L’operazione

Tlc, la quota statale in Deutsche Telekom scende al 27,8%. Ma resta forte il peso di Berlino



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Mentre Telefonica in Spagna ricalca il modello Tim con un aumento della partecipazione pubblica, in Germania via alla cessione di 110 milioni di azioni per un controvalore di 2,5 miliardi. Lo Stato con Kfw è il principale azionista della telco

Pubblicato il 4 giu 2024



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La Germania ha venduto un consistente numero di azioni di Deutsche Telekom per un importo pari a circa 2,5 miliardi di euro. La cessione è avvenuta attraverso la banca pubblica d’investimento KfW che, si legge in una nota, “ha venduto 110 milioni di azioni della Deutsche Telekom al prezzo di 22,13 euro” a investitori istituzionali.

La strategia tedesca

L’operazione riduce così la partecipazione pubblica della Germania dal 30,46% al 27,8%: una quota divisa tra Stato e KfW, che rimangono i principali azionisti dell’ex monopolio pubblico, privatizzato nel 1995. Nella nota KfW dichiara che “approfitterà delle attuali buone condizioni di mercato per compiere ulteriori passi nella privatizzazione del gruppo”. Contestualmente alla cessione, Deutsche Telekom ha annunciato che aumenterà a 200 milioni di euro il volume massimo che può spendere settimanalmente per acquistare le proprie azioni.

“Il governo federale utilizzerà i proventi netti della transazione per rafforzare il capitale di Deutsche Bahn e per espandere l’infrastruttura ferroviaria in Germania in modo lungimirante”, ha dichiarato il ministero.

A febbraio, KfW ha venduto 50 milioni di azioni della società di logistica Dhl per 2,17 miliardi di euro. Il governo tedesco prevede di raccogliere fino a 4 miliardi di euro vendendo partecipazioni societarie quest’anno, come risulta da documenti del ministero delle Finanze visionati da Reuters.

Mentre in Spagna e in Italia lo Stato rafforza la sua posizione nelle tlc

La manovra è in controtendenza con quello che sta succedendo in Spagna e in Italia, dove lo Stato sta invece gradualmente riprendendo possesso delle ex società di telecomunicazioni pubbliche. Il governo spagnolo, innanzitutto, è ritornato importante azionista dell’ex incumbent Telefónica aumentando la sua partecipazione al 10%, in linea con l’obiettivo prefissato dopo che la multinazionale saudita Stc ha acquistato una quota del colosso delle telecomunicazioni nazionale. L’acquisizione è stata effettuata tramite Sepi, Sociedad Pública de Participaciones Industriales, a un prezzo di 4,03 euro per azione, per un costo totale dell’operazione di 2,85 miliardi di euro.

Sepi negli ultimi mesi ha gradualmente aumentato la sua partecipazione in Telefónica, “destinata a essere permanente” in quanto “fornisce alla società una maggiore stabilità azionaria per raggiungere i suoi obiettivi e contribuisce a proteggere le capacità strategiche” di Telefónica, “un’azienda chiave nel settore delle telecomunicazioni”. Il governo spagnolo aveva privatizzato la società o nel 1997, ora mira a intervenire per rafforzarla in quanto “molto importante e strategica per il Paese”.

In Italia, invece, Tim è partecipata da Cdp al 9,8% del capitale ordinario mentre NetCo vedrà un investimento di circa il 20% da parte del Mef e del 10% da parte di F2i per assicurare un presidio pubblico nella governance. NetCo avrà infatti come principale azionista Optics Bidco con un 70%, di cui Kkkr al 60%, Adia (Abu Dhabi Investment Authority) al 10%.

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