Le attività di fusione e acquisizione sono sempre più una scelta strategica per le aziende delle tlc di fronte a una trasformazione senza precedenti del settore – con il ritorno a modelli di business disaggregati e focalizzati anziché integrati – e all’emergere di nuovi concorrenti. L’M&A è spesso la soluzione per aggiungere nuove capacità ed evolvere le attività. Infatti, come rileva l’ultimo report di Bain & Company, “Global M&A report 2025”, il valore dei deal è più che raddoppiato anno dopo anno, raggiungendo circa 127 miliardi di dollari nel 2024, dopo la flessione del 2022 e del 2023, superando 100 miliardi di dollari per la prima volta dal 2021.
Le Americhe hanno rappresentato il 62% del totale globale dello scorso anno; l’acquisizione da 20,3 miliardi di dollari di Frontier da parte di Verizon è stata la più grande transazione annunciata nel 2024.
Tlc, torri e data center sono il new deal
Un trend rilevante è l‘interesse dei fondi di investimento per le tlc. Gli investitori finanziari e le società di infrastrutture stanno acquisendo torri e data center, il che suggerisce fiducia nei fondamentali dell’infrastruttura digitale nonostante le sfide macroeconomiche e geopolitiche.
Ad esempio, nel mese di novembre, il fondo immobiliare Aermont Capital ha acquistato l’operatore di data center spagnolo Nabiax da Asterion Industrial Partners e Telefónica. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, SBA Communications ha siglato un accordo da 975 milioni dii dollari con Millicom per 7.000 torri in tutta l’America Centrale.
Il ritorno dell’M&A globale
Sta anche crescendo la scala dei deal: le società di rete mobile e fissa perseguono accordi multinazionali per espandere le loro reti e la presenza geografica, come nell’operazione tra la canadese Bce canadese e la statunitense Ziply Fiber con sede negli Stati Uniti o tra Vocus e TPG in Australia.
Nel 2024 le operazioni su larga scala hanno rappresentato il 58% del valore globale delle operazioni dell’anno. Si tratta di un cambiamento notevole rispetto ai due anni precedenti, anche se più della metà del valore si deve lo scorso anno a sole due transazioni (Verizon–Frontier e l’acquisto da parte di Charter di Liberty Broadband per 16,6 miliardi).
Meno dismissioni infrastrutturali
I disinvestimenti infrastrutturali hanno rappresentato il 19% del valore dei deal mentre le dismissioni mobili e fisse hanno rappresentato circa il 16%. I disinvestimenti infrastrutturali erano una porzione più ampia delle attività di M&A nel settore delle telecomunicazioni negli anni passati, ma tassi di interesse elevati e le sfide macroeconomiche hanno invertito questa tendenza.
Le operazioni su vasta scala rappresentano circa il 39% del valore totale delle operazioni negli ultimi cinque anni e i disinvestimenti infrastrutturali sono al secondo posto in ordine di grandezza al 31% durante lo stesso periodo 2019-2024.