I ricavi delle telco europee scenderanno in media dell’1,8% l’anno da qui al 2015, a meno che gli operatori non decidano di mettere in campo strategie efficaci, prime fra tutte il taglio dei costi. È quanto emerge da uno studio di Arthur D. Little ed Exane Bnp Paribas, secondo cui il declino delle revenues è legato alla combinazione di più fattori: condizioni economiche sfavorevoli, interventi regolamentati e forte concorrenza degli Ott.
Le telco si dovranno aspettare una cannibalizzazione dei ricavi da parte degli over the top nel mobile (voce e sms) ma – di contro – potranno potranno avvantaggiarsi di una crescita nel segmento del fisso, determinata dallo sviluppo della fibra nonché dalla possibilità di lanciare contenuti propri in accordo con altre aziende. Inoltre la realtà “all-Ip” può favorire lo sbarco degli operatori in mercati diversi da quelli tradizionali, tra i quali i servizi finanziari, l’energia, le utilities, il comparto automobilistico.
I ricavi potenziali, secondo gli analisti, potrebbero raggiungere il 4-9% del fatturato dei grandi operatori telefonici entro il 2015. “Una cifra – precisa il report -significativa ma non tanto da invertire la tendenza negativa”. Tendenza che si può invertire – dicono gli esperti di Arthur D. Little lanciando programmi di trasformazione dei costi operativi e degli investimenti che contribuiranno a modificare l’attuale assetto di mercato, portando alla nascita di grandi operatori, operatori locali e aziende specializzare in infrastrutture.
“Davanti al declino dei ricavi core e alla crescita degli Ott – spiega Didier Levy di Arthur D. Little – gli operatori europei dovranno realizzare nuovi modelli di business ed esaminare le opportunità dei ricavi nei mercati adiacenti".