L’analisi

Tlc “future proof”, quattro azioni strategiche per il 2030



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Per prepararsi alle sfide dei prossimi anni le aziende devono elaborare piani di crescita di lungo periodo, implementare sistemi di rilevamento delle minacce, promuovere una cultura digitale e costruire ecosistemi di partnership robusti. La “ricetta” di Ibm Institute of Value

Pubblicato il 24 gen 2025



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I leader del settore tlc prevedono cambiamenti importanti nel mondo entro il 2030, ma molti fornitori di servizi (Csp) potrebbero non riflettere queste nuove realtà nella loro pianificazione strategica: molti di loro prevedono infatti di concentrarsi sull’adattamento delle loro capacità davanti alle esigenze future, piuttosto che perseguire in modo proattivo la crescita. Questo approccio potrebbe renderli vulnerabili ai rischi della concorrenza e ciechi di fronte alle opportunità di nuovi servizi.

Le 4 mosse vincenti

Davanti a queste sfide, un report dell’Ibm Institute for Business Value evidenza che sono quattro le fasi essenziali di qualsiasi approccio strategico: un atteggiamento proattivo alla pianificazione, alla modernizzazione tecnologica, all’investimento in talenti e alla sicurezza informatica, sostenuto da una mentalità di crescita, può aiutare i Csp a stare al passo con un decennio di opportunità.

Formulare piani di crescita di lungo periodo

Passare dalle previsioni alle probabilità, attraverso l’uso di più strumenti di pianificazione. Queste tecniche consentono di ottenere una comprensione più diversificata e completa dell’ambiente, delle sfide e delle opportunità. Aiutano i Csp ad andare oltre le previsioni e ad adottare un approccio probabilistico che consente loro di provare diversi percorsi e di scegliere quello più adatto. I metodi più utilizzati dalle organizzazioni intervistate includono l’analisi Pestle (65%), le Cinque Forze di Porter (58%), la pianificazione di scenario (58%) e la balanced scorecard (58%).

Dato l’impatto crescente del riscaldamento globale, poi, la preparazione ai disastri diventa una componente critica della pianificazione. Gli intervistati sono uniti nella preoccupazione per il cambiamento climatico. Coloro che prevedono che questo influenzerà il settore quasi raddoppiano da oggi al 2030: l’85% afferma che gli incendi e le inondazioni costiere interesseranno le regioni per gran parte del tempo nel 2030.

Modernizzare la tecnologia

La seconda mossa richiede di modernizzare la tecnologia per innovare senza sosta, operare in modo efficiente e rispondere efficacemente alle interruzioni. Stimolato dai rapidi progressi tecnologici nel 5G, nell’IoT, nell’AI e nell’edge computing, il terreno digitale del settore delle telecomunicazioni si sta trasformando molto velocemente. Se non abbracciano le tecnologie avanzate, le aziende rischiano di perdere fatturato a vantaggio dei rivali che lo fanno. Per la maggior parte degli intervistati, la modernizzazione tecnologica inizia con il cloud computing: quasi tre su quattro si sono impegnati ad adottare il cloud come tecnologia di punta per il 2030. Anche l’adozione dell’IA è fondamentale, ma l’impegno degli intervistati nei confronti della modernizzazione tecnologica varia.

Investire nel talento umano

Dotare la forza lavoro di una nuova serie di competenze, dalla tecnologia alla gestione delle persone è la terza mossa da attuare. Con la rapida adozione di tecnologie avanzate, i talenti esperti di tecnologia diventano fondamentali. In generale, gli intervistati riconoscono che sarà necessario passare dalle capacità specifiche delle telecomunicazioni ad altre capacità tecnologiche.

Concentrarsi sulla sicurezza informatica

Ultima mossa da attuare è dare priorità alla conformità alle normative e alla sicurezza come elemento di differenziazione. Grazie all’abbondanza di dati degli utenti e al ruolo chiave nell’autenticazione della sicurezza, le aziende di telecomunicazioni rappresentano un obiettivo sempre più redditizio per i criminali informatici. Secondo i Cyble Research and Intelligence Labs, infatti, nei soli primi due mesi del 2023 sono trapelati nel dark web più di 74 milioni di dati privati legati a clienti di diversi Csp, per lo più attraverso reti di fornitori terzi. Tuttavia, nel sondaggio, solo circa la metà dei dirigenti cita la cybersicurezza e la privacy dei dati come priorità assoluta per il 2030: questo nonostante il fatto che l’82% degli intervistati preveda un mondo in cui la sfiducia nelle informazioni sarà pervasiva, guidata da fake news e dati che rendono difficile per le organizzazioni e gli individui sapere cosa è reale. Le preoccupanti campagne di disinformazione si basano spesso sull’uso improprio dei dati personali per manipolare le persone, rendendo la protezione dei dati e della privacy ancora più un imperativo per i Csp.

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