider possono implementare pratiche sostenibili è la gestione dei dispositivi. I consumatori spesso desiderano l’ultimo modello smartphone e dispositivi. Ma i fornitori di telefonia possono contribuire a cambiare le abitudini di consumo prolungando di un anno la durata di vita dei telefoni cellulari e risparmiando così circa 21,4 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio all’anno entro il 2030, secondo Abi; rendere più facile per i consumatori riciclare e rimettere a nuovo i vecchi dispositivi; monitorare le discariche di rifiuti elettronici per ridurre al minimo l’inquinamento atmosferico e i rischi tossici.
Allo stesso modo, gli operatori di telecomunicazioni e i fornitori di reti possono migliorare la gestione del ciclo di vita dei prodotti, sostenendo un’economia circolare. In un’economia circolare, i prodotti e i dispositivi, come i vecchi switch e router, vengono ricondizionati, riutilizzati e riciclati per ridurre al minimo i rifiuti.
Gli operatori, i fornitori e le imprese possono anche implementare la virtualizzazione e l’infrastruttura di rete wireless per ridurre la dipendenza dai dispositivi fisici, consentire gli aggiornamenti del software e ridurre al minimo le emissioni della catena di approvvigionamento.
Secondo la Gsma, gli operatori e i fornitori possono anche prendere in considerazione le seguenti best practice per sostenere un ciclo di vita dei dispositivi più sostenibile:
- utilizzare materiali riciclabili nella costruzione dei dispositivi
- utilizzare componenti facili da riutilizzare e con un design modulare
- includere l’interoperabilità con le tecnologie future nella progettazione
- utilizzare imballaggi compostabili o rinnovabili
- sostenere un trasporto a basse emissioni di carbonio per la spedizione
- utilizzare energia rinnovabile durante le operazioni
- includere iniziative di smantellamento, disassemblaggio e riciclaggio dei prodotti.
Sostenibilità, un “work in progress”
Sebbene gli operatori di telecomunicazioni abbiano iniziato a fare interessanti progressi sul fronte sostenibilità, devono ancora dare priorità alle prestazioni della rete per i loro clienti e costruire infrastrutture affidabili.
In questo senso l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico offrono agli operatori soluzioni efficaci per conoscere il consumo di energia delle reti e i campi dove intervenire per migliorare. Nel frattempo, si possono fare piccoli passi per gestire meglio il ciclo di vita dei dispositivi, scegliere energia rinnovabile e valutare i propri comportamenti ambientali.