Il fatturato globale delle telco nel 2011 è cresciuto del 7%, sfiorando i 2 trilioni di dollari (1,96 trilioni), ma la debolezza del quadro macroeconomico rallenterà in maniera consistente I tassi di crescita nei prossimi 5 anni. Lo rende noto un report della società di analisi Ovum, secondo cui anche le spese dei service provider sono cresciute del 12% l’anno scorso, raggiungendo 314 miliardi di dollari.
“Il 2011 è stato un anno di ripresa per il settore”, ha detto Matt Walker, principal analyst autore del report di Ovum.
Gli operatori mobili hanno generato il 56% del capex (Capital Expenditure, ovvero spese per capitale) complessivo nel 2011, una percentuale che secondo Ovum è destinata a raggiungere il 62% nel 2017.
Tuttavia, nel periodo 2012-2017 la società di analisi prevede che il fatturato annuo delle telco crescerà del 2,9%, meno della metà rispetto ai tassi di crescita del 6,3% nel periodo fra il 2004-2010. Un percorso analogo si registrerà anche per il capex, che si attesterà al 3,1% annuo nel periodo 2010-2017 a fronte del 6,5% del periodo precedente.
“La debolezza del quadro macroeconomico sta limitando i tassi di crescita dei ricavi dei grossi service provider”, aggiunge Walker, secondo cui le telco fanno i conti con questo scenario abbattendo i costi strutturali sia sul fronte del capex sia su quello dell’opex (operating expenses).
Nel contempo, le telco si muoveranno sempre più verso strumenti di controllo dei costi, come ad esempio il network-sharing (la condivisione delle reti) elementi di rete basati su software, e termini contrattuali basati sul pagamento in base alla crescita. Ovum chiude dicendo che un fattore importante sarà anche ricoperto dagli acquisti condivisi e dall’attività di M&A.