L’INTERVENTTO

Tlc, Lasorella: “La regolamentazione ex ante è la strada giusta”



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Il presidente Agcom conferma la validità dell’approccio in ottica anti-monopolio, ma riconosce l’opportunità di ripensare le nozioni di “reti” e di “servizi di comunicazione elettronica” nel nuovo Digital network act dell’Ue. E sottolinea la rivoluzione innescata dalla convergenza tra Tlc, servizi It ed intelligenza artificiale, che impatta le telco e impone “un radicale cambio di prospettiva anche per i regolatori”

Pubblicato il 9 apr 2025



broadband, banda ultralarga, tlc, connettività

“Si può certamente ragionare degli spazi e dei modi per possibili semplificazioni procedurali che facilitino la vita alle imprese che intendano effettuare investimenti transfrontalieri in Europa”, ma “non mi sembra che sussista l’esigenza di una trasformazione radicale dello strumentario regolamentare” nel campo delle Tlc. Lo ha affermato Giacomo Lasorella, presidente di Agcom, intervenendo alla conferenza Telecommunications of the future” a Roma.

“In particolare”, ha chiarito Lasorella, “mi sembra che non vi siano fondate ragioni per modificare l’attuale impostazione basata sulla regolamentazione ex-ante dei mercati: l’efficacia dell’approccio Smp è ampiamente provata ed un arretramento su questo fronte rischierebbe di innescare dinamiche di ri-monopolizzazione, a detrimento degli utenti”, ha aggiunto Lasorella riferendosi all’approccio “significativo potere di mercato”.

Lasorella (Agcom): “Ripensare le nozioni di reti e servizi di comunicazione elettronica”

Parlando del percorso verso il Digital network act europeo, Lasorella ha detto che “la leva maggiormente efficace per favorire investimenti infrastrutturali – fermo restando che gli operatori debbono disporre di adeguate risorse per investire – continua, a mio avviso, ad essere quella della concorrenza: appare quindi oggi opportuno mantenere comunque una grande attenzione alle dinamiche della domanda, anche attraverso incentivi al take-up e una regolamentazione favorevole alla migrazione ai servizi in fibra“.

Quanto al cosiddetto scope del framework europeo, ha proseguito Lasorella, “penso si possa concordare tutti sull’opportunità di una riflessione sul perimetro più opportuno e al passo con i tempi delle nozioni di “reti” e di “servizi di comunicazione elettronica”, che tenga conto delle nuove modalità di realizzazione delle infrastrutture di comunicazioni elettroniche e delle nuove modalità di fornitura dei servizi al pubblico.

I nuovi dati Agcom sulla diffusione della banda ultralarga in Italia

Lasorella ha anche riportato i dati aggiornati sulla diffusione della banda ultralarga in Italia parlando di “fame di connessione” e sottolineando come l’intervento dell’Autorità miri, come primo obiettivo, a ottenere la massima copertura di connettività.

I dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni aggiornati al dicembre 2024 evidenziano una continua crescita del consumo di dati: in termini di volume complessivo, il traffico giornaliero nel 2024 su rete fissa mostra una crescita del 16,8% su base annua (9.3 Gbyte per linea), e quello su rete mobile del 15.4% (0.86 Gbyte per sim human).

“Una fame di connessione che non accenna a placarsi e che richiede e ha richiesto una costante attenzione ed una coerente e decisa risposta infrastrutturale nel quadro delle politiche di sviluppo approvate dal decisore pubblico”, ha affermato Lasorella. “Mi riferisco alle numerose iniziative di investimento afferenti al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ed in particolare ai Piani di Aiuti di Stato “Italia a 1 Giga” (circa 3,8 miliardi di euro) e “Italia 5G” (2.02 miliardi di euro) previsti nella “Strategia italiana per la Banda Ultra Larga – Verso la Gigabit Society” nei confronti dei quali l’Autorità ha esercitato un ruolo proattivo ai fini di una celere ed efficace attuazione”.

Gli indicatori di copertura Ftth

L’indicatore relativo alla copertura della rete in fibra fino a casa (Ftth), calcolato dall’Autorità, evidenzia che al 31 dicembre 2024 il 70,7% delle famiglie risultava raggiunto da questa tecnologia.

Le regioni più cablate d’Italia sono il Molise, il Trentino-Alto Adige e la Sicilia, con una copertura rispettivamente dell’85%, dell’83% e dell’81% delle famiglie. Al contrario, le regioni meno infrastrutturate risultano essere la Calabria e la Sardegna, con livelli di copertura pari rispettivamente al 61% e al 59%.

La progressione dei valori di copertura, che partivano dal 30,0% nel 2019,evidenzia una dinamica di crescita ancora in fase di accelerazione. Nel corso del 2023 la copertura Ftth aveva raggiunto il 59,6%, mentre nel 2024 si è attestata al 70,7%, con un incremento di 11,1 punti percentuali, superiore rispetto a quello registrato l’anno precedente, pari a 5,9 punti percentuali.

