Per le telecomunicazioni continua la fase dell’M&A: le operazioni di mercato sono un mezzo efficace per creare sinergie e ridurre costi e, nel caso delle dismissioni, uno strumento per snellire le operazioni, fare cassa e concentrarsi sulle attività redditizie. Nella seconda metà del 2024, nel mercato delle Tlc si sono registrati accordi di acquisizione e fusione per un valore di oltre 11 miliardi di dollari, secondo un’analisi di Deloitte.
Il 2025 sarà un anno di rafforzamento del trend che favorisce i deal, considerata la liquidità crescente degli investitori e la loro propensione a puntare su risorse infrastrutturali a lungo termine ed elevato rendimento. In particolare, quest’anno il private equity, prevede Deloitte, potrebbe diventare ancora più attivo.
Dismissioni nelle Tlc, investitori private equity in prima fila
Insieme alle acquisizioni che aiutano a generare crescita, alcune aziende delle telecomunicazioni hanno cercato negli ultimi anni di liberarsi di attività non core, con l’obiettivo di migliorare il rendimento del capitale investito, ridurre il debito e focalizzare il business. Queste dismissioni potrebbero non attrarre gli investitori tradizionali, ma interessano molto una nuova tipologia di partner finanziari, in particolare gli investitori del private equity (PE), afferma Deloitte. Gli analisti sottolineano, per esempio, che negli scorsi due anni il 97% di tutte le torri cellulari negli Stati Uniti e in Messico è passato nelle mani di una società diversa dai loro proprietari originari, ovvero le telco, e spesso gli acquirenti sono stati private equity e fondi infrastrutturali.
Ma ciò che va notato è la fluttuazione nell’attività del PE. La quota di acquirenti finanziari per le fusioni e acquisizioni delle telecomunicazioni è cresciuta da poco più del 60% nel 2021 a oltre l’80% nella prima metà del 2024. Gli accordi M&A delle telco a livello globali sostenuti dal PE valevano 28 miliardi di di dollari nel 2021 e 20 miliardi di dollari nel 2022. L’aumento dei tassi di interesse e una pausa dopo un’ondata di di disinvestimenti ha visto l’attività rallentare a soli 2,7 miliardi di dollari durante la seconda metà del 2023 e la prima metà del 2024.
Ma ora le telco stanno tornando a disinvestire e il PE è in prima fila a cogliere l’opportunità, tanto più che ha a disposizione capitali per oltre 300 miliardi di dollari da investire in asset infrastrutturali ad alta durata e alto rendimento.
Le telco hanno l’opportunità di sbloccare il valore di alcuni asset precedentemente considerati core – anzi, stanno anche rivedendo la loro valutazione di ciò che è core e ciò che non lo è. Ad esempio, la canadese Rogers Communications ha annunciato di aver venduto una partecipazione di minoranza in una parte della sua infrastruttura di di trasporto backhaul wireless per 5 miliardi di dollari, e sembra che diverse società del private equity statunitense abbiano presentato delle offerte.
Questa è una tendenza relativamente nuova: le offerte vengono strutturate per soddisfare i criteri di specifici tipi di acquirenti finanziari, come accade, per esempio, con le joint venture strutturate come “devcos” (un tipo di partner di sviluppo del settore privato che aiuta a costruire e far crescere le aziende in mercati specifici).
Collaborazioni nei data center Ai
Andando avanti, è probabile che gli investitori PE siano anche più fortemente coinvolti, perché ora molte società di telecomunicazioni cercano di costruire e collegare tra loro data center capaci di supportare le applicazioni di intelligenza artificiale generativa. Le fusioni e acquisizioni relative ai data center sono raddoppiate dal 2019 al 2022.
Questo crea opportunità per le telco di collaborare con società del private equity che tendono ad avere un costo di capitale inferiore e possono condividere parte del valore creato. Per esempio, oltre 15 società di telecomunicazioni globali hanno annunciato che costruiranno i propri data center per la Gen Ai utilizzando la capacità di addestramento e inferenza per offrire nuovi servizi e vendendo l’Ai generativa “as a service” per soddisfare le esigenze di sovranità dei dati delle imprese. E alcune società PE stanno già partecipando a queste iniziative.
I deal nella fibra e nei cavi
Un altro mercato potenzialmente interessante sarà il collegamento di questi e altri data center per la Gen Ai, sia a livello continentale che tramite cavi in fibra ottica sottomarini. Le operazioni sul mercato della fibra ottica hanno rappresentato il sotto-segmento più grande (11,3%) all’interno delle operazioni di M&A infrastrutturali chiuse durante il 2024, classificandosi anche davanti all’attività dei data center (10,7%).
Questi deal nella fibra ottica sono stati completati principalmente in Europa e Nord America, che hanno rappresentavato rispettivamente il 46,4% e il 24,6% dell’attività di chiusa nel 2024. Il mercato è ad alta intensità di capitale ed è considerato un asset interessante da alcuni investitori infrastrutturali e del private equity, anche se i grandi player tecnologici stanno costruendo sempre più le proprie reti autonomamente, anziché fare affidamento su o collaborare con le società di telecomunicazione.