L’industria delle telecomunicazioni ha generato 80 miliardi di dollari di valore alle operazioni di merger & acquisition nella prima metà del 2021, un aumento del 65% rispetto allo stesso periodo del 2020. È quanto emerge dalle rilevazioni di Bain & Company.
La maggior parte delle operazioni si è concentrata in America ed Europa, ma anche in Medio Oriente e Africa. E la quota dell’Asia-Pacifico del valore totale è aumentata di 10 punti percentuali anno su anno.
“Di fronte a una trasformazione del settore senza precedenti e a minacce competitive emergenti, molte società di telecomunicazioni stanno optando per fusioni e acquisizioni per aggiungere nuove capacità ed evolvere le proprie attività – spiegano gli analisti -. Stiamo monitorando le attività di fusione e acquisizione delle telecomunicazioni in tutto il mondo e ogni trimestre pubblicheremo gli ultimi sviluppi”, in una dashboard creata sul sito.
Riguardo alla tipologia di operazioni, le joint venture legate allo sviluppo della fibra e alla cessioni di torri e altre infrastrutture di telecomunicazioni, come i data center, rappresentano il clou delle attività negli ultimi cinque anni. Nel 2021 però i disinvestimenti completi delle attività e le operazioni di espansione geografica hanno subito un rallentamento.
Le fusioni e acquisizioni interne rappresentano ora quasi il 60% del valore totale delle operazioni dal 2016, mentre le dismissioni di infrastrutture rappresentano il 21%. La prima opzione resta la preferita a seguito dei maggiori risultati derivanti dalle sinergie, in particolare nelle operazioni di consolidamento. Nel secondo caso le operazioni sono il frutto del valore dei multipli di valutazione degli asset infrastrutturali, più del triplo delle valutazioni delle telco.