L’attuale scenario per il settore delle telecomunicazioni è caratterizzato da una complessità crescente: non solo volumi di traffico in aumento ma anche temi architetturali di latenza e distribuzione e l’arrivo di nuovi trend tecnologici quali intelligenza artificiale ed edge computing hanno fatto emergere nuove esigenze per il mercato dei servizi di telecomunicazioni. L’avvento delle reti autonome può rappresentare un vero e proprio punto di svolta per tutto il comparto.
Cosa sono le reti autonome
Con l’espressione reti autonome si fa riferimento a network autosufficienti in termini di configurazione, monitoraggio e risoluzione autonoma dei problemi. Secondo la definizione del TM Forum , esistono sei livelli di reti autonome:
- a gestione manuale (Livello 0)
- a gestione assistita (Livello 1)
- network parzialmente autonomi (Livello 2), in cui le operazioni e la manutenzione a ciclo chiuso di alcune unità e in determinati ambienti vengono effettuate tramite un modello di intelligenza artificiale (AI)
- reti autonome condizionate (Livello 3) che riescono a percepire i cambiamenti ambientali in tempo reale e, in determinati domini di rete, a ottimizzare e adattare il proprio funzionamento all’ambiente esterno
- reti altamente autonome (Livello 4), in grado di condurre analisi e prendere decisioni basate sulla gestione predittiva o attiva
- network completamente autonomi (Livello 5), il cui obiettivo è rivoluzionare le reti delle telecomunicazioni, facendo leva su di un sistema che presenta capacità di automazione a circuito chiuso su più servizi, più domini e sull’intero ciclo di vita
Efficienza operativa
L’adozione delle reti autonome porterà a una maggiore efficienza operativa ottimizzando in tempo reale il traffico, le risorse e la gestione delle reti, riducendo al minimo il bisogno di intervento umano con una riduzione dei costi operativi; ma anche a una maggiore agilità e scalabilità con una capacità di adattarsi dinamicamente alle mutevoli esigenze di traffico e di servizio, con risposte più rapide alle richieste dei clienti e alle variazioni del mercato. L’automazione e l’intelligenza incorporata nelle reti autonome possono migliorare l’affidabilità, la qualità e le prestazioni dei servizi con un’esperienza utente migliore e più soddisfacente, aumentando la fedeltà del cliente e riducendo il churn. Infine, le reti autonome possono rilevare e rispondere in modo proattivo alle minacce alla sicurezza, sia interne che esterne, garantendo la protezione dei dati e dei servizi dei clienti, attraverso una risposta più rapida e efficace agli attacchi informatici e alle violazioni della sicurezza.
La roadmap al 2028
Il percorso verso la completa autonomia delle reti per le telecomunicazioni è appena iniziato: secondo il report “Networks with intelligence” del nostro Capgemini Research Institute, la stragrande maggioranza delle società del settore (84%) è ancora ai livelli 1 o 2 ed è quindi agli esordi di questa trasformazione, ma mira a raggiungere almeno il livello 3 entro il 2028. Contestualmente, solo il 16% delle società di telecomunicazioni prevede di raggiungere il livello 4 di autonomia nei prossimi cinque anni e solamente l’1% stima di raggiungere il livello 5 in generale. In questi due ultimi casi, l’ottimismo proviene dalla consapevolezza che la tecnologia maturerà nei prossimi cinque anni, grazie all’implementazione di un maggior numero di casi d’uso di reti autonome.
In Italia, il 63% delle realtà operanti nel mondo delle telecomunicazioni si trova attualmente al livello 2, una delle percentuali più elevate di tutti i Paesi presi in considerazione e la stessa percentuale prevede di raggiungere il livello 3 entro il 2028.
I principali ostacoli sul cammino
Ma quali sono i principali ostacoli che le organizzazioni devono affrontare nel loro percorso verso le reti autonome? Più della metà delle organizzazioni intervistate a livello globale menziona la formazione dei dipendenti come la sfida culturale principale. L’Italia non è da meno: ben il 63% delle società del settore telco sente la necessità di un cambiamento della cultura aziendale e delle competenze per favorire i progressi verso l’autonomia dei network. Oltre a cultura e formazione, le modalità di integrazione di soluzioni a livello di business, servizi e risorse, la protezione dei dati ed i timori legati alla data sovereignity, le ramificazioni dell’IA saranno tutti temi da portare sul tavolo e sviluppare per proseguire con successo il percorso verso le reti autonome.
Vincono i first mover
In questo contesto, disporre di una solida strategia e di una roadmap evolutiva verso le reti autonome è un fattore di differenziazione fondamentale, che consente ai first mover di raccogliere i frutti di questa trasformazione ma può anche servire come fattore chiave per scalare e sostenere la trasformazione durante tutto il suo percorso. Eppure, solo una società di telecomunicazioni su cinque (17%) dispone di una strategia di trasformazione delle reti autonome a 360 gradi, con obiettivi ben definiti e tempistiche mirate, mentre quasi sette su dieci stanno lavorando all’implementazione delle reti autonome senza aver implementato una strategia strutturata. Al contempo, meno di un’organizzazione su cinque (15%) ha nominato un leader dedicato alle reti autonome e il 31% è ancora in fase di ricerca e solo la metà delle telco intervistate dispone di una roadmap che copre solamente i prossimi 1-2 anni.
L’impatto su costi e investimenti
Nonostante siamo ancora agli esordi di questa trasformazione, i benefici degli investimenti legati alle reti autonome sono molto chiari alle organizzazioni del settore telco, che infatti stimano di investire in media 87 milioni di dollari nelle reti autonome nei prossimi cinque anni. I CxO sono consapevoli che gli sforzi legati all’implementazione di una strategia mirata per lo sviluppo di reti autonome presentano evidenti e significativi benefici: riduzione delle spese operative di rete (OpEx) pari a 150-300 milioni di dollari per ogni azienda nei prossimi cinque anni e miglioramento dell’efficienza operativa. Anche in termini di sostenibilità, si stima una riduzione media delle emissioni pari al 32% nei prossimi cinque anni, con vantaggi legati anche al calo del consumo energetico.
Come passare all’azione
Accelerare l’adozione delle reti autonome negli operatori richiede un impegno strategico a livello tecnologico, organizzativo e di partnership, insieme a una cultura di innovazione e agilità. Gli operatori possono adottare un approccio graduale e iterativo all’implementazione delle reti autonome, iniziando con casi d’uso limitati e scalando successivamente in base alla maturità tecnologica e organizzativa, con un percorso che benefici dei risparmi operativi, dei miglioramenti delle prestazioni dei servizi e dell’esperienza del cliente.
Il primo passo in questo percorso passa dagli investimenti in tecnologie abilitanti come l’intelligenza artificiale (AI), l’apprendimento automatico (ML), l’automazione dei processi (RPA) e la virtualizzazione delle funzioni di rete (NFV), tecnologie che forniscono le fondamenta necessarie per creare reti autonome e intelligenti; ma sarà fondamentale che gli operatori elaborino una chiara strategia tecnologica, organizzativa e di partnership per lo sviluppo di progetti pilota e condivisione delle best practise all’interno di una roadmap ben definita.