IL CASO

Tlc, sullo stop alle tariffe differenziate assist di Mediobanca e Intermonte

Secondo gli analisti il divieto per le telco di modulare le offerte in base all’operatore di provenienza comporterà un allentamento della pressione sul settore. Si spaccano le associazioni dei consumatori

Pubblicato il 09 Nov 2023

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Assist di Mediobanca e Intermonte agli emendamenti al disegno di legge Concorrenza che puntano a stoppare la pratica del cosiddetto “operator attack” che consente alle telco di proporre tariffe differenziate agli utenti sulla base dell’operatore di provenienza.

Il parere di Mediobanca

“Gli emendamenti si basano su una relazione dell’Antitrust, che sostiene che questo tipo di comportamento ostacola la concorrenza e causa barriere all’ingresso del mercato. Come abbiamo segnalato più volte in passato, riteniamo che sia giunto il momento di adottare misure che possano sostenere il travagliato settore delle telecomunicazioni. Nonostante i commenti che suggeriscono dinamiche di mercato meno competitive, negli ultimi mesi abbiamo rilevato un’intensa attività sotto la linea: riteniamo che qualsiasi misura che possa impedire agli operatori di essere eccessivamente aggressivi possa risultare in un allentamento della pressione sul settore, rappresentando una buona notizia”

Il parere di Intermonte

“Leggiamo positivamente la notizia. Se la misura dovesse essere infatti approvata,  potrebbe portare a un rincaro delle promozioni più basse e metterebbe fine alla guerra a Iliad e ai Mvno in cui i grandi operatori negli ultimi anni hanno accettato di diluire il proprio Arpu pur di riconquistare con offerte win-back e below-the-line una fascia di clienti basso spendenti e altamente infedeli. Va sottolineato che negli ultimi trimestri Tim è comunque riuscita a stabilizzare l’Arpu mobile grazie sia una maggiore razionalità da parte dei principali competitor ma anche al repricing selettivo che ha riguardo circa 7,3 milioni di clienti consumer e 300mila utenze Sme, con upside complessivo di 30 milioni di euro sul fatturato 2023”.

Il punto di vista delle associazioni dei consumatori

Non compatte le associazioni dei consumatori. Se per Adiconsum il divieto delle offerte differenziate per chi proviene da operatori low cost “porterebbe ad una diminuzione della concorrenza e ad un abbassamento dei costi, con una riduzione dei margini di guadagno, impedendo quindi alle compagnie di procedere a quegli investimenti necessari per il miglioramento della rete, ancora purtroppo deficitaria in molte aree, rallentando lo sviluppo del 5G e il processo di digitalizzazione di cui ha tanto bisogno il sistema Italia” non è dello stesso parere Udicon che invece dà il suo pieno sostegno alle iniziative della maggioranza.

“Gli emendamenti proposti al Ddl Concorrenza pongono fine all’operator attack, assicurano prezzi uniformi per tutti i clienti, indipendentemente dall’operatore di provenienza e rappresentano un progresso significativo verso una concorrenza più equa nel settore della telefonia mobile”, sottolinea Martina Donini, Presidente Nazionale di Udicon. “Questa pratica dannosa e discriminatoria verso i consumatori ha ostacolato lo sviluppo di nuovi operatori e ridotto notevolmente la concorrenza. La vera concorrenza del mercato è quella trasparente, non quella fatta di offerte ad hoc per pochi”.

Concorda con la misura anche l’Unione nazionale consumatori. “Nessuna retromarcia sull’emendamento del Governo. Ben vengano le offerte personalizzate che grazie a prezzi convenienti portano vantaggi per i consumatori e una sana concorrenza, ma no a discriminazioni sulla base dell’operatore di provenienza. Sfruttare la propria posizione dominante nel mercato per tentare di far fuori operatori magari nuovi, non aumenta la concorrenza ma la riduce” evidenzia il presidente Massimiliano Dona.

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