TELCO PER L'ITALIA!

Tlc, sui servizi aziende e utente viaggiano a velocità diverse

I consumatori chiedono prestazioni e servizi sempre più evoluti, a fronte del ritardo con cui si muovono le imprese sul fronte dell’innovazione. In mezzo, la linea gotica degli investimenti

Pubblicato il 18 Giu 2013

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Servizi Tlc al centro dell’ultima tavola rotonda al convegno “Telco per l’Italia!” organizzato dal Corriere delle comunicazioni. Sul tavolo il ritardo delle aziende rispetto all’utenza consumer nell’uso delle nuove tecnologie e nella digitalizzazione, con cittadini sempre più interessati alla fornitura di nuovi servizi cui poter accedere da vari supporti e in ogni situazione, e le imprese che spesso faticano a rincorrere questo tipo di domanda. Ma si è parlato anche di ritorno di investimenti nelle nuove reti.

Cesare Avenia, presidente di Asstel-Confindustria: la situazione delle imprese Tlc non è certo rosea: “Noi che dovremmo rappresentare il futuro in realtà siamo in crisi come il resto del Paese e abbiamo una perdita di ricavi del 5%. Ora, nonostante questo, nel 2012 noi abbiamo investito il 12,5% dei nostri ricavi, percentuale più alta dell’Europa a Cinque. Quindi gli investimenti si fanno nonostante la situazione”. Avenia ha poi illustrato il gap cittadini-imprese in materia di uso delle tecnologie: “Come cittadini abbiamo imparato di più e meglio a utilizzare le nuove tecnologie. Le imprese lo devono ancora capire e le usano molto meno, in Italia come nel resto d’Europa. Ma se le aziende non si digitalizzano come fanno a mettere a disposizione i loro prodotti per un mercato più ampio e potenzialmente infinito? Qui gli imprenditori e le aziende devono ancora fare molto”.

Moreno Ciboldi, Senior Vice President South Europe & Middle East and Africa Alcatel-Lucent Enterprise: “Sono in corso profondi cambiamenti, come ad esempio l’uso dei social network per le necessità dell’azienda; c’è poi un cambio di modello, c’è il cloud, con una struttura aperta ma predisposta al consumo. Da parte delle aziende c’è una grande attenzione nei confronti delle nuove possibilità di comunicazione; è una vera rivoluzione in corso che ha una faccia: i tablet. Negli ultimi mesi la vendita di pc è calata del 14% e in proporzione è aumentata la domanda di tablet. Tablet usati per accedere sempre e ovunque a certi servizi. Noi adesso infatti parliamo di personal cloud, che è quell’insieme di servizi, applicazioni cui l’utente vuole poter accedere sempre e comunque. Quindi in sostanza l’individuo consumer è più avanti delle aziende; gli utenti hanno non tanto la necessità di avere gli ultimi modelli di telefono o pc ma si aspettano dalle aziende la fornitura di servizi sempre nuovi e più efficaci”.

Giacomo Lorusso, senior sales director di Sas: “Sia gli operatori sia le aziende non sono fermi, stanno investendo, si pensi al caso del Regno Unito, dove quattro operatori telefonici si sono messi insieme creando un datacenter unico, in grado di fornire un nuovo genere di servizi per un tipo di consumatore molto maturo. In un momento come questo bisogna mettere in campo servizi nuovi per il cliente e realizzando quindi nuove infrastrutture che ne rendano possibile la fornitura”.

Alessandro Musumeci, direttore centrale Sistemi Informativi Ferrovie dello Stato Italiane: “Noi crediamo molto nelle telecomunicazioni e abbiamo una nostra rete dedicata in origine alla sicurezza oltre a 10mila chilometri di fibra ottica per uso interno. Abbiamo poi 2 milioni di telefonini che girano ogni giorno sui nostri treni. E quindi ci siamo orientati a dare tutta una serie di servizi che vogliono i nostri clienti (collegamento alla rete in wifi sui treni, servizi di prenotazione ecc…). Se i clienti esigono qualcosa dobbiamo dargliela”.

Enrico Trovati, business marketing director di Telecom Italia: “Il mercato della comunicazione mobile è stato da sempre visto come il fantastico mondo della concorrenza, ma non c’è un operatore che oggi possa vedere a breve il ritorno dei suoi investimenti: a causa della concorrenza scatenatasi, in Italia, tutta esclusivamente sul prezzo, dello Stato che vuole monetizzare subito le frequenze ecc. A oggi nessuno degli operatori del mobile si è ripagato gli investimenti. Ora arriva il 4G e non abbiamo ancora finito di pagare gli investimenti del 3G”.

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