Deutsche Telekom è riuscita a rinegoziare con Softbank l’accordo per la fusione tra le loro controllate americane T-Mobile e Sprint, il terzo e quarto maggior operatore mobile sul mercato Usa. La telco tedesca premeva per uno sconto sul prezzo del deal in seguito al deterioramento della performance di Sprint e del prezzo delle azioni rispetto a due anni fa (aprile 2018), quando si era raggiunto il primo accordo. Softbank ha accettato una partecipazione minore nella nuova società che emergerà dalla fusione in cambio di un possibile incremento della quota nel tempo.
I termini del nuovo accordo
In base al nuovo accordo, Softbank riceverà un’azione di T-Mobile per ogni 11,13 azioni di Sprint, mentre l’accordo originario prevedeva una proporzione di un’azione di T-Mobile ogni 9,75 di Sprint. Questa nuova proporizione è il risultato dell’intesa raggiunta con Softbank che ha acconsentito a cedere a T-Mobile 48,8 milioni delle sue quote nella nuova società immediatamente dopo che il merger sarà completato. Questo lascerà Softbank con una partecipazione del 24% nel nuovo operatore mobile, mentre il primo accordo le concedeva una quota del 27%. Deutsche Telekom, invece, adesso detiene il 43% contro il 42% previsto due anni fa.
Le restanti azioni saranno il flottante libero e per gli azionisti non cambia nulla: riceveranno, come previsto dal primo accordo, un’azione di T-Mobile per 9,75 azioni di Sprint.
Per compensarla del prezzo inferiore, Softbank ha ottenuto nel nuovo deal di poter riavere le 48,8 milioni di azioni extra cedute se T-Mobile raggiungerà dei target di prezzo definiti, ovvero 150 dollari per azione a due anni dalla chiusura dell’accordo e 160 dollari per azione nel quinto anno dal closing.
Ostacoli lungo la via del merger
Il via libera alla fusione fra T-Mobile e Sprint, che punta a creare il terzo più grande operatore mobile negli Stati Uniti e a dare slancio alla competizione nel settore wireless e nella corsa alle reti 5G, è arrivato all’inizio di questo mese. Le due società hanno trovato diversi ostacoli lungo il cammino verso il merger, tra cui le cause di un gruppo di procuratori statali, guidati da New York e California, che sostenevano che il deal avrebbe danneggiato la concorrenza e l’innovazione e provocato un aumento dei prezzi per i consumatori.
A metà febbraio, tuttavia, il giudice distrettuale Victor Marrero ha respinto il ricorso dei procuratori statali. Il giudice ha osservato che la “debolezza” di Sprint rende sensata la fusione con T-Mobile e ciò ha dato la spinta definitiva a Deutsche Telekom per rinegoziare i termini dell’accordo in modo più vantaggioso. Da aprile 2018 l’Ebitda di Sprint è stato sostanzialmente piatto, mentre il risultato di T-Mobile è cresciuto di circa un quinto. Il prezzo delle azioni di Sprint rimane con uno sconto di circa il 12% sul valore concordato nell’accordo originale.
Closing entro l’estate
Per il takeover manca ancora l’approvazione del regolatore della California, ma Deutsche Telekom e Softbank hanno detto che sperano di riuscire a chiudere l’accordo per la fusione di T-Mobile e Sprint entro l’inizio di aprile. Le due aziende hanno però anche concordato una nuova deadline, il 1 luglio: al più tardi il closing arriverà in estate.