“Tale andamento conferma, seppur con alcune differenze territoriali, l’efficacia delle politiche pubbliche di sostegno agli investimenti infrastrutturali, come pure il progredire degli investimenti degli operatori, che hanno contribuito ad accelerare significativamente la diffusione della rete in fibra sul territorio nazionale”, ha affermato Lasorella.

La crescita della rete 5G

Anche la rete 5G conferma una tendenza di crescita consolidata, sia nei valori complessivi sia negli indicatori relativi alle aree rurali. Nel 2024, la copertura 5G complessiva si attesta infatti al 99,5% dell popolazione, confermando il livello già rilevato nell’anno precedente. La copertura 5G nelle aree rurali registra un lieve miglioramento, passando dal 98,2% al 98,3%.

Più marcato l’incremento osservato nella copertura nella banda 3,4–3,8 GHz, considerata strategica per le prestazioni avanzate del 5G: la copertura complessiva passa dall’88,3% al 93,3%, mentre nelle aree rurali l’aumento è ancora più significativo, salendo dal 68,9% al 79,4%.

Frequenze in scadenza e uso efficiente dello spettro

Ad una copertura sempre più capillare del territorio quale risultante delle iniziative di parte pubblica (e privata) sin qui descritte deve necessariamente accompagnarsi, per quanto attiene nello specifico i servizi radiomobili di quinta generazione, un utilizzo quanto più efficiente possibile della risorsa spettrale.

Per quanto riguarda le frequenze in scadenza, la regolamentazione proposta da Agcom, ha detto Lasorella, “consentirà agli operatori del settore – è questo l’auspicio dell’Autorità – una più sicura pianificazione degli investimenti necessari per sviluppo di reti e servizi cosiddetti ‘a prova di futuro’, scongiurando nel contempo possibili criticità (ad esempio discontinuità nel servizio e/o peggioramenti della copertura radio), alla scadenza dei diritti che avrebbero un impatto critico sulla popolazione”.

In ottica di lungo periodo, con riferimento alle bande i cui diritti d’uso scadranno nel 2029, l’Autorità ha infatti “avviato, nel giugno dello scorso anno una prima consultazione pubblica – largamente apprezzata dal mercato – sulle possibili future misure regolamentari concernenti la loro assegnazione”, ha ricordato Lasorella.

Per quanto riguarda il piano economico, gli operatori di Tlc hanno recentemente auspicato una proroga gratuita delle frequenze in scadenza nel 2029, come accaduto in Germania.

Lasorella: “Convergenza tra Tlc, servizi It ed intelligenza artificiale” nuova sfida per il regolatore

“Gli interventi regolamentari sin qui descritti, così come quelli che saranno compiutamente definiti nel prossimo futuro, hanno come comune denominatore la consapevolezza delle nuove prospettive offerte dalla digitalizzazione ad un mercato, quello delle telecomunicazioni, oggetto di profonde trasformazioni, sia sul versante tecnologico sia su quello strutturale”, ha concluso Lasorella.

“La convergenza tra Tlc, servizi It ed intelligenza artificiale è ormai un dato di fatto, ed è proprio quest’ultima, nella sua componente generativa, con i suoi modelli sempre più sofisticati, a guidare la crescita delle architetture di comunicazione ed elaborazione”, ha evidenziato il presidente Agcom. “L’adozione di soluzioni software-defined gestite su base algoritmica, la scelta di elementi di rete diversi ed indipendenti, “correlate” alle tradizionali reti di comunicazione elettronica funzionali alla qualità del servizio, e l’ottimizzazione delle risorse di rete sono oggi più che mai aspetti cruciali per garantire qualità, scalabilità, sicurezza e resilienza dei servizi offerti”.

“La profonda intersezione tra reti e piattaforme di servizio impone pertanto un radicale cambio di prospettiva anche per i regolatori, chiamati a ripensare, a partire dall’esperienza fin qui acquisita, i razionali della loro azione in chiave modulare e multidisciplinare”, ha detto ancora Lasorella.

In tale ottica, sulla scorta delle più recenti esperienze in materia (per esempio il caso Dazn), l’Autorità ha avviato, nel mese di marzo scorso, uno specifico procedimento volto alla ricognizione delle condizioni di applicabilità del regime di autorizzazione generale previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche alle Content delivery network (Cdn) per la distribuzione dei contenuti in streaming via Internet.

“A tal fine, desidero ribadirlo, – ha concluso Lasorella – Agcom continuerà a collaborare con la Commissione e le istituzioni europee, le altre autorità di settore nell’ambito degli organismi europei, in particolare nel Berec per affrontare in modo efficace le potenziali sfide competitive legate allo sviluppo delle reti e dei servizi del nuovo ecosistema digitale ed assicurare una transizione efficiente, economicamente e socialmente sostenibile”.

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