LAVORO

Tlc, via al negoziato per il rinnovo del contratto. Asstel: “Approccio trasformativo”

Primo incontro con i sindacati di categoria, Slc, Fistel e Uilcom. L’associazione mette sul tavolo le azioni chiave per rilanciare la filiera: nuove strategie di business, politica industriale al passo con le tendenze tecnologiche e organizzazione del lavoro innovativa. “Servono soluzioni equilibrate che garantiscano maggiore competitività”

Pubblicato il 26 Mar 2024

sarmi

Via al negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale (Ccnl) delle Tlc. Il percorso di confronto tra Asstel e i sindacati di categoria – Slc, Fistel e Uilcom – si inserisce in un quadro caratterizzato da grandi trasformazioni.

Tlc driver di trasformazione

Il settore delle Tlc è strategico in quanto abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati. “Le imprese Tlc, attraverso le proprie competenze distintive, di progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, anche grazie alla diffusa presenza sui territori e alla loro alta professionalità – evidenzia Asstel in una nota – sono in grado di sviluppare nuovi servizi digitali che rispondono alle esigenze di persone, imprese e PA in tutti i principali settori del sistema economico. Mobile Private Network 5G, Cyber Security, Cloud, Big data e Analytics e Artificial Intelligence sono le principali direttrici di sviluppo”.

Le azioni chiave per lo sviluppo della filiera

L’associazione datoriale stila le azioni chiave per lo sviluppo industriale della filiera:

  • l’attuazione di nuove strategie di business, come ad esempio l’ingresso in nuovi mercati digitali e la valorizzazione del core business;
  • la trasformazione della filiera in termini di tendenze tecnologiche e di costruzione delle competenze necessarie;
  • la realizzazione di una nuova politica industriale che accompagni le trasformazioni di business e i trend tecnologici in atto; una regolamentazione di settore che consenta una rapida diffusione delle infrastrutture e dei nuovi servizi digitali.

Questo processo di trasformazione si muove, peraltro, in uno scenario di mercato in cui l’Europa registra dinamiche di crescita inferiori alle altre grandi aree mondiali e l’Italia mostra un quadro particolarmente difficile, con una diminuzione dei ricavi significativa negli ultimi 12 anni che nel 2022, per gli operatori Tlc, si sono ridotti di 0,8 miliardi di euro (- 3% sull’anno precedente) raggiungendo 27,1 miliardi, il valore più basso di sempre.

Sempre nel 2022 per la prima volta si è registrato un valore negativo del saldo di cassa (Ebitda – Capex) degli operatori Tlc. Questo indicatore evidenzia come la marginalità del settore sia assorbita dagli investimenti significativi e necessari allo sviluppo dell’infrastruttura e al supporto alla trasformazione digitale del Paese.

I nuovi modelli di organizzazione del lavoro

La trasformazione in atto richiede l’implementazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il rafforzamento e l’ampliamento delle competenze dei lavoratori, il coinvolgimento dei giovani, che consentano lo sviluppo di azioni per promuovere nuove professionalità e nuovi mestieri: sfide su cui sono impegnate tutte le imprese Tlc.

In questo senso Asstel ritiene che il Ccnl Tlc, attraverso un “negoziato di trasformazione”, debba continuare ad essere uno strumento moderno per supportare i processi di evoluzione di tutti i segmenti della filiera Tlc verso condizioni di miglioramento della competitività e della produttività intervenendo in particolare su quattro aree di sviluppo:

  • l’evoluzione del perimetro e del modello contrattuale;
  • l’introduzione di un modello innovativo di classificazione del personale basato sulle famiglie professionali, la trasformazione del lavoro e il consolidamento del lavoro agile, lo sviluppo dei nuovi modelli di organizzazione del lavoro, la focalizzazione sulle competenze dei lavoratori attraverso percorsi di formazione certificati;
  • la definizione di un’area distintiva nel Sistema contrattuale Tlc utile a supportare la trasformazione e la sostenibilità complessiva delle attività di Crm/Bpo;
  • la valorizzazione delle azioni di intervento nell’ambito delle tematiche di inclusione, welfare, diversità ed equità per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dei principi Esg.

“Tale percorso si colloca nell’ambito del modello di relazioni industriali connotato per capacità di costruire soluzioni innovative e equilibrate e che deve accompagnare l’evoluzione della filiera Tlc verso condizioni di maggiore competitività”, conclude Asstel.

I call center di Tim

Novità invece sul fronte call center in outosourcing di Tim. A conclusione del tavolo con i rappresentanti delle Regioni e i sindacati, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone hanno presentato l’ipotesi di avviare un progetto pilota per la riqualificazione e conversione di tali realtà verso mansioni diverse da quelle del call center, come le attività di dematerializzazione degli archivi cartacei della Pubblica Amministrazione.

“Quello presentato oggi – si legge in una nota del Mimit diffusa dopo il tavolo – è un progetto con ricadute positive in diversi ambiti oltre all’occupazione. Tra i benefici, infatti, ci sarebbero: una rapida fruibilità dei documenti digitalizzati; l’ottimizzazione degli spazi e un positivo impatto ambientale; una maggiore privacy e sicurezza nell’acceso alle copie informatiche e la possibilità di costituire un importante e strategico patrimonio informatico a disposizione dell’Amministrazione Regionale”.

“La tecnologia può essere un valido supporto all’attività principale che dev’essere svolta da lavoratrici e lavoratori – ha detto la ministra Calderone durante il tavolo – Questo comporta anche aprirsi a processi di riconversione, riqualificazione e formazione finalizzati alla salvaguardia del lavoro e delle competenze. Un percorso che può inoltre contribuire a una missione importante come la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Un modello da applicare in sinergia con tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle Regioni”. “Nel confronto in atto – ha detto Urso – si può individuare una linea pilota che possa riaccompagnare una riconversione professionale dei lavoratori verso un’attività molto importante per il Paese, che è la digitalizzazione della PA”.

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