l’intervento

Tlc, il Berec scettico sulle tesi Draghi-Letta: “Investimenti in fibra e 5G mai così elevati”



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Robert Mourik, che assumerà l’incarico di presidente dell’Autorità europea nel 2025, mette in guardia sulle modalità per spingere la competitività del comparto creando campioni industriali. “Le soluzioni proposte potrebbero non essere adatte al raggiungimento degli obiettivi, la competizione stimola l’innovazione dei servizi a vantaggio dei consumatori”. E accende i riflettori sulla quantità di reti presenti nel Continente: “Siamo più avanti degli Stati Uniti”

Pubblicato il 5 nov 2024



Fonte: Berec

Non si potrà prescindere da “ripercussioni fondamentali” nel momento in cui le politiche della nuova Commissione europea si baseranno sui recenti rapporti che propongono cambiamenti radicali al quadro delle telecomunicazioni. L’ha detto il neo presidente del Berec, Robert Mourik, parlando al 5G Techritory di Riga.

Mourik ha fatto esplicito riferimento ai documenti presentati da Mario Draghi ed Enrico Letta e al libro bianco della Commissione europea “How to Master Europe’s Digital Infrastructure Needs”, studi che affrontano le possibili trasformazioni del mercato delle telecomunicazioni, invocando riforme come la promozione del consolidamento per creare aziende più grandi, e quindi capaci di sostenere finanziariamente ampie strategie di crescita all’interno del mercato unico digitale.

I distinguo di Mourik sui report di Draghi e Letta

“La tesi sostenuta da Draghi e Letta nei loro rapporti è che il mercato interno richiede attenzione e che l’Europa deve agire per rimanere competitiva e innovativa. Questo punto di vista è in linea con quello del Berec. La questione, tuttavia, è come procedere. Riteniamo che le soluzioni proposte per il settore delle telecomunicazioni in questi documenti spesso non siano adatte allo scopo”, ha affermato Mourik.

A suo avviso, la Commissione europea deve condurre ulteriori analisi prima di introdurre una legislazione che abbia un impatto sul mercato delle telecomunicazioni. Sebbene si percepisca una mancanza di investimenti, Mourik ha puntualizzato: “Non abbiamo mai visto livelli così alti di investimenti nella fibra e nel 5G come negli ultimi anni”.

Ha inoltre affermato che l’Europa si trova in una “posizione di gran lunga migliore” rispetto agli Stati Uniti per quanto riguarda la diffusione della fibra, rispetto alla quale i fornitori americani, secondo quanto riferito, hanno difficoltà a generare profitti.

Mourik ha anche espresso preoccupazione per la raccomandazione del rapporto Draghi di creare, attraverso il consolidamento, “campioni industriali” allo scopo di rimanere competitivi con le aziende cinesi e statunitensi. Secondo Mourik, invece, le autorità di regolamentazione dovrebbero incoraggiare la concorrenza per stimolare gli investimenti, con conseguenti prezzi più bassi e servizi migliori, a vantaggio dei consumatori.

“Draghi suggerisce che la concorrenza è fondamentale per creare un’industria forte in Europa che possa competere a livello globale. Molte società di telecomunicazioni interpretano questa affermazione come un sostegno a una politica industriale che favorisce le grandi società di telecomunicazioni. Tuttavia, ritengo che non dovremmo diluire la nostra politica di concorrenza o proteggere alcune aziende rispetto ad altre”, ha aggiunto.

Il contributo del Berec e l’importanza della cybersecurity

Mourik ha poi riconosciuto che gli sviluppi tecnologici giustificano una valutazione del quadro normativo e il Berec è pronto a contribuire a questo esercizio per garantire che i guadagni ottenuti negli ultimi 20 anni per creare mercati competitivi continuino a garantire che gli Stati membri raggiungano i loro obiettivi di connettività.

“Ci siamo impegnati a svolgere un ruolo critico di consulenza nei confronti del Parlamento europeo, del Consiglio e, naturalmente, in particolare della Commissione europea, perché crediamo in una legislazione forte e basata sui fatti. Se dobbiamo sorvegliare i mercati come regolatori, abbiamo bisogno di una legislazione di alta qualità che sia adatta allo scopo. Il Berec non ha paura del cambiamento, ma deve essere un cambiamento che faccia progredire l’Ue e il mercato interno”.

Mourik ha infine sottolineato che l’attuale situazione geopolitica globale e la guerra in Ucraina evidenziano chiaramente l’importanza crescente della cybersicurezza e della resilienza delle reti di telecomunicazione, oltre al ruolo abilitante che i network possono svolgere nella digitalizzazione di altri settori per renderli più sostenibili dal punto di vista ambientale. La bozza del programma di lavoro del Berec per il 2025, aperta alla consultazione pubblica fino al 4 novembre, include diversi progetti su questi temi.

